Mondiali 1962: BRASILE

Dietro le quinte del Mondiale

30 maggio
Rancagua, ottavi di finale, Argentina-Bulgaria 1-0. Al mediocre spettacolo offerto dalle due squadre, che non è riuscito a ravvivare neanche il gol dell’argentino Facundo dopo appena 4 minuti di gioco, assistono soltanto 7000 spettatori: la causa è da attribuire soprattutto alla diretta televisiva, trasmessa dall’emittente cilena, dell’incontro Cile-Svizzera. 
31 maggio
Arica, ottavi di finale, Urss-Jugoslavia 2-0. Si tratta di una delle partite più dure dell’intero torneo mondiale. Il culmine viene raggiunto a 5 minuti dalla fine quando il mediano jugoslavo Mujic entra violentemente a gamba tesa sul russo Dubinsky. Si tratterebbe di una “vendetta” di Mujic, al quale l’arbitro tedesco Dusch aveva appena negato un calcio di rigore per atterramento in area sovietica. Risultato: gamba sinistra di Dubinsky fratturata. 
1 giugno
Vigilia di Brasile-Cecoslovacchia, seconda partita degli ottavi di finale per le due squadre, vittoriose all’esordio rispettivamente con Messico (2-0) e Spagna (1-0). Mentre i brasiliani si sono allenati soprattutto col pallone di fronte alle solite centinaia di tifosi e appassionati, i cecoslovacchi si sono riposati visitando una fabbrica di sigarette di Vina del Mar. 
2 giugno
Santiago, ottavi di finale, Cile-Italia 2-0. Scandaloso arbitraggio dell’arbitro inglese Aston, che non vede un pugno sferrato da Sanchez a David. Gli italiani, pur giocando in inferiorità numerica (9 contro 11) resistono sullo 0-0, per poi subire i due gol nel finale di partita. Dopo la partita, il pullman della squadra azzurra è stato fatto oggetto di una fitta sassaiola da parte di alcuni ultras cileni, mentre una folla inferocita ha stretto d’assedio la palazzina della Scuola di Aviazione, sede della squadra italiana. 
3 giugno
E’ di oggi la notizia di una singolare minaccia della squadra sovietica in seguito ai prezzi esagerati applicati dagli esercenti cileni. Il portavoce russo ha minacciato che l’Urss abbandonerà i Mondiali se il prezzo dell’albergo in cui alloggiano i calciatori russi non verrà riportato a quanto pattuito via-lettera prima del torneo iridato. 
4 giugno
Si fanno ora chiare le reali condizioni di salute del fuoriclasse brasiliano Pelè, infortunatosi nell’incontro Brasile-Cecoslovacchia 0-0 di due giorni prima. L’esame radioscopico parla di strappo muscolare e non di un semplice stiramento, procuratosi nel calciare violentemente un tiro di punizione. Pensare che in un primo momento Pelè si era preoccupato del ceco Popluhar, contro cui era andato a finire il pallone calciato dall’asso verde-oro… 
5 giugno
Continua a far parlare di sé, soprattutto fuori dal campo di gioco, la squadra sovietica. Invano i negozianti di Arica, la città sede del loro ritiro, hanno atteso che i giocatori russi lasciassero l’albergo per fare le solite compere: infatti gli atleti sovietici sono in punizione per aver pareggiato, due giorni prima, l’incontro con la Colombia, partita che stavano conducendo per 4-1 e poi finita in pareggio (4-4). 
6 giugno
Bel gesto del capitano del Brasile, Mauro, nei confronti del pari grado cecoslovacco, Ladislav Novak, al quale Mauro ha regalato un enorme sacco pieno di caffè. Gesti del genere non sono comunque insoliti, dal momento che la squadra sudamericana ha portato con sè dal Brasile ingenti quantitativi di caffè. 
7 giugno
Arica, ottavi di finale, Jugoslavia-Colombia 5-0. “Passeggiata” degli jugoslavi, che mettono definitivamente al sicuro il loro passaggio ai quarti di finale. I colombiani, invece, rimediano una brutta figura, che, tuttavia, non deve sorprendere, se si pensa che nei giorni precedenti a questa partita i calciatori sudamericani avevano continuato a festeggiare l’inatteso pareggio del 3 giugno contro la forte Unione Sovietica. 
8 giugno
Giungono in data odierna a Vina del Mar, direttamente da Praga, tre giocatori cecoslovacchi: Vladimir Kos, Josef Bomba e Frantisek Schmucher, allo scopo di rinforzare l’organico ceco. Come si nota non vige ancora il regolamento della lista definitiva dei 22 giocatori da portare alla fase finale di un Mondiale. 
