DJORKAEFF Youri: snake man

Lione, 9 marzo 1968. In una fredda giornata di fine inverno nasce a Lione Youri Djorkaeff, figlio dell’ex capitano della nazionale francese Jean Djorkaeff. Youri dimostra sin da subito di voler ripercorrere la carriera del padre e inizia a sedici anni a giocare presso il Grenoble, club militante nella seconda divisione francese.

Dopo le prime due stagioni in cui fa fugaci presenze in prima squadra, Djorkaeff diventa titolare inamovibile a 18 anni a partire dalla stagione 1986/1987 (la terza nel club) in cui realizza i suoi primi gol da professionista e scende in campo per 26 volte. In totala a Grenoble Djorkaeff disputa 82 presenze e realizza 23 gol prima di trasferirsi nel corso della stagione 1989/1990 allo Strasburgo, squadra militante sempre in seconda divisione.

L’impatto nello Strasburgo è devastante, Djorkaeff aggregatosi in squadra a campionato iniziato realizza 21 reti in 28 partite e si laurea Capocannoniere nonché lo status di giovane più promettente del campionato cadetto e seguito così dai grandi club della Ligue 1. A riuscire ad ingaggiarlo è il Monaco, squadra a cui Djorkaeff si trasferisce durante la stagione successiva non prima di salutare i tifosi del Grenoble realizzando 4 reti nelle prime 7 partite del campionato.

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A Monaco Djorkaeff non paga lo scotto dell’esordio in massima serie e completa la sua prima stagione con un incoraggiante score di 20 presenze e 5 reti e la vittoria della Coppa della Francia. Presso la squadra monegasca Djorkaeff milita per altre quattro stagioni in cui realizza 55 reti, ottiene il titolo di Capocannoniere nel 1994, uno Scudetto, due Coppe di Francia e la prima convocazione nella nazionale transalpina. Nella stagione 1995-1996 Djorkaeff, diventato oramai uno dei giocatori di punta del campionato francese, lascia il Monaco per accasarsi al Paris Saint German.

La stagione in riva alla Senna è favolosa: realizza 17 gol in 44 presenze tra campionato e coppe, rivince il Campionato Francese, la Coppa di Francia e conquista il primo titolo europeo grazie alla vittoria nella finale di Coppa delle Coppe per 1-0 contro il Rapid Vienna. A Parigi Djorkaeff gioca solo quella stagione fantastica perché in estate giunge un’offerta irrinunciabile e una sfida importante: riportare l’Inter al successo in Italia e in Europa.

Parigi, 6 maggio 1998. Arrivato all’Inter come uno dei grandi acquisti del mercato estivo, Djorkaeff non delude le attese e al suo debutto in Italia realizza 14 reti in 33 partite. L’Inter conclude la stagione al terzo posto dietro Juventus e Parma e a maggio la finale persa nella doppia sfida contro lo Schalke 04 decreta l’ennesima stagione per l’Inter senza trofei. Nella stagione 1997/1998 è aria di grandi cambiamenti in casa Inter: arrivano Simoni, Moriero, Cauet, West, Zia Elias, Simeone, Recoba e soprattutto Ronaldo, l’attaccante più forte nel panorama europeo e forse mondiale del periodo. Ronaldo e Djorkaeff formano una delle coppie più forti d’Europa e l’Inter si lancia da subito all’assalto della Serie A e della Coppa Uefa.

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L’Inter parte forte e nello scontro diretto contro la Juventus batte i bianconeri a San Siro con una rete di Djorkaeff e allunga in classifica. La Juventus non molla e approfittando dei passi falsi dei nerazzuri chiude il girone d’andata al primo posto e dà vita a un lunghissimo testa a testa condito da emozioni e polemiche che porta le due squadre ad affrontarsi nella grande sfida a Torino del 26 Aprile 1998. Quel giorno a Torino le due squadre si sfidano con un solo punto di differenza e in un mare di polemiche la Juventus vince per 1-0 grazie a una rete di Del Piero e si aggiudica lo scudetto.

Nel frattempo i milanesi erano giunti in finale di Coppa Uefa grazie alle giocate di Ronaldo e alle magiche reti di Moriero e carichi di rabbia per l’esito del campionato, si apprestano ad affrontare la Lazio in una finale tutta made in Italy. La finale si disputa nella Parigi tanto fortunata per Djorkaeff e i nerazzurri disputano una delle più belle partite del decennio distruggendo la Lazio per 3-0 grazie alle reti di Zamorano, Zanetti e Ronaldo. Djorkaeff vince il suo secondo titolo europeo degli ultimi tre anni più la finale persa l’anno prima, i Mondiali di Francia sono alle porte e lui dopo aver vinto in Europa è pronto a vincere un’altra cosa: il mondo.

