BELLOUMI Lakhdar: il mago del Maghreb
Considerato il migliore della storia del suo paese e uno dei migliori d’Africa, nel 1981 si è aggiudicato il Pallone d’oro africano e ha preso parte con l’Algeria ai Mondiali del 1982 e del 1986.
Considerato il migliore della storia del suo paese e uno dei migliori d’Africa, nel 1981 si è aggiudicato il Pallone d’oro africano e ha preso parte con l’Algeria ai Mondiali del 1982 e del 1986.
Ci sono molti calciatori che hanno contribuito a creare legami tra Romania e Serbia. Tra questi, sicuramente meno famoso del celebrato Miodrag Belodedici, c’è Virgil Popescu. Questo rumeno, dimenticato dal tempo, si trasformò nel serbo Popesku. Per scelta politica e per amore della Serbia
Ancora oggi venerato come un eroe in Danimarca, Middelboe era un half-back abile e imponente che forgiò la sua fama nell’arena olimpica prima di lasciare il segno nella storia del calcio inglese.
Prese il Cesena dallo zio Dino Manuzzi e fu subito Serie A. Ben tre degli allenatori che lanciò (Bagnoli, Bigon e Lippi) volarono verso lo scudetto. «Il nostro obiettivo è vendere ogni anno un buon giocatore per comprarne tre discreti»
Nelle varie squadre in cui ha militato, questo elegante centrocampista è sempre stato l’ispiratore del gioco. Chiuso da Zico in nazionale, non ci pensò due volte ad andare a monetizzare il suo talento in Arabia Saudita
PROLOGO C’erano una Volta Sette Nani. C’era una squadra tutta talento e allegria, divertimento e gloria. Un gruppo di amici, professionisti finché si vuole ma soprattutto amici. Non è che … Leggi tutto
L’umana vicenda di un calciatore soprannaturale Josè Ramos do Nascimento voleva che almeno uno dei suoi figli diventasse calciatore. Come tanti papà di pelle scura depositati nelle favelas, Josè Ramos … Leggi tutto
E’ stato il capitano della grande Inter euromondiale: aveva un rapporto difficile con Herrera ma era amatissimo da Moratti e dai tifosi. Il dramma della morte precoce.
Icona, idolo, fuoriclasse di fama planetaria: la sua storia attraversa un ventennio di quella del Manchester United, di cui è stato il simbolo indiscusso. Ryan è stato la costante dei successi del club inglese in tutto il mondo, quel “Fattore G” che ha modificato geneticamente i Red Devils, rilanciandoli ai fasti di un tempo a forza di corsa, dribbling, cross e reti.
Dicevano che non sapeva giocare, eppure Dadà segnava a raffica. Tanto da stabilire il record di reti in una sola partita: ben dieci.
A lui si ispirò Lino Banfi nel mitico «L’allenatore nel pallone»: dietro Canà c’era – in chiave comica – Oronzo Pugliese. Pirotecnico motivatore di squadre spesso modeste e fenomeno del calcio anni Sessanta, Pugliese ebbe una storia più cinematografica di un film.
Nessuno in maglia cruzmaltina ha segnato più di questo centravanti prolifico e spettacolare, entrato nella storia del calcio brasiliano per la rivalità con Zico
Il suo primato di 33 gol nel campionato a 18 squadre resiste dal 1959. Lo stabilì nell’Inter prima dell’arrivo di Helenio Herrera con cui non andò d’accordo. Dopo le incomprensioni l’argentino passo alla Roma.
Grande intenditore di calcio e di uomini, portò il Foggia in B all’esordio centrando poi anche la prima storica promozione nella massima serie in cui restò per tre campionati. Lasciò dopo 6 anni con 26 milioni di attivo in banca
Originario della Guadalupa, approda poi in Francia, dove diventa il miglior libero dell’Esagono. Ajaccio, Marsiglia e Bordeaux le tappe di una brillante carriera cui sono mancati però i successi con la Nazionale
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