GIGI RIVA – Agosto 1975

Dal ritiro del Cagliari, sotto le istruzioni del nuovo allenatore Suarez, Riva si ripromette di tornare quello di un tempo…

Si risente il tuono, si presenta Riva. Sarà un temporale d’estate?

FOSDINOVO – Via Rivera, via Chinaglia: i «perso­naggi» della pedata itali­ca assottigliano le proprie file. Di nuovi, già pronti, non ce ne sono molti. E quelli che restano devono fare il karate con gli anni che incalzano e l’età della pensione che si avvicina. Gigi Riva fa riflessioni di que­sto tipo mentre suda nel «riti­ro» di Fosdinovo, all’ombra del­le Apuane, in un piccolo ma in­cantevole centro sportivo che hanno costruito a tempo di re­cord, quasi esclusivamente per lui.

La prospettiva di un clamoro­so rilancio sulla scena-madre del campionato gli dà energie suf­ficienti per combattere la per­sonale battaglia contro il «ge­mello» pelvico che la stagione scorsa lo costrinse al «palo». «Luison» ha fatto sabbiature specifiche in Sardegna, i medici giurano che è completamente re­cuperato. Lui lo spera, fa gli scongiuri, sorride. Abbronzatissimo, tirato a lucido, senza pro­blemi di forma e di peso.
«Potrei essere alla vigilia di due stagioni favolose — scandi­sce — ho voglia di prendermi clamorose rivincite».
La disponibilità di Gigi al dia­logo garantisce per questa ritrovata serenità. Spende persino parole sulla «sparizione» di Ri­vera e Chinaglia.

«I loro casi li ho vissuti da lontano, bisognerebbe essere dentro i personaggi per capire appieno le questioni. Alla larga da me, quindi, la voglia di trin­ciare giudizi. E’ un fatto, però, che Rivera e Chinaglia potranno anche essere Sostituiti nelle ri­spettive squadre. A suo tempo l’ho detto anche per me: nessu­no è indispensabile. Il Milan, persa la «sudditanza» al Gian­ni, potrebbe esprimersi in ma­niera diversa, anche se la defe­zione, ovvio, è notevole. E quel Ferrari, nella Lazio, i gol di Chinaglia potrebbe fedelmente co­piarli. E’ un tizio che ha sempre segnato, in C ed in B. E chi fa i gol, è capace di metterli den­tro in ogni categoria».

Il gol quindi. Riva ed il gol: un binomio inscindibile, da ogni angolazione andiamo a rimirar­lo.
«Io gioco per questo. Il gol è proprio il mio mestiere. Mi chie­dono se sarei disponibile ad adattarmi in una posizione arre­trata, in”zona costruttiva”, per intenderci. Rispondo che se certe necessità lo impongono, come l’anno scorso quando c’e­ra da schiumare rabbia per tenere gli 0-0 che facevano clas­sifica, posso anche adattarmi per il bene della squadra. Ma personalmente mi piace andare sotto, mi son fatto un nome per questa specialità, non ci posso rinunciare…».

E nemmeno Suarez, se è per questo…
«Appunto. Questo Cagliari mi piace, se i”ragazzini”miraco­losi dell’anno passato, diciamo i Quagliozzi, i Virdis, i Roffi e compagnia, dimostreranno di poter sostenere il ruolo di primattori fino alla fine del torneo prossimo, questo Riva che ri­trovate con l’entusiasmo degli anni d’oro, potrebbe ancora le­varsi degli sfizi!».

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I gol di Riva potrebbero esse­re importanti, al campionato, anche per restituire una precisa credibilità al calcio nostrano squassato dalle troppe polemi­che, dall’Hilton degli intrallazzi e dei «mediatori», dalle minac­ce di scioperi proclamate dall’A.I.C, dai troppi bilanci di ge­stione in stato fallimentare.
«Chiaro che dobbiamo rico­minciare a giocare un calcio più spettacolare, meno sparagnino. Per questa ragione una iniezio­ne di stranieri avrebbe anche potuto starci bene. Ma molto li­mitata. Una decina di”pezzi”, non di più. Cruijff, per esem­pio, poi Netzer, magari Neeskens e qualche altro di scuola tedesco-olandese. Però liberaliz­zare l’importazione avrebbe po­tuto significare l’invasione dei Siciliano, dei Colella ecc., ricor­date?, gente che veniva a portarci via fior di soldi e rubare il posto ai”ragazzini”nostrani di belle speranze».

Non sei per la fuga dei capi­tali, insomma…
«Abbiamo già tanta miseria, da noi. Perché mandare i soldi fuori? I due miliardi di Ferlaino per Savoldi, almeno, sono rima­sti sulla ribalta dell’Hilton, dentro le mura domestiche. E’ cer­to che la crisi economica che scuote il paese si riverbera an­che sul calcio. Non è vero che la gente non crede più nel foot­ball e nei suoi personaggi, a parte le mille polemiche. E’ in­vece vero che la gente va meno allo stadio perché assistere alla partita domenicale rappresenta un lusso, oggi. Quando ero un ragazzotto, da Liggiuno, il mio paese, andavano tutti in massa a vedere la «grande» Inter. Adesso per filare a S. Siro ci vo­gliono 30.000 lirozze a testa. Proibitivo, per la maggior par­te. Meglio attendere la sera, per la”Domenica Sportiva”. Pro­vate a dire se non è vero…».

Per tutti questi fatti che ri­bollono nel calderone potrebbe essere un campionato da «mo­tivi» inediti, non credi?
«Di questo dubito molto. Sa­rà il salito calcio.”Olandesizzazione”o meno, noi si gioca sem­pre nella stessa maniera. Anche la stagione passata doveva succedere lo sconquasso, poi, salvo il Napoli che è venuto davvero a dire qualcosa di nuovo, gli altri non hanno proprio offerto la luna! Solito”refrain”, quindi, sul piano tattico-tecnico».

Allora potrebbero cambiare i protagonisti?
«Ecco, qui sono più ottimista. Io vedo bene il Torino, se mi permettete una previsione di larga massima. Lo metto sulla stessa linea di Napoli ed Juve. E’ forte, ha fatto acquisti essen­ziali ed indovinati. E poi ha Gi­gi Radice in panchina …».

Ma davvero è tanto forte que­sto Radice?
«Io lo ritengo fra i cinque migliori tecnici d’ltalia. Vera­mente forte. A Cagliari, l’anno scorso, operò un autentico mira­colo. E badate che quando arrivò lui eravamo davvero messi molto male».

E Suarez?
«Lui dice che ha il mio stes­so carattere. Pochi discorsi e cercare il sodo. Non ho proble­mi: legheremo certo. Del resto Luis viene da un’esperienza al­l’Inter che avrebbe fatto trema­re le vene a tutti…».

Già. Lassù c’erano troppi gal­li. Qui, in fondo, c’è solo Riva!
«Non sono un”gallo”. Sono uno che ho trovato la giusta di­mensione, che dal calcio ha avuto tutto, che vuole ancora da­re due anni importanti. Legherò con Suarez come un”pi­vello”qualsiasi».

Gigi Riva minaccia tempesta, è ancora «Rombo di Tuono» lo promet­te solennemente. Sarà solo un temporale d’estate, oppure…?

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