Mondiali 1994: BRASILE

La Coppa “plana” negli Stati Uniti: stadi pieni e buon gioco. Per la prima volta, la Coppa viene assegnata dagli undici metri. Il Brasile dopo 24 anni ritorna in cima al mondo. E l’Italia di Sacchi finisce in lacrime…

Il 4 luglio 1988 a Zurigo si è celebrato un evento storico. Battendo la concorrenza del Marocco (dieci voti contro sette), gli Stati Uniti hanno ottenuto l’organizzazione del Mondiale di calcio. Per la verità in concorso c’era anche il Brasile, rimasto tuttavia col cerino acceso in mano (appena due voti), abbandonato dal gran capo della Fifa, Havelange.

Una votazione contrastata comunque, che ha visto la candidatura americana vincere con un solo voto di vantaggio sulle ipotesi più tradizionali. Al Brasile sono andati i voti di Uruguay e Colombia; per il Marocco hanno votato tutti e tre i paesi africani (Egitto, Senegal e Nigeria) e certamente due degli asiatici, Malesia e Arabia Saudita, mentre Hong Kong avrebbe optato per gli Usa. Altri due voti sarebbero venuti da Urss e Ungheria. E così gli Stati Uniti, oltre a quello di Hong Kong, hanno raccolto sei voti europei (Irlanda del Nord, Danimarca, Germania Federale, Francia, Spagna, Turchia), tre voti di regione (Messico, Guatemala, Trinidad e Tobago).I commenti a caldo alla decisione della Fifa rispecchiano l’asprezza della lotta che si era combattuta in seno al Comitato Esecutivo.

«E’ come se noi avessimo chiesto di organizzare le World Series di baseball» ha commentato il tesoriere della federazione brasiliana Moacir Peralta. Molto aspre anche le reazioni di tutto il mondo africano anche se il ministro dello sport marocchino, Abdelattif Semlali per mitigare la delusione, metterà in rilievo il valore dei sette voti ricevuti dalla candidatura marocchina. Ma aggiungerà lapidario quello che tutti pensano: «I paesi europei si sono schierati in funzione di criteri extrasportivi. Comprendiamo i motivi finanziari, il business: vorremmo che alla base di tutto ci fosse, però, sempre il calcio».

Per la prima volta, quindi, la rassegna iridata esce dall’asse Europa-Sudamerica, un risultato dovuto alla discesa in campo dello stesso presidente Reagan, ma soprattutto a fattori come la qualità degli stadi, la disponibilità finanziaria, le capacità organizzative, i mezzi tecnici e le strutture alberghiere.
Il tutto a dispetto di una esperienza specifica ridotta, con un obiettivo preciso, indicato da Henry Kissinger, ex segretario di Stato e sponsor dell’operazione: «Il 4 luglio i veri sportivi hanno brindato alla rinascita del soccer, con la speranza che questa volta il calcio riesca a far breccia nel cuore degli americani».

Impressionante il numero di nazioni iscritte: 145. Oltre a Germania e Stati Uniti, ammessi di diritto, si qualificano: Italia, Svizzera (su Portogallo, Scozia, Malta ed Estonia), Norvegia, Olanda (su Inghilterra, Polonia, Turchia e San Marino), Spagna, Eire (su Danimarca, Irlanda del Nord, Lituania, Lettonia e Albania), Romania, Belgio (su Cecoslovacchia, Galles, Cipro e Far Oer), Grecia, Russia (su Islanda, Ungheria e Lussemburgo), Svezia, Bulgaria (su Francia, Austria, Finlandia e Israele, con aggiunta di Jugoslavia – squalificata – e Liechtenstein – per forfait -), Camerun, Marocco, Nigeria (su Algeria, Angola, Benin, Botswana, Burkina Faso – per forfait -, Burundi, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Gabon, Gambia, Ghana, Guinea, Kenya, Liberia – per forfait -, Libia – per forfait -, Madagascar, Malawi – per forfait -, Mali – per forfait -, Mauritania – per forfait -, Mozambico, Namibia, Niger, Sào Tome – per forfait -, Senegal, Sierra Leone – per forfait -, Sudafrica, Sudan – per forfait -, Swaziland, Tanzania – per forfait -, Togo, Tunisia, Uganda – per forfait -, Zaire, Zambia, Zimbabwe), Colombia, Argentina (su Paraguay, Perù, Australia, Isole Figi, Isole Salomone, Nuova Zelanda, Tahiti), Messico (su Vanuatu, Antille Olandesi, Antigua, Barbados, Bermuda, Canada, Costa Rica, Cuba, El Salvador, Giamaica, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Nicaragua, Panama, Porto Rico, Repubblica Dominicana. St. Lucia, St. Vincent, Suriname e Trinidad/Tobago), Brasile, Bolivia (su Uruguay, Ecuador e Venezuela), Arabia Saudita, Corea del Sud (su Bahrein, Bangladesh, Cina, Corea del Nord, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Giordania, Hong Kong, India, Indonesia, Iran, Iraq. Kuwait, Libano, Macao, Malaysia, Oman, Pakistan, Qatar, Singapore, Siria, Sri Lanka, Taiwan. Thailandia, Vietnam e Yemen).

Fuori a sorpresa tre grandi europee. La Danimarca, fresca campione d’Europa, uscita per minor numero di gol segnati rispetto all’Eire. La Francia di Gerard Houiller (successore di Platini), infilzata prima da Israele e poi sul filo di lana al Parco dei Principi dal bulgaro Kostadinov. L’Inghilterra, allenata da Graham Taylor, stropicciata da Olanda, Norvegia e Polonia. Dall’altra parte dell’Oceano non fa sorpresa l’ennesima eliminazione dell’Uruguay, mentre l’Argentina (0-5 dalla Colombia in casa) è passata solo dopo spareggio con l’Australia.

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