Arsenal F.C.

Ragazzi, che storia. Spo­stamenti, invidie, riva­lità, dinastie, crolli, ulti­mi minuti che si dilatano e diventano voragini nel­le quali può accadere di tutto. Tut­to nacque nel sobborgo di Woolwich, appena a sud del Tami­gi, nell’ottobre 1886. In quel pe­riodo infatti David Danskin, uno scozzese che lavorava all’arsenale, trovò nell’arrivo di due lavoratori-giocatori provenienti da Nottin­gham l’occasione di mettere in pratica un suo vecchio desiderio, cioè quello di creare una squadra di calcio tra i dipendenti dell’arse­nale stesso.

Ad essa venne dato il nome di Dial Square, uno dei la­boratori all’interno della struttura, e la prima partita venne giocata in uno spiazzo erboso sulla Isle of Dogs, in piena zona portuale, l’11 dicembre 1886, con vittoria per 6-0 su tali Eastern Wanderers e susseguente decisione, in una riunione svoltasi al pub Royal Oak il 25 dicembre dello stesso anno, di dare alla squadra stessa una strut­tura vera, a partire dal nome (Royal Arsenal, mescolando quel­li del pub e quello del luogo di la­voro) per arrivare alle maglie, per le quali fu chiesto, da uno dei due nuovi arrivati, un aiuto alla vec­chia società, il Nottingham Forest, che rispose inviando alcune di­vise rosse e un pallone.

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Arsenal 1888/89

Fu anche stabilito che il nuovo campo di gioco fosse quello situato nell’area verde del Plumstead Common, Nel 1891, dopo due anni al Manor Ground, il Royal Arsenal si spostò in un campo chiamato Invicta, che però venne abbandona­to nel 1893 quando l’affitto crebbe in maniera insostenibile. Nel frat­tempo il nome divenne Woolwich Arsenal, e il terreno di gioco tornò ad essere quello del Manor Ground, che venne risistemato appena in tempo per l’inizio del campionato di Second Division, alla quale la squadra era stata invi­tata dalla Football League.

La svolta epocale si ebbe nel 1925 quando Herbert Chapman di­venne segretario-manager dei “Gunners”, così soprannominati, ovviamente, per via delle origini. Chapman fu una figura dominan­te dei suoi tempi, volitivo e inarre­stabile: fu artefice di un acquisto che fece scalpore per la somma pagata (2.000 sterline, più 100 per ogni goal, e parliamo di Charles Buchan del Sunderland), grande promotore di se stesso e della squadra, ma soprattutto abilissimo nel l’interpretare il nuovo sviluppo tattico che il calcio aveva ricevuto, proprio nel 1925, dall’adozione della regola del fuorigioco.

Arsenal 1895/96

Anche se il primo esperimento venne ef­fettuato durante un Aston Villa-Newcastle United, a Chapman viene attribuito il merito di avere “inventato” lo stopper, cioè il di­fensore centrale (nel caso specifi­co, Herbert Roberts) che aveva il precipuo compito di marcare il centravanti avversario. Disponendo i suoi uomini in difesa con ruo­li ben definiti, e non caotici come in precedenza, Chapman creò una “squadra” nel vero senso del­la parola: e il suo atteggiamento, ritenuto difensivista, era invece quello di chi, disponendo di una struttura vera, invitava l’avversario a scoprirsi disordinatamente, per poi colpirlo inesorabilmente con l’intelligenza di Alex James in mezzo al campo o la velocità di gente come “Joe” Hulme o Cliff Bastin, veri eroi del tempo con la loro rapidità sulla fascia, e non per nulla nella stagione 1932-33 dei ben 118 gol dell’Arsenal 53 ven­nero realizzate dai due, una sorta di record che però ben evidenzia l’efficacia dell’impostazione di Chapman.

L’Arsenal conquistò la sua prima FA Cup nel 1930, bat­tendo l’Huddersfield Town 2-0, poi non si fermò più: primo titolo inglese nel 1931, con 66 punti totali e 127 reti segnate di cui 38 da parte di Jack Lambert, secondo posto sia in campio­nato sia in FA nel 1932, tre ti­toli consecutivi dal 1933 al 1935, con il centravanti Ted Drake a segna­re 42 goal nel­l’ultima stagio­ne, e addirittura tutte le reti con cui i “Gunners” batterono l’Aston Villa 7-1 il 14 dicembre 1935, al Villa Park. Poi nuova FA Cup nel 1936 e titolo nel 1939, tutto ciò già con le nuove maglie con le mani­che bianche, altra idea di Chap­man (1933), per dare ai “Gun­ners” un altro segnale di distinzio­ne.

Passata la Seconda Guerra Mondiale, all’inizio della quale l’Arsenal, per effetto delle spese di costruzione dello stadio, aveva avuto in banca solo 3 sterline, il club riuscì a ottenere successi an­che nello straordinario periodo di boom calcistico che seguì al ritor­no alla vita di tutti i giorni, e vinse il campionato nel 1948 e 1953 e la FA Cup nel 1950. Dopo anni di al­ti e bassi, nel settembre del ’96 ar­rivò Arsene Wenger, il francese che ha saputo incarnare perfetta­mente lo spirito del calcio inglese e insieme mediare la necessità moderna di arricchire la squadra.

Anche se l’ultimo titolo in Premier League risale al 2004 (sono i tempi degli Invincibles: Fabregas, Henry, Bergkamp, Pires, Vieira…) in ambito nazionale è tuttora la terza squadra inglese più titolata dopo Manchester United e Liverpool.

L’Arsenal degli Invincibles