Nottingham Forest F.C.

Quando contava, il Not­tingham Forest non ha mai perso colpi. Da un solo titolo nazionale, conquistato nel 1978 è cavarne tre continentali nelle stagioni seguenti, due coppe dei Campioni e una supercoppa europea. Adesso vegeta in quella che è la Serie C1 inglese, ma il suo curriculum lo pone d’autorità tra le grandi d’Inghilterra.

Il Nottin­gham è uno dei più antichi club di calcio del mondo, fondato in Clifton Arms addirittura nel 1865, da un gruppo di sportivi, dediti però più che altro allo shinney, uno sport paragonabile all’attuale hockey. Il nome originale è Forest Football Club, che infatti già nei primi mesi di vita è orientato esclusivamente alla pratica del football e adotta come segno di­stintivo un cappellino rosso. Il campo di gioco è su una radura, che anche oggi è chiamata The fo­rest, perchè faceva parte della mi­tologica Sherwood. Il secondo no­me diventa quindi automatico.

La supremazia cittadina nei confronti del Nott’s County (fondato nel 1862) arriva subito, e per quattro volte (1879, 1880, 1885, 1892) il Forest arriva alle semifinali della FA Cup. La prima affermazione è datata 1898: arriva la Coppa d’Inghilterra dopo un 3-1 rifilato al Derby County. Negli anni a se­guire l’uomo più rappresentativo (miglior “scorer” di sempre con 199 reti) è l’interno gallese Grenville Morris, che vestirà per 21 volte la maglia della sua Naziona­le.

Il Nottingham Forest FC semifinalista nella FC Cup edizione 1884/1885. Fu estromesso dal Queen’s Park nella ripetizione (3-0) dopo che la prima sfida si era conclusa sull’1-1

Mezzo secolo di altalena, poi (nel 1950) arriva addirittura l’onta della caduta in Terza divisione, malgrado la presenza di un buon predatore d’area come Wally Ardron (217 gol in 305 partite). La massima serie viene riconquistata nel 1957, e due anni più tardi la se­conda coppa d’Inghilterra è in ba­checa, grazie a un 2-1 sul Luton Town: la prima rete è segnata da Roy Dwight, ala destra che rima­ne una sola, grande stagione, al Forest, realizzando 21 gol in 44 partite, tuttora famoso perché zio del cantante Elton John, al quale evidentemente ha trasmesso la passione per il calcio, dato che il nipote negli anni ’80 è stato presi­dente del Watford.

I leader di quel Nottingham sono il mediano sini­stro Jack Burkitt (464 presenze) e la bandiera storica dei “Reds”: Bobby McKinlay, che vestirà per un ventennio, dal 1951 al 1970, per ben 614 volte la maglia del club. Nel 1967 con John Carey come manager il Nottingham sfiora titolo nazionale, arrivando a ridosso del Manchester United. Ma i fasti durano poco: ci si mette pure la sfortuna, perché nel 1968 lo stadio, il City Ground, viene se­midistrutto da un incendio.

Nel 1977 i “Reds” tornano in auge: nella sua ennesima apparizione da matricola il Forest spopola e vince il campionato, mettendosi alle spalle il Liverpool. L’anno succes­sivo, nella finale di Coppa dei Campioni a Monaco, di fronte al sorprendente Malmoe, l’asso dalla manica si chiama Trevor Francis, tesserato appena in tempo per la finalissima, prelevato dal Birmin­gham per la cifra record di 1.150.000 sterline, è un centravan­ti elegante, tecnicamente comple­tissimo. E proprio lui decide la partita e porta il Forest sul tetto d’Europa, unico club assieme al Real Madrid a vincere nel suo esordio in Coppa Campioni.

Nel 1980 arriva la Supercoppa europea ai danni del Barcellona (1-0 al City Ground, 1 -1 al Camp Nou). E in Coppa dei Campioni la doppietta si consuma ai danni dell’Amburgo di “King” Kevin Keegan e Magath. L’ultimo titolo per i “Reds”, che da quella volta raccoglieranno solo delusioni.

Con la Coppa dei Campioni 1979/80, il Nottingham Forest raggiunge il suo traguardo più alto. sopra: foto di gruppo, sotto: la consegna della Coppa al capitano McGovern