Colonia 1977/78, elogio della differenza reti

Fu l’anno in cui la squadra di Weisweiler conquistò la Bundesliga, a spese del Borussia Mönchengladbach, grazie al minor numero di gol subiti. Ed in quella stagione, il club della Renania vinse anche la Coppa della Germania Occidentale.


Vincere il campionato nazionale avendo subito tre reti in meno rispetto ai rivali in classifica. La Bundesliga, conquistata dal Colonia nella stagione 1977/78 a spese dei campioni in carica del Borussia Mönchengladbach, arrivò al termine di un lunga, estenuante ed incerta volata finale. Un epilogo al cardiopalma, deciso dalla differenza reti che favorì la squadra renana guidata dal tecnico Hans “Hennes” Weisweiler, pietra miliare della storia del Colonia da giocatore e da allenatore. Tra il 1970 e il ’75, alla guida del Borussia Mönchengladbach, Weisweiler vinse tre campionati, una Coppa nazionale e la Coppa Uefa. Nel 1980 si trasferi negli States per allenare il Cosmos di Chinaglia, Pelè e Beckenbauer. Il Colonia ‘77/78 si schierava con Schumacher, Cullmann, Gerber, Konopka, Strack, Zimmermann, Okudera, Flohe, Dieter Muller, Neumann e Van Gool. Fu questo l’undici titolare che centrò l’accoppiata campionato-coppa di Germania.

Tra i pali spiccava Harald Schumacher, 23 anni, estremo difensore di elevata affidabilità, destinato a diventare una colonna della nazionale tedesca che vinse il titolo europeo nel 1980 e fu vicecampione mondiale due anni dopo e nel 1986. Dopo alcuni provini con esito negativo, Schumacher venne prelevato dal Colonia. Sfruttò nel migliore dei modi un infortunio del portiere Gerhard Welz, diventando titolare del club renano. Il giovane estremo difensore palesò subito sicurezza, agilità, coraggio ed autorevolezza tra i pali ed in uscita, diventando presto il beniamino dei tifosi. Il mito di Schumacher non era Sepp Maier bensì Anton Turek, il portiere della nazionale teutonica campione del mondo nel ’54. Decise, infatti, di farsi chiamare “Tony” in suo onore. “Agile come un diavolo, i sedici metri dell’area di rigore mi appartengono e la porta è un tempio sacro da proteggere ad ogni costo”: fu questa la filosofia calcistica di Schumacher.

In difesa, i punti fermi erano il venticinquenne Harald Konopka, alla sua sesta annata con i “caproni” di Colonia, e Gerhard Strack, giocatore nel giro della nazionale nei primi anni 80. Altra colonna arretrata della squadra di Weisweiler fu il baffuto Herbert Zimmermann che dopo un inizio di carriera da attaccante, arrivato al Colonia dal Bayern Monaco, cambiò ruolo, conquistandosi anche un posto in nazionale per il Mondiale d’Argentina. Roland Gerber fece il pieno di presenze mentre a centrocampo trovò ampio spazio Yasuhiko Okudera, il primo calciatore nipponico a giocare in Europa. Nell’estate del ’77, Weisweller si accorse di lui in Germania dove Okudera si era recato per una serie di amichevoli con il club giapponese del Furukawa. Nella Bundesliga ‘77/78 incise in modo fondamentale un gol del giocatore asiatico, decise nel finale della sfida casalinga contro lo Stoccarda, alla penultima di campionato.

Konopka e Dieter Muller

In quel Colonia, un posto di riguardo spetta a Dieter Muller e Heinz Flohe. Il primo, 23 anni, fu il capocannoniere del campionato con 24 gol realizzati a suon di prestazioni pirotecniche. Tra le vittime di Muller vi fu il Werder Brema che il 17 agosto ’77 tornò dalla trasferta al Mungersdorfer Stadion, alla terza d’andata, con sette gol sul groppone, sei dei quali realizzati proprio dal bomber del Colonia, ancora oggi record di marcature segnate in una sola partita. Con la maglia della nazionale tedesca, Dieter Muller è ricordato per l’ottimo rendimento agli Europei del 1976 dove si laureò capocannoniere della manifestazione. Indimenticabile fu la sua tripletta rifilata in semifinale ai padroni di casa della Jugoslavia.

