Mondiali 1974: GERMANIA OVEST

Il Capocannoniere Grzegorz Lato

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Al mondiale tedesco si attendeva con molto interesse la rappresentativa polacca. Nel torneo olimpico di Monaco la nazionale allenata da Casimir Gorski, antico centravanti del Legia di Varsavia, era arrivata alla finale e contro tutti i pronostici, aveva battuto per 2-1 l’Ungheria di cui si diceva un gran bene. Si scrivevano mirabilie di Deyna, che aveva regolato i magiari con una doppietta perentoria, di Gadocha, una punta veloce ed efficace e di Lubanski, un fuoriclasse, l’alfiere dei rinnovato calcio polacco. Anche la qualificazione per il mondiale guadagnata a spese dell’Inghilterra ingigantiva l’attesa. Si sapeva di un portiere fenomenale, Tomaszewski, che a Wembley aveva fatto impazzire Chivers, Channon e Peters, e di un gioco a tutto campo, battente, continuo che stroncava gli avversari. A complicare il lavoro di Gorski era arrivato un brutto incidente a Lubanski, e la squadra perso il cannoniere, difettava di efficacia in zona gol.

Per rimediare alla grave mancanza Gorski ricorse a Szarmache fu costretto suo malgrado a concedere fiducia ad un giocatore dello Stal Mielec, biondo, dai capelli radi, dallo scatto bruciante del centometrista, ma indisciplinato, che seguiva malvolentieri gli allenamenti, sempre in vena di scherzi da fare al compagni.

Gregorz Lato appunto era il giocatore che Gorski impiegava di malavoglia soprattutto perché sul giocatore, abbastanza lunatico non si poteva fare un affidamento certo. Se in buona giornata avrebbe potuto spaccare il mondo, ma se la vena non io sosteneva. Lato girovagava per il campo come un fantasma, più di danno che d’aiuto ai compagni. Lato aveva debuttato In nazionale il 17 novembre 1971, ad Amburgo, Germania Ovest-Polonia 0-0 per il Campionato Europeo delle Nazioni e fino al mondiale aveva disputato 12 oncontri andando a rete solamente 3 volte.

In campionato Lato aveva il piede proibito, per lo Stal segnava a ripetizione, ma in nazionale non riusciva a sfondare, forse convinto che la scarsa fiducia di cui si sentiva oggetto incideva sul rendimento. Ma per il mondiale aveva fatto sacrifici notevoli, aveva accettato la pesantissima preparazione imposta da Gorski mettendo da parte le velleità di primadonna e nella partita della Polonia con l’Argentina che apriva le ostilità del gruppo quattro, Lato esplose in tutta la sua giovanile irruenza.

Estro, fantasia, buon controllo di palla in velocità e soprattutto una forma fisica eccezionale permisero al biondo artista dello Stal Mielec di travolgere la difesa argentina. In quell’incontro terminato per 3-2 In favore dei polacchi e che dava la misura di quanto gli uomini di Gorski avrebbero potuto fare nel mondiale, Lato fu l’elemento decisivo che determinò il risultato favorevole. Al 6′ Carnevali, portiere argentino, ferma un tiro di Szarmach ma la palla gli scivola a terra. Lato è nei pressi e prima che il portiere intuisca il pericolo la palla è già in fondo alla rete. Ancora al 62′ tiro da fuori di Gorgon, Carnevali intercetta la palla ma non riesce a bloccarla e Lato la spedisce nuovamente in rete. Fra i due episodi Lato aveva servito a Szarmach la palla del secondo gol dopo averla carpita ad un difensore argentino.

Opportunismo, genio, imprevedibilità ed efficacia: queste le virtù di Lato in quel mondiale accompagnate da una lucidità che gli permise di segnare (all’infuori che con l’Italia) tutte le reti decisive per la sua squadra. Una doppietta all’Argentina, un’altra ad Haiti, poi tre reti che fecero il risultato con Svezia (di testa), Jugoslavia (ancora di testa) e Brasile dopo aver evitato in slalom Francisco Marinho e Alfredo.

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Finale per il terzo posto: Lato mette il suo sigillo dopo aver evitato in slalom F.Marinho e Alfredo

CLASSIFICA CANNONIERI di Monaco 1974

7 reti: Lato (Polonia);
5 reti: Neeskens (Olanda, 2 rigori);
4 reti: Müller (Germania Ovest), Edström (Svezia), Rep (Olanda), Szarmach (Polonia);
3 reti: Breitner (Germania Ovest), Bajevic (Jugoslavia), Rivelino (Brasile), Cruijff (Olanda), Deyna (Polonia, 1), Houseman (Argentina);
2 reti: Overath (Germania Ovest), Streich (Germania Est), Jordan (Scozia), Surjak e Karasi (Jugoslavia), Jairzinho (Brasile), Sandberg (Svezia), Sanon (Haiti), Ayala e Yazalde (Argentina);
1 rete: Bonhof, Cullmann, Grabowski e Hoeness (Germania Ovest), Hoffmann e Sparwasser (Germania Est), Lorimer (Scozia), Bogigevic, Dzaijc, Katalinski, Oblak e Petrovic (Jugoslavia), Valdomiro (Brasile), De Jong, Krol e Rensenbrink (Olanda), Bonev (Bulgaria), Torstensson (Svezia), Anastasi, Capello e Rivera (italia), Gadocha e Gorgon (Polonia), Brindisi ed Heredia (Argentina), Pavoni (Uruguay), Ahumada (Cile)