Liverpool-Alaves: 9 reti sopra il cielo

Uno sfortunatissimo golden autogoal sconfigge gli spagnoli dell’Alaves, assegnando la finale della Coppa UEFA di calcio al Liverpool a conclusione di un’incredibile quanto appassionante partita: 5-4 il punteggio finale, al 26mo dei tempi supplementari, dopo che i tempi regolamenteri si erano chiusi sul 4-4.


Ve l’immaginate un Sassuolo o uno Spezia in finale di Europa League contro il Liverpool? Ci vuole un bel po’ di fantasia, in effetti: come potrebbe una squadra che non ha mai giocato in Europa, che ha un albo d’oro desolatamente vuoto e che schiera giocatori indigeni e stranieri senza pedigree, arrivare fino in fondo al primo tentativo in finale e poi osare sfidare un club ricco e pieno di storia, con tante «stelle» in campo e 37 trofei in bacheca? Non c’è dubbio: sarebbe una splendida favola.
La finale di Coppa UEFA 2000/01 tra Liverpool-Alavés è stata tutto questo. 37 trofei, di cui 6 Coppe Europee (4 Campioni, 2 Uefa) in bacheca contro 0, 28 «campagne» europee contro 1, una lunga frequentazione dei quartieri alti contro solo tre anni di Liga.

SOGNO BASCO

L’Alaves è l’espressione calcistica di Vitoria, capoluogo della provincia Alava e capitale amministrativa dei Paesi Baschi. Ha 80 anni di storia alle spalle, ma soltanto 8 stagioni in «Primera Division»; 13.500 soci e uno stadio, il «Mendizorroza», che non arriva ai 20.000 posti. Al suo debutto assoluto in Coppa Uefa, vince 7 partite su 12, perso soltanto uno dei due derby iberici contro il Rayo Vallecano e fatto piangere rivali blasonate come i norvegesi del Rosenborg, l’Inter umiliata a San Siro e i tedeschi del Kaiserslautern, schiacciati in semifinale con un clamoroso 9-2 complessivo.

Il tecnico protagonista del miracolo è José Manuel Esnal, detto «Mané», 53 anni, allenatore baffuto e ruspante, che in carriera fino a questo momento ha vinto due campionati di 3a divisione e due di 2a. Mané ha fiuto su mercati poco battuti. E così che ha scovato il romeno Contra, il croato Vucko, il norvegese Eggen, ed è stato bravo nel rilanciare il serbo Tomic tenuto in naftalina dalla Roma, il bomber Javi Moreno scartato dal Barcellona e Jordi Cruijff, stanco di vincere nel Manchester senza però giocare e che tenta di conquistare un trofeo della Vecchia Europa 28 anni dopo l’ultimo di suo padre con l’Ajax.

Poi, è stato chiaro nell’attribuire i ruoli: 15 «titolari», il resto a far gruppo e ad aspettare, tranquilli, il loro turno. Che, soprattutto in Europa, è arrivato spesso. Tre esempi: Epitié, ragazzo della squadra B, decisivo contro il Lillestroem; Ganan, zero minuti nella Liga, ha segnato un gol al Kaiserslautern; Vucko, panchinaro fisso o quasi, in Uefa vanta 4 reti in 211 minuti.

L’Alaves allenato da José Manuel Esnal, detto «Mané»

RED DEVILS

Il Liverpool non ha quasi bisogno di presentazioni. E’ diretto dal Houllier, tecnico francese che aveva sostituito Evans nel Novembre del 1998, dopo che i due avevano convissuto in una sorta di duomvirato; facendo sua e adattando la massima di Churchill secondo cui la democrazia funziona quando a decidere sono in due e uno è malato. Evans fa un passo indietro ritenendo che la situazione fosse solo portatrice di confusione; Houllier diventa quindi manager in solitaria, restandolo fino al 2004.

Raccoglie i frutti del vivaio che stanno sbocciando proprio in quel periodo, e oltre agli ormai affermati Robbie Fowler, McManaman (che tuttavia lascierà presto, direzione Real Madrid), e i giovani Michael Owen, Jamie Carragher, Steven Gerrard, aggiunge pian piano i vari Babbel e Hyypia, che diventerà capitano dei Reds. Houllier ci mette tre anni, e riporta il Liverpool in alto.

Il percorso in UEFA dei Reds è ad ostacoli e dopo i facili primi turni si trova ad affrontare la Roma negli ottavi. I giallorossi si fanno fermare dai Reds con il Wonderboy britannico Owen che gela l’Olimpico con una doppietta chiudendo già i conti allandata. Il Porto nei quarti non impensierisce i Reds, che mostrano di nuovo un Owen in gran spolvero. Di tutt’altro tenore la semifinale con il Barcellona. Al Camp Nou il Liverpool fatica a innescare il contropiede portando comunque a casa un utile 0-0. Sul terreno amico gli inglesi sono più aggressivi e determinati e passano nel finale del primo tempo con un rigore di Gary McAllister. Tanto basta per tornare in finale sedici anni dopo la tragica serata dell’Heysel.