Saint Denis, 12 luglio 1998. La Francia arriva al Mondiale di casa carica di pressioni in quanto paese ospitante e in virtù dei deludenti risultati delle ultime edizioni, riscattate in parte dallo splendido Europeo perso sfortunatamente in semifinale due anni fa in semifinale contro la Repubblica Ceca in cui Djorkaeff aveva realizzato la rete del pari con la Spagna e i rigori contro Olanda e Repubblica Ceca. Nonostante tutto ciò la marcia dei transalpini è devastante: 3-0 al Sudafrica, 4-0 all’Arabia Saudita e nell’ultima gara del girone 2-1 alla Danimarca in cui Djorkaeff su rigore realizza la rete del vantaggio nella sua nativa Lione. Agli ottavi un golden gol di Blanc condanna il Paraguay, ai quarti i rigori l’Italia, in semifinale una doppietta di Thuram la Croazia.

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In finale in una Saint Denis di 80.000 tifosi colorati di bleu i transalpini affrontano il Brasile campione in carica e guidati da Ronaldo, indiscussa stella del torneo, vittima poche ore prima della gara di un misterioso malore mai svelato che ne mette in dubbio la presenza e condiziona pesantemente la sua prestazione. Djorkaeff è ancora una volta titolare nella prima finale mondiale della Francia della storia e nel primo tempo i bleus vanno negli spogliatoi in vantaggio per 2-0 con una doppietta di testa di Zidane. In pieno recupero Petit sigla il gol definitivo 3-0 e la Francia intera esplode di gioia per il suo primo e finora unico titolo mondiale, seguiranno a breve distanza le vittorie nell’Europeo del 2000 e della Confederation Cup 2001. Djorkaeff entra a pieno titolo nella storia della propria nazionale e ci rimane per sempre.

Dopo il Mondiale di Francia Ronaldo inizia il proprio calvario fisico e Djorkaeff vive una stagione non alla testa delle precedenti in cui segna solamente 8 reti in 25 presenza. Dopo quella stagione l’Inter decide di cederlo ai mediocri tedeschi del Kaiserslautern lasciando così molti dubbi tra i tifosi sulla cessione così sbrigativa del talento francese. Da quel momento inizia per Djorkaeff una fase minore della carriera caratterizzata da numerosi trasferimenti e alterne prestazioni. In Germania Djorkaeff milita per 2 stagioni in cui realizza 14 reti e conduce il Kaiserslautern ai migliori risultati in Bundesliga della storia del club.

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All’inizio della stagione 2001-2002 si trasferisce in Premier League presso le fila del Bolton in cui insieme al nigeriano Jay Jay Okocha forma uno dei tandem più fantasiosi e apprezzati del campionato. Dopo una prima stagione in cui realizza solo 12 presenze Djorkaeff trova continuità di gioco e realizza 16 reti in 63 presenze nonostante l’età avanzata (all’epoca aveva 36 anni). Le buone prestazioni col Bolton fanno sì che a 37 anni venisse ingaggiato dal Blackburn, squadra in cui gioca la sua ultima stagione in Europa prima di trasferirsi negli Stati Uniti presso i Metro Stars. Negli USA Djorkaeff è il primo francese a debuttare nel campionato a stelle e strisce e dopo una stagione condita da 10 reti in 24 presenze cambia ancora una volta squadra, per l’ultima volta, accasandosi presso i Red Bull di New York.

A New York a 38 anni chiude la carriera, in tempo però per una piccola polemica con la sua squadra. Djorkaeff infatti dopo aver lasciato temporaneamente gli Stati Uniti per scappare in Francia con la scusa di un grave problema familiare, viene inquadrato dalle telecamere di tutto il Mondo a Francoforte a tifare sugli spalti nella partita del Mondiale tra Francia e Brasile scatenando così le proteste della dirigenza newyorkese. Dopo il ritiro Djorkaeff si è dedicato alla musica rap facendosi apprezzare più per le doti calcistiche che canore, chissà che tra i suoi progetti futuri non ci sia un ritorno in Italia.

Abbiamo ricalcato la carriera dell’indimenticato talento francese, uno dei pochi giocatori ad essere apprezzato grazie al suo talento anche dai tifosi delle squadre avversarie. In Italia Djorkaeff ha giocato tre stagioni indimenticabili prima di essere stato frettolosamente ceduto in Germania, peccato, avrebbe potuto regalare ancora molto al nostro campionato.Grande giocatore o campione a metà questo spetta a voi deciderlo, fatto sta che Djorkaeff è stato uno dei talenti più puri degli ultimi anni, un concentrato di fantasia e tecnica che tanto piace agli amanti del calcio.

Fabrizio Felice Scoglio