La mano di Dio tra Argentina e Inghilterra

Nell’incontro dei quarti di finale ai Mondiali 1986 in Messico, la retemsegnata di pugno da Maradona. Sulla partita i riflessi della guerra nelle Falkland: da lì è nata la rivalità tra le due nazionali che dura tutt’ora


Il 2 aprile 1982 l’Argentina occupa le isole Falkland, dominio britannico. È la mossa ridicola e disperata di un regime che sta implodendo. La tensione internazionale è alta, gli Usa concedono il loro apporto logistico all’Inghilterra, mentre l’Urss freme per i rapporti commerciali che intrattiene con il paese sudamericano. Dopo un mese di trattative e l’ultimatum all’Argentina, è inevitabilmente guerra. Il 2 maggio, infatti, la flotta inglese bombarda per 19 ore consecutive la costa delle Falkland. Il 13 giugno gli inglesi hanno già annientato le difese militari argentine.La sconfitta del regime militare argentino e la sua risonanza mondiale contribuirono alla fine dello stesso. Dopo meno di un mese l’Italia si laureava per la terza volta campione del mondo e una delle vittime era proprio l’Argentina del giovane Maradona, stella del Barcellona.

Quattro anni più tardi, nel 1986, in Messico si gioca la tredicesima edizione dei Mondiali di calcio. È un miracolo sportivo, poiché il 19 settembre del 1985 il paese è colpito da un tremendo terremoto con epicentro Acapulco, Città del Messico è praticamente distrutta, si pensa di spostare la manifestazione iridata in Brasile o negli Stati Uniti, ma alla fine il Messico ha la forza di organizzare il secondo mondiale della sua storia.

L’Italia, campione del mondo in carica, non è nemmeno figlia di quella di quattro anni prima e ci penserà la Francia di Platini, negli ottavi di finale, a portare a galla tutte le pecche tecnico-tattiche di quella formazione. C’è la sorprendente Urss di Lobanovski, costruita sul blocco della Dinamo Kiev, ma molta curiosità gravita anche intorno alla Spagna di Butragueno, alla Danimarca di Lerby, al Brasile di Socrates, per non parlare di Argentina e Germania Ovest. Alla fine sarà la Francia a bissare il terzo posto del 1958, perdendo la semifinale contro i tedeschi come nel 1982 e la vera sorpresa si chiama Belgio, quello di Jan Ceulemans che fa fuori Urss e Spagna prima di soccombere di fronte al genio di Diego Armando Maradona.

Il fuoriclasse argentino gioca nel Napoli e arriva ai Mondiali messicani in forma smagliante. Non a caso dopo aver regalato il titolo di campione iridato alla sua Argentina, incanterà Napoli con quattro stagioni indimenticabili, centrando due scudetti, una Coppa Italia e una Coppa Uefa.Il commissario tecnico Bilardo ha costruito una nazionale operaia, in cui Maradona è il deus ex machina, Valdano e Burruchaga due giocatori di grande classe e valore, per il resto onesti calciatori votati al sacrificio per il loro capitano, leader dentro e fuori del campo.

L’Argentina è nel girone con l’Italia, Bulgaria e Corea del Sud sono le vittime sacrificali. Maradona segna un gol importante proprio agli azzurri, un gol che farà discutere mesi interi per il non intervento del portiere Giovanni Galli sul tiro dell’argentino. La Seleccion è prima e negli ottavi se la vedrà con l’Uruguay. La gara è difficile e brutta, ma un guizzo di Pasculli, attaccante del Lecce, toglie a Bilardo le castagne dal fuoco. I quarti si giocheranno a Città del Messico, avversario l’Inghilterra.

In Argentina non ci sono più i militari, c’è il presidente radicale Alfonsin, ma la democrazia vera è ancora lontana da venire, con tutti i desaparecidos che chiedono giustizia e in qualche caso vendetta. Il calcio, si sa, è onnivoro e la gara con l’Inghilterra diventa inevitabilmente una “rivincita” della guerra delle Falkland.Gli inglesi lasciano l’iniziativa all’Argentina, forse temono la classe di Maradona. E hanno ragione. La squadra di Bilardo gioca di per sé un calcio minimalista, a tratti addirittura mediocre, ma quando la palla arriva al capitano succede sempre qualcosa e la partita si illumina. Il primo tempo finisce 0-0 senza sussulti o particolari emozioni, riservate tutte per la ripresa.

L’incredibile accade al 51′, quando Maradona si getta su uno spiovente di Valdano deviato dalla difesa inglese e davanti a Shilton assesta un cazzotto al pallone che s’insacca alle spalle del portiere inglese. Lo sgomento, l’indignazione, le proteste feroci dei ragazzi di Robson si scatenano quando vedono l’arbitro tunisino Bennaceur indicare regolarmente il centro del campo. L’Inghilterra vacilla e Maradona, questa volta, fa qualcosa di ineguagliabile: prende il pallone nella propria trequarti, scarta tre avversari, poi un quarto, Shilton e insacca la rete del 2-0, sicuramente uno dei gol più belli dell’intera storia del calcio.

La marcatura di Gary Lineker all’81’ vale solo per le statistiche e per la vittoria del bomber – che proprio in quell’estate passerà dall’Everton al Barcellona – nella classifica cannonieri. Da annotare anche un palo di Tapia e la testa di Borghi che sulla linea salva, su tiro di Barnes, dai supplementari l’Argentina. Un giornale messicano il giorno dopo titola: «Maradona 2-Inghilterra 1».

La rivalità tra Argentina e Inghilterra, dopo quella che lo stesso Maradona aveva definito la “Mano di Dio“, si è rinverdita nelle ultime due edizioni del Mondiale. Nel ’98 ha vinto l’Argentina ai rigori con Beckham espulso per fallo di reazione su Simeone, mentre nel 2002 il rigore dello stesso Beckham ha pareggiato, almeno per il momento, i conti.

“…non sono trascorsi nemmeno cinque minuti dal primo gol che “el pibe de oro” si impadronisce della pelota e l’ accompagna per mezzo campo saltando uno dopo l’ altro Peter Beardsley, Peter Reid, solo Terry Butcher cerca di agguantarlo, ma il terzo Peter (Shilton) ha i secondi contati, mentre Butcher riesce a colpire un piede dell’ avversario. Troppo tardi: Maradona ha già tirato col suo micidiale sinistro, la palla supera Shilton, Maradona rotola a terra, lo stadio è come una bomba, che gol!”
La Repubblica, giugno 1986

Il tabellino del Quarto di Finale a Messico 86:

Città del Messico, Stadio Azteca, 22 giugno 1986
Argentina – Inghilterra 2-1
Reti: 1:0 Maradona 51, 2:0 Maradona 56, 2:1 Lineker 81
Argentina: Pumpido – Cuciuffo, Brown, Ruggeri, Olarticoechea – Batista, Giusti, Burruchaga (76 Tapia), Enrique – Valdano, Maradona (c)
Inghilterra: Shilton (c) – G.M.Stevens, Butcher, Fenwick, Sansom – Hoddle, Steven (76 Barnes), Reid (66 Waddle), Hodge – Lineker, Beardsley
Arbitro: Bennaceur (Tunisia)