La storia del volo 764 della Surinam Airways

Il 7 giugno 1989 il volo Surinam Airways 764 si schiantò contro gli alberi in fase di atterraggio. Perirono alcuni dei migliori calciatori olandesi originari di Suriname. E in quel volo avrebbero dovuto esserci anche Gullit, Rijkaard e Winter…


La lista dei giocatori che dal Suriname, il più piccolo paese del Sud America, sono partiti per l’Olanda, nel corso degli anni, è tanto lunga da potersi dire quasi infinita. Il numero di coloro che “sono riusciti”, che hanno ottenuto un trasferimento in Premier League, in Serie A o nella Liga, è sicuramente minore, ma da non sottovalutare. Proviamo ad immaginare se la nazionale surinamense, che oggi conta quasi tutti giocatori che vestono la maglia del SV Robinhood, la squadra più vincente del paese, avesse avuto a disposizione i vari Gullit, Rijkaard, Winter, Hasselbaink, Davids, Seedorf, Kluivert. Il loro destino sarebbe stato diverso?

Il volo 764 della Surinam Airways, partito da Amsterdam alle 23.25 del 6 giugno 1989, direzione Paramaribo, capitale del Suriname, era destinato a riportare nel loro paese i migliori giocatori surinamensi partiti per trovare fortuna nel calcio europeo. L’idea dei Kleurlijk 11 (l’undici di colore, in olandese) era venuta a Sonny Hasnoe, assistente sociale di Amsterdam, quartiere Bijlmermeer, nella periferia a sud-est della capitale olandese, dove oggi sorge l’Amsterdam Arena.

Bijlmermeer, in seguito all’indipendenza del Suriname, divenne il punto di arrivo dei tantissimi immigrati che arrivavano dal centro America. Il Borgomastro di Amsterdam lo designò come futuro quartiere popolare, collegato alla città grazie alla Oostlijn (oggi linea 53 e 54 della metropolitana). Hasnoe vedeva nel calcio uno dei mezzi più efficaci per fare uscire i giovani dal degrado che caratterizzava la zona, per liberarli dei fardelli chiamati razzismo, droga e violenza.

Una serie di colloqui con i ragazzi, il valido supporto degli assistenti sociali ed una capillare campagna di informazione, realizzata a braccetto con i club di Eredivisie, Eerstedivisie e delle serie inferiori, fecero si che il progetto di levare i ragazzi della strada portasse, giorno dopo giorno, sempre più soddisfazioni. L’idea di Hasnoe, che raccolse subito grandi consensi, sia in Olanda che in Suriname, era quella di riportare, anche se solo per una breve tournèe, i più forti giocatori surinamensi nel loro paese d’origine.

Da sinistra: Steve van Dorpel, Ruud Degenaar, Lloyd Doesburg e Andro Knel

La squadra doveva essere allenata da Nick Stienstra, coach dell’ RC Heemstede che nutriva il desiderio di portare le proprie conoscenze, apprese in Olanda, per garantire uno sviluppo del calcio surinamense. Tra i giocatori imbarcatisi sul volo 764 c’era Steve van Dorpel, la perla del Bijlmer, attaccante militante nel Volendam, ma in orbita di mercato di altre squadre, su tutte il Feyenoord, partito per conoscere il padre.

La lista degli altri 17 giocatori, cui si devono aggiungere l’ex portiere dell’Ajax, oggi assistente di Ferrer sulla panchina del Vitesse, Stanley Menzo ed Hennie Meijer, partiti con un volo precedente, comprende, tra gli altri, Ruud Degenaar, 25 anni, dell’ Heracles Almelo; Lloyd Doesburg, 29enne riserva di Menzo nell’Ajax; Jerry Haatrecht (fratello del più noto Winston, militante nell’Heerenveen) cresciuto nelle giovanili con Gullit e Van Basten, ma rimasto nel calcio minore; Andro Knel, che a soli 21 anni aveva già alle spalle una sessantina di presenze in Eredivisie. Knel era un vero e proprio idolo al Het Kasteel, campo dello Sparta Rotterdam. La sua gentilezza e spontaneità (viaggiava spesso in tram con i tifosi oppure veniva avvistato sui pattini mentre scorrazzava per la città) lo fanno ricordare ancora oggi.

