Heart of Midlothian F.C.

C’è un cuore fatto a mo­saico di pietruzze sul sel­ciato, lungo il Royal Mile, la via che sale al ca­stello di Edinburgo attra­verso una delle ambientazioni cit­tadine più suggestive che ci siano. È il cuore del Midlothian, la regio­ne che sorge intorno alla città. Un simbolo nobile, come nobilissimi e austeri sono molti simboli di qualunque organizzazione, in Gran Bretagna. Lo Heart of Mid­lothian non poteva che dare il no­me anche a una delle due squadre locali, anche se l’esatta cognizione storiografica riporta che l’appellativo deriva precisamente dalla sala da ballo frequentata dai suoi fon­datori, proprio lungo il Royal Mile, nella zona di Canongate. E che questi personaggi, quando non erano impegnati con le danze, gio­cassero a calcio nei prati chiamati East Meadows.

L’anno di fonda­zione è il 1874, il che pone gli Hearts, nome abituale della so­cietà, tra i club più antichi del Re­gno Unito: la Scottish FA era nata un anno prima, mentre la League non sarebbe sorta che nel 1890, e fino a quel momento gli Hearts, come vennero subito chiamati, giocarono una lunga serie di parti­te amichevoli e di coppette regio­nali contro squadre del circonda­rio, compresi i rivali cittadini dell’Hibernian, dai quali la sepa­razione non era solo calcistica, ma anche sociale e religiosa, un po’ come accadeva a Glasgow tra Celtic (origini irlandesi, proprio come gli “Hibs”) e i Rangers.

Con la di­visa dei primi anni, bianca con il cuore amaranto-marrone, l’Heart of Midlothian giocò ai Meadows fino al 1878, quando ci fu un pas­saggio temporaneo a Powederhall, e infine nella Gorgie Road, nel 1881. Pochi anni dopo, 1886, ci fu lo spostamento di po­che centinaia di metri all’attuale Tynecastle, che però sorge sempre lungo la Gorgie Road: la prima partita, contro il Bolton Wanderers, fu una vittoria per 4-1. Il campionato scozzese partì nel 1890, e il club fu l’unico membro fondatore della League provenien­te dalla zona est della Scozia, ma il primo successo degli Hearts (det­ti anche “Jam Tarts” o colloquial­mente “Jambos”) venne nella Scottish Cup del 1891, con la vit­toria 1-0 sul Dumbarton che al­l’epoca rappresentava una potenza e si era aggiudicato le prime due edizioni della League.

I 16.000 spettatori per la partita, all’Hampden Park di Glasgow, furono un pubblico record per l’epoca, e i tifosi degli Hearts ebbero modo di esultare ancora negli anni se­guenti, con la vittoria in campio­nato nel 1895, quando la stagione fu di sole diciotto partite eppure la squadra riuscì a terminare con cin­que punti di vantaggio sul Celtic, e ancora nel 1897, mentre la Scot­tish Cup arrivò ancora nel 1896, 1901 e 1906, in quell’era pionieri­stica.

Il successo del 1896 fu parti­colarmente gradito perché avver­sari della finale erano gli “Hibs”, superati 3-1, una sfida che non si sarebbe mai più ripetuta in un ap­puntamento decisivo di coppa e che rappresenta tuttora l’unica oc­casione in cui una finale di Scotti­sh Cup non venne giocata a Glasgow, ma a Logie Green.

Dopo questi periodi di splendore inizia­le, nei quali gli Hearts erano per­lomeno equiparabili alle potenze Celtic e Rangers e produssero giocatori del calibro di Bobby Walker, venne un lungo momento di buio, che in parte fu propiziato da una struggente partecipazione del club alle vicende della Grande Guerra, quella del 1914-18: l’inte­ra squadra infatti si arruolò volon­taria e incoraggiò tutti i tifosi a fa­re altrettanto. Sette di loro non fe­cero più ritorno.

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1878, vittoria della Edinburgh FA Cup
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1901, terza Coppa di Scozia