Milan 1976, quella mancata rimonta sui baschi

Nel dicembre ‘76, contro l’Athletic Bilbao, ai rossoneri non bastò un super Calloni per raggiungere i quarti di finale di Coppa Uefa.

In una delle sue stagioni più difficili degli anni 70, il Milan uscì dagli ottavi di finale di Coppa Uefa dopo aver sfiorato una clamorosa rimonta contro l’Athletic Bilbao guidato da Luis Maria Aguirre. Dopo la disfatta dell’andata, al San Mames di Bilbao, il progetto di “Milan Socialista” ideato dall’allenatore Pippo Marchioro era ormai sul punto di naufragare, asfissiato da un magro bottino in campionato (cinque punti dopo sei giornate) e da un clima di generale sfiducia. La squadra rossonera pagava anche una situazione societaria confusa e farraginosa, contrassegnata dalla mediocre presidenza di Vittorio Duina.

A Bilbao si era passati dalla gioia del gol in avvio di Fabio Capello (fendente preciso imparabile per il forte portiere basco Iribar) al tracollo della squadra, dovuto soprattutto ad una linea arretrata balbettante, ridotta a burla dai padroni di casa, dove pesò più del previsto il forfait di Turone. All’Athletic Bilbao bastò disputare una prestazione decente ed ordinata in ogni reparto per infliggere un pesante poker al diavolo. Grossolani errori difensivi esposero Albertosi alle folate avversari: il portiere fu il solo a salvarsi della retroguardia rossonera. Per i 40 mila tifosi baschi fu un festival del gol.

Mercoledì 8 dicembre ’76, a San Siro, serviva l’impresa per ribaltare il disastro dell’andata. Il Milan giunse ad un passo dall’impresa, sfumata a causa di pochi secondi finali di incertezza. Alla fine del primo tempo, lo 0-0 sembrò delineare i contorni precisi dell’eliminazione. Vincenzi e Silva, le due punte scelte in apertura da Marchioro, non si erano rivelati incisivi dalle parti di Iribar. Nella ripresa, l’allenatore rossonero inserì Calloni al posto di Vincenzi. Reduce da due buone stagioni in rossonero, l’attaccante di Busto Arsizio cambiò volto alla partita.

La rete di Calloni dell’1-0

Al 53’, su cross di Sabadini, il centravanti insaccò di testa con perfetto tempismo, lasciando di sasso i difensori avversari. San Siro riprese coraggio. La squadra di Aguirre accusò qualche sbandamento. Quando Giorgio Biasiolo, sei minuti dopo, trovò la via del raddoppio con un rasoterra su assist di Bigon, il miracolo sembrò a portata di mano. Mancava solo un gol. A sette minuti dal termine, Rivera si procurò un calcio di rigore dopo aver sbilanciato con una delle sue finte un difensore avversario. Dal dischetto si presentò Calloni che trasformò il penalty con un piatto preciso alla destra del portiere basco. La qualificazione passava dalla parte rossonera, il disastro dell’andata era stato superato grazie alla regola del gol in trasferta. Appena sette giri d’orologio, solo 420 secondi separavano il Milan dal passaggio ai quarti di Coppa Uefa.

A 3’ dalla fine, improvviso giunse il black out e nel modo più beffardo. Punizione per il Milan: retropassaggio di Bigon verso Albertosi. Il portiere, pressato da un giocatore basco, passò il pallone a Sabadini che perse il contrasto con Rojo. Il basco, involatosi verso l’area rossonera, venne atterrato da Bigon. L’arbitro tedesco Eschweiler indicò il dischetto senza indugi, tra la disperazione dei tifosi. L’intervento era sembrato regolare. Dal dischetto, Madariaga non rifiutò il regalo pre-natalizio, trasformando il rigore che qualificò i leoni di Aguirre. Mesto e malinconico fu il ritorno negli spogliatoi dei giocatori rossoneri che lasciarono il campo con la sensazione di chi, in un attimo di indecisione, aveva buttato al vento la qualificazione dopo una grande rimonta. Come scalare una montagna ripida, arrivare in cima e mancare l’impresa per non aver saputo piantare la bandiera.

Il raddoppio di Biasiolo

Calloni fu l’eroe rossonero di quel pomeriggio dicembrino. Il centravanti capace di cambiare volto ad un incontro che altrimenti sarebbe scivolato nell’anonimato di un nulla di fatto. Altro che sciagurato: Egidio fu “un vero toccasana”. La sua impresa memorabile fu vanificata da pochi secondi di vuoto collettivo e da un arbitro per nulla casalingo. L’annata rossonera prese una piega negativa. Marchioro venne esonerato poche settimane dopo, sostituito in tutta fretta da Nereo Rocco che salvò il Milan, invischiato fino all’ultimo nella corsa salvezza. Con il Paron la squadra conquistò la Coppa Italia, unica vera gioia di una stagione molto tormentata per i colori rossoneri.

Tra i punti di forza dell’Athletic Bilbao versione 1976/77 – squadra composta interamente da giocatori nati in una delle sette province del Paese Basco, la regione della Euskal Herria (che tradotto dall’idioma del posto significa “popolo che parla la lingua basca”) – spiccava il portiere Iribar, campione d’Europa con la Spagna nel ’64, vincitore nel ’70 del Trofeo Zamora riservato al miglior portiere della Liga. L’Athletic nei due turni successivi eliminò il Barcellona di Cruijff e i belgi del Molenbeek, prima di cedere alla Juventus di Trapattoni nella doppia finale del maggio ’77.

Testo di Sergio Taccone, autore del libro “Racconti Rossoneri, storie di puro milanismo” (Urbone Publishing)


Il tabellino della partita

Mercoledì 8 dicembre 1976 – Milano, Stadio San Siro
Coppa Uefa, Ottavi di finale, Ritorno

Milan – Athletic Bilbao 3-1

MILAN: Albertosi, Sabadini, Maldera, Morini (54’ Boldini), Bet, Anquilletti, Rivera, Bigon, Vincenzi (46’ Calloni), Biasiolo, Silva. All. Marchioro.
ATHLETIC BILBAO: Iribar, Lasa, Escalza, Onaederra, Guisasola, Madariaga, Amorrortu (89’ Dani), Villarn, Carlos, Irureta, Rojo. All. Aguirre
ARBITRO: Eschweiler
RETI: 53’ Calloni, 59’ Biasiolo, 83’ rig. Calloni, 87’ rig. Madariaga