LA FINALE

L’atto finale è degno e folle in campo, ma una vera e propria festa vera fuori. Nulla da vedere con l’indecente spettacolo offerto l’anno prima a Copenaghen dalle squadracce di tifosi ubriachi e violenti di Arsenal e Galatasaray, che seminarono il panico per 24 ore nel centro della capitale danese. Inglesi e baschi si mescolano per le vie di Dortmund e nemmeno una serie di acquazzoni raffreddano il loro entusiasmo. Fra epiche bevute di birra e di vino Rioja, colossali mangiate di wurstel e di una paella gigante preparata sotto il tendone che accoglie i 13 mila dell’Alaves, le ore della vigilia scivolano via lievi e gaie. Poi, tutti allo stadio.

All’appello, almeno per 20′, manca però la squadra-miracolo. Il primo tiro in porta è subito gol : punizione di McAllister, Babbel brucia Astudillo e insacca di testa dopo 3 minuti e 2 secondi. L’Alaves barcolla già, reagisce al 13′ con una punizione di Óscar Téllez, deviata in corner da Westerveld, ma al 16′ capitola di nuovo su un’intesa dei due baby d’oro inglesi: Owen lancia in profondità Gerrard che spara un destro letale. Sembra il colpo del ko e invece Mané azzecca la mossa che al 23′ sveglia i suoi e ribalta l’inerzia del match: fuori Eggen, difensore statico, dentro Ivan Alonso, punta indiavolata. Passano 4′ e l’uruguagio firma l’1-2, di testa, saltando sopra Babbel, sul cross del romeno Contra.

Adesso anche il Liverpool passa un brutto quarto d’ora. La squadra che aveva chiuso senza reti al passivo 9 delle prime 12 partite Uefa, va in crisi sulle folate basche. Westerveld, olandese come Van der Sar, sfarfalla il giusto; Babbel mette una pezza a un «buco» in area di Henchoz; Javi Moreno, bomber n. 1 della Liga, sciupa il pari al 36′ tirando addosso al portiere. Lo spavento inglese cessa al 41′: Owen, in fuga, è agganciato in area da Herrera, guardiano basco. Rigore, McAllister lo trasforma al 41′. Tutto finito? No, nemmeno stavolta.

L‘Alaves, anzi, a inizio ripresa bissa l’exploit che azzeccò già contro l’Inter e in 3′ balza da 1-3 a 3-3: punge due volte Javi Moreno, al 3′ di testa su cross del solito Contra; al 6′ direttamente su punizione con un sinistro che passa sotto i piedi di Heskey, che ha la bella idea di saltare in barriera. A questo punto Houllier e Mané si scambiano le parti: è il tecnico francese a rischiare inserendo Smicer e Fowler, mentre Mané toglie Javi Moreno, pensando, evidentemente che il suo attaccante migliore abbia già dato e, soprattutto, che la retroguardia basca, già debole di suo sia stanca.

L’alchimia questa volta riesce al filosofo francese: è proprio Fowler a incunearsi negli spazi aperti dalla gara stremata per il rocambolesco 4-3. Finale? Neanche per sogno, perché Jordi Cruyff, il figlio d’arte che vuole una Coppa 28 anni dopo suo padre, che cerca un successo internazionale anche per via di quel nome che porta infila Westerveld a una manciata di secondi dalla fine. Si va ai tempi supplementari, dove non conta più niente, se non i nervi, che tradiscono l’ Alavés, due espulsi, ma ormai non c’ è più niente che possa contare. Eppure la squadra di Mané, ridotta in nove, quasi quasi ce la fa ad arrivare ai rigori, il luogo dei tormenti dove i grandi spesso si fanno prendere dal terrore. E invece arriva la sfortunata autorete di Geli e la festa del Liverpool, di nuovo in cima all’Europa.

Il Tabellino del match

Westfalenstadion, Dortmund, 16 maggio 2001
LIVERPOOL – ALAVES 5-4
Reti: 4′ 1-0 L: Markus Babbel; 16′ 2-0 L: Steven Gerrard; 27′ 2-1 A: Iván Alonso; 41′ 3-1 L: Gary McAllister (rig); 48′ 3-2 A: Javi Moreno; 51′ 3-3 A: Javi Moreno; 73′ 4-3 L: Robbie Fowler; 89′ 4-4 A: Jordi Cruijff; 116′ 5-4 L: Delfi Gelí (aut)
Liverpool: 1-Sander Westerveld; 23-Jamie Carragher, 2-Stephane Henchoz (7-Vladimir Smicer 56), 12-Sami Hyypia, 6-Markus Babbel; 17-Steven Gerrard, 21-Gary McAllister, 16-Dietmar Hamann, 13-Danny Murphy; 8-Emile Heskey (9-Robbie Fowler 65), 10-Michael Owen (15-Patrik Berger 79)
Alaves: 1-Martin Herrera; 2-Cosmin Contra, 5-Antonio Karmona, 6-Oscar Tellez, 4-Dan Eggen (19-Ivan Alonso 23), 7-Delfi Geli; 14-Jordi Cruyff, 15-Ivan Tomic, 16-Hermes Desio, 18-Martin Astudillo (11-Magno Mocelin 46) 9-Javi Moreno (10-Pablo 65)
Arbitro: Gilles Veissiere (Francia)