A centrocampo si mise in grande evidenza Heinz Flohe, soprannominato Flocke, che a 29 anni, nel pieno della maturità calcistica, disputò una stagione memorabile, contrassegnata da ben 14 reti, tra cui quella pesantissima al Borussia Mönchengladbach nella sfida del girone di ritorno. Flohe, deceduto nel 2013 dopo essere stato colpito da un’emorragia celebrale tre anni prima, occupa un posto di riguardo tra i tifosi del club renano che nel ricordare quella splendida annata non possono fare a meno di sottolineare l’alto rendimento del centrocampista di Euskirchen. Un altro valido elemento nelle strategie tattiche di Weisweiler fu Bernd Cullmann che grazie all’ottimo rendimento di quella stagione conquistò la convocazione in nazionale per il mondiale argentino.

Tra i titolari vi fu anche Herbert Neumann, attaccante uscito dal vivaio del club che lo fece debuttare in prima squadra ad appena 17 anni. Grazie ad alcune prestazioni molto convincenti con la maglia dell’Under 21, il Ct Helmut Schön lo convocò in Nazionale maggiore dandogli il privilegio, sia pur per un incontro amichevole, di giocare in una squadra che annoverava campioni del calibro di Sepp Maier, Berti Vogts, Manfred Kaltz e Karl-Heinz Rummenigge. Nei primi anni 80, Neumann approdò in Italia, militando nell’Udinese (con un discreto rendimento) e nel Bologna dove non lasciò praticamente traccia anche a causa di un infortunio. D’alto livello fu anche la stagione dell’ala destra belga Roger Van Gool, autore di 12 reti in campionato. Per averlo in squadra, il Colonia sborsò la cifra, iperbolica per quei tempi, di un milione di marchi.

Heinz Simmet (elemento versatile, che si adattava bene sia come centrocampista sulla linea mediana sia da attaccante) collezionò numerose presenze in quella stagione andando anche in gol in una circostanza. Per il centrale difensivo Wolfgang Weber, la stagione del “double” fu l’ultima con la maglia del Colonia, società in cui militava dal 1963. Di questo giocatore si ricorda soprattutto il gol del pareggio, quasi allo scadere dei tempi regolamentari, nella finale del Campionato del Mondo ’66, poi persa ai supplementari dai tedeschi. Evanescente, invece, fu l’apporto del giovane attaccante danese Preben Larsen Elkjaer. Il futuro protagonista della cavalcata scudetto del Verona di Bagnoli fu utilizzato dal Colonia con il contagocce, collezionando appena nove presenze tra il ’76 e il ’78.

I principali rincalzi della squadra renana furono Dieter Prestin, Holger Willmer, Hennes Lohr, Jurgen Glowacz ed Herbert Hein. A contendere fino all’ultima giornata il titolo al Colonia furono i campioni in carica del Borussia Mönchengladbach di Udo Lattek. Una squadra che poteva contare sul Pallone d’Oro Allan Simonsen, su giocatori di elevato valore come Vogts, Bonhof, Stielike e Heynckes. Una squadra oltremodo collaudata e capace di conquistare per ben cinque volte la Bundesliga nelle ultime otto edizioni.

L’avvio di stagione non fu positivo per il Colonia. Nella gara d’esordio di campionato, il 6 agosto ’77 sul campo del Fortuna Dusseldorf, i Caproni rimediarono una sonora sconfitta (5-1) dopo l’illusorio vantaggio iniziale di Willmer. Le prime uscite furono all’insegna della discontinuità di rendimento per gli uomini di Weisweiler. All’abbuffata casalinga di reti contro il Werder Brema (7-2), dopo il netto successo esterno a spese del Bayern Monaco, alle prese con una pessima annata, il Colonia rimediò tre sconfitte consecutive contro Saarbrücken, Shalke 04 e Amburgo. Una serie negativa che aprì la crisi della squadra che si allontanava ad ampie falcate dalla zona alta della classifica. Il riscatto arrivò presto.