Il volo decollò alle ore 23,25 del giorno 6 giugno da Amsterdam e si svolse normalmente per tutto il tragitto fino all’avvistamento dell’aeroporto di destinazione. Venti minuti prima del previsto atterraggio l’equipaggio ricevette il bollettino sulle condizioni meteorologiche sull’aeroporto Zanderij:
«Vento calmo, visibilità di 900 metri con nebbia, temperatura 22°C, punto di rugiada 22°C».
Questo bollettino colse di sorpresa l’equipaggio che si aspettava i 6 chilometri di visibilità comunicati in un precedente bollettino; il comandante autorizzò quindi l’uso (fuori norma) del sistema ILS confidando nel fatto che la nebbia presente fosse solo un banco temporaneo e che, una volta in fase di atterraggio, la visibilità sarebbe stata sufficiente a una manovra a vista: la pista era infatti stata ben visibile durante tutto il percorso di discesa verso l’aeroporto.

Da sinistra: Wendel Fräser, Frits Goodings, Ruben Kogeldans e Fred Patrick

A questo punto la torre di controllo autorizzò il DC8 all’atterraggio con il sistema VOR sulla pista 10 ma il comandante attivò l’inaffidabile sistema ILS e ordinò al secondo di attivare il VOR per calcolare la rotta di atterraggio. Durante la fase dell’approccio il secondo comunicò di vedere la pista a ore 12, poi di vedere “un po’ di nebbia” ma di riconoscere ancora la pista; poi l’aereo passò attraverso una nube a strato e il comandante chiese ripetutamente al secondo di richiedere alla torre di controllo l’accensione delle luci di atterraggio della pista.

Il comandante provò a consultare l’ILS che però non agganciò il segnale relativo all’angolo di planata da tenere; l’equipaggio ricevette più volte l’allarme “glide slope” ma esso fu disattivato dal comandante che stava volando più basso dei limiti consentiti (260 piedi per la navigazione ILS e 350 piedi per la navigazione VOR); il secondo comunicò a questo punto “200 piedi”. Poi dichiarò “150” (piedi) e l’ingegnere di bordo (al comandante) “tiralo su!”. Subito dopo il motore numero 2 urtò contro la cima di un albero, l’ala destra colpì un altro albero, l’aereo si imbarcò e cadde al suolo capovolto, spezzandosi, e prese fuoco. Le ultime parole registrate nella cabina di pilotaggio furono dell’ingegnere di bordo: «That’s it I’m dead.» (“Ecco, sono morto”).

Dei 187 passeggeri ne sopravvissero solo 11, tre dei quali erano giocatori dei Kleurlijk 11: Sigi Lens, Radjin de Haan ed Edu Nandlal. In pochi minuti, gran parte di una generazione di giocatori surinamensi cessò di esistere. Ruud Gullit, Frank Rijkaard ed Aron Winter ebbero la fortuna di vedersi proibire il viaggio dai loro club di appartenenza. Le voci di corpi irriconoscibili dopo il volo e dello sciacallaggio che seguì l’incidente scossero profondamente l’opinione pubblica olandese, incapace di darsi una spiegazione all’accaduto. Da allora, una serie di stadi, tribune, trofei o amichevoli sono stati intitolati alle vittime dell’incidente aereo, molti dei quali hanno perso la vita senza nemmeno aver mai visto il proprio paese di origine.

Fonte: http://calcioolandese.blogspot.it

Lista dei giocatori periti nell’incidente
Ruud Degenaar, 25, Heracles Almelo
Lloyd Doesburg, 29, AFC Ajax
Steve van Dorpel ,23, FC Volendam
Wendel Fräser, 22, RBC Roosendaal
Frits Goodings, 25, FC Wageningen
Jerry Haatrecht, 25, Neerlandia, viaggiava al posto del fratello Winston Haatrecht impegnato con la sua squadra, l’sc Heerenveen.
Virgall Joemankhan,20 , Cercle Brugge
Andro Knel, 21, NAC Breda
Ruben Kogeldans, 22, Willem II Tilburg
Ortwin Linger, 21, HFC Haarlem, deceduto tre giorni dopo l’incidente per le ferite riportate
Fred Patrick, 23, PEC Zwolle
Andy Scharmin, 21, FC Twente
Elfried Veldman, 23, De Graafschap
Florian Vijent, 27, Telstar
Nick Stienstra, 33, RC Heemstede (allenatore)