9 giugno
Partenza per l’Italia della squadra azzurra, esclusa dai quarti di finale. Non fanno parte della comitiva i rossoneri David, Maldini, Salvadore, Radice, Trapattoni, Altafini e Rivera, che si fermeranno a Buenos Aires in vista della tournée che vedrà impegnato il Milan in Sud America. Anche Maschio e Sivori si fermeranno in Argentina per trascorrervi le vacanze. 
10 giugno
Vina del Mar, quarti di finale, Brasile-Inghilterra 3-1. Il risultato non sorprende più di tanto, vista la superiorità dimostrata dai brasiliani nonostante l’assenza dell’infortunato Pelè. Quello che colpisce è un episodio curioso registratosi durante la partita, quando ha fatto l’ingresso in campo un cane. Vani i tentativi di cattura da parte del portiere inglese Springett: sarà Greaves a riuscire a raggiungere il cane con un balzo e a spingerlo fuori dal terreno di gioco. 
11 giugno
In procinto di sfidarsi in semifinale, Cecoslovacchia e Jugoslavia hanno raggiunto in data odierna Vina del Mar partendo rispettivamente da Rancagua e da Santiago, città in cui erano alloggiate. Mezzo di trasporto per entrambe le squadre: un autobus di linea. 
12 giugno
Colpisce il trasferimento da un campo all’altro dei brasiliani: la carovana è formata da tanti pullman per il trasporto di circa 2000 tifosi, due per il calciatori e 40 altri automezzi destinati ai giornalisti. Oggi, per trasferirsi da Quilpe a Santiago, il Brasile ha cambiato sistema, servendosi di un treno speciale. 
13 giugno
Vina del Mar, semifinale Cecoslovacchia-Jugoslavia 3-1. Al fischio d’inizio dell’arbitro svizzero Dienst gli spalti sono pressoché vuoti, anche perché contemporaneamente si gioca a Santiago l’altra semifinale Cile-Brasile, trasmessa oltretutto alla tv. Inoltre è in atto uno sciopero del tifo organizzato dalla gente di Vina del Mar per protestare contro la decisione, presa improvvisamente dal Comitato organizzatore, di invertire la sede delle semifinali: in un primo momento, infatti, la semifinale del Cile sarebbe stata in programma a Vina, e non nella capitale. 
14 giugno
Sospiro di sollievo per Garrincha, che, espulso nella partita di semifinale con il Cile, temeva l’esclusione dalla finale del 17 giugno. Così Garrincha cerca di giustificare il gesto inconsulto costatogli il cartellino rosso: “Non ne potevo più, erano almeno cinquanta i calci che mi erano stati dati sino a quel momento da Rodriguez e Rojas. Poi non ne ho potuto più: Rojas è entrato in modo tale da rompermi una gamba, se mi avesse colpito, ed allora gli ho insegnato come si fa a calciare sul serio!”. 
15 giugno
Prima di disputare la finale contro il Brasile, in programma due giorni dopo, la squadra cecoslovacca riceve la proposta di giocare una partita a Montevideo contro l’Uruguay. L’accordo finanziario prevede un rimborso spese di 15.000 dollari, pari a circa 9.300.000 lire italiane del tempo. 
16 giugno
In attesa della finale contro il Brasile del giorno dopo, il terzino destro cecoslovacco Lala s’impegna in un voto: se fosse riuscito a guarire da un colpo ricevuto nella partita contro la Jugoslavia, sarebbe andato a piedi da Santiago a Vina del Mar, camminando con le scarpe da calcio. Cosa che non fece, in quanto non riuscì a guarire e, quindi, a disputare la finale. 
17 giugno
Santiago, finale per il 1° posto: Brasile-Cecoslovacchia 3-1. Nonostante il momentaneo vantaggio ceco, siglato da Masopust, i brasiliani impongono la solita trama di gioco e a far loro l’incontro. Decisivo risulta l’apporto dato in attacco da Zagallo, che il possente difensore Tichy non riesce a contenere: del resto la marcatura di Zagallo doveva essere in origine incombenza dell’agile e allenato terzino Lala, al momento infortunato. Scene di festa alla fine della partita: il laterale brasiliano Zozimo si è inginocchiato al centro del campo per una preghiera di ringraziamento, mentre un nugolo di ragazzini cileni ne approfittano per avvicinarglisi e ottenere così un autografo.