Sul campo del Borussia Mönchengladbach, il Colonia vinse di goleada. Al Bökelbergstadion, Prestin sbloccò il risultato con una facile conclusione sottomisura, Neumann (di testa) siglò il raddoppio, chiudendo la prima frazione sul 2-0 per gli ospiti. Nella ripresa, il Borussia riaprì la partita con Bonhof prima della grandinata renana targata Prestin, Konopka e Muller. Fu il momento della consapevolezza, la presa di coscienza della grande forza di una squadra che Weisweiler stava modellando nel modo migliore.

Pur con qualche passaggio a vuoto anche nel girone di ritorno, il Colonia arrivò con lo scettro della capolista al match di ritorno contro la compagine di Mönchengladbach, partita molto delicata per gli equilibri in classifica e per il morale. Ad evitare la sconfitta, dopo il vantaggio di Simonsen nel primo tempo, con un preciso pallonetto sull’uscita di Schumacher, fu Flohe con una staffilata sotto la traversa a 5’ dal termine. La strada verso il titolo, tuttavia, non era ancora del tutto esente da rischi per i bianchi di Colonia che subì un’inattesa sconfitta interna contro l’Eintracht Francoforte. Un ko che consentì al Borussia di agguantare in testa la compagine renana a tre turni dalla fine del campionato. Cominciò una delle volate più entusiasmanti per la conquista del titolo, con i renani in vantaggio per la miglior differenza reti rispetto ai puledri allenati da Lattek.

Le ultime tre partite furono all’insegna delle goleade. Il Borussia rifilò un 6-2 all’Amburgo e vinse 12-0 contro il Borussia Dortmund (ancora oggi si tratta della vittoria più larga nella storia della Bundesliga). Gol che non bastarono per scavalcare la squadra di Weisweiler che, con il 5-0 esterno sul campo del St. Pauli all’ultima giornata, vinse il titolo grazie alla miglior differenza reti: stesso numero di gol fatti con il Borussia (86) ma tre gol in meno subiti (41 contro 44). Al terzo posto, staccato di otto lunghezze, il sorprendente Hertha Berlino allenato da Kuno Klötzer. Il Bayern Monaco si piazzò dodicesimo, a distanza siderale dal vertice della classifica. Per i renani fu il secondo titolo nazionale. Dopo nove anni di dualismo targato Bayern Monaco e Borussia Mönchengladbach, la Bundesliga trovava una nuova squadra regina: il Colonia. A rendere memorabile la stagione ‘77/78 del Colonia arrivò anche il successo in Coppa di Germania, piegando in finale il Fortuna Dusseldorf grazie alle reti di Cullmann e Van Gool nella ripresa. L’unica delusione di quella stagione memorabile fu l’eliminazione al primo turno di Coppa delle Coppe ad opera del Porto.

La conquista del double fu il capolavoro di Weisweiler che riuscì a far diventare una vera corazzata che, un anno dopo, sfiorò la finale di Coppa dei Campioni. Contro i futuri campioni del Nottingham Forest, dopo il rocambolesco 3-3 in terra inglese, in una delle partite più belle della storia delle coppe europee, i tedeschi vennero battuti in casa da un gol di Bowyer nella semifinale decisiva. Quella rete impedì al Colonia, rafforzato dalla presenza di Bernd Schuster a centrocampo, di completare nel migliore dei modi un biennio indimenticabile.

TESTO DI SERGIO TACCONE, Autore di “Quando il Milan era un piccolo diavolo” (Limina), “Milan Story” (Edizioni della Sera) e “La Mitropa Cup del Milan” (Urbone Publishing).