Giugno 1981: c’era una volta il Mundialito Clubs

Tre decenni fa, a San Siro esordiva la “Coppa delle Stelle”, torneo che riportò il grande football internazionale alla “Scala del calcio” e che fu vinto dall’Inter.


PROLOGO

C’era una volta il Mundialito Clubs, torneo riservato a squadre detentrici di almeno una Coppa Intercontinentale, disputato allo stadio San Siro di Milano. La prima edizione fu organizzata nel giugno del 1981. Un appuntamento all’insegna del grande calcio internazionale, con copertura televisiva garantita da Canale 5, la rete della Fininvest di Silvio Berlusconi che già pochi mesi prima aveva messo a segno un altro grande colpo assicurandosi, da una società panamense, i diritti della Copa de Oro, torneo per nazioni disputato in Uruguay tra fine dicembre ’80 ed inizio ‘81.

CAROSIO, LA VOCE DEL TORNEO

Le partite del Mundialito Clubs andarono in diretta solo in due regioni (Piemonte e Liguria), con differita per il resto del territorio nazionale. Le radiocronache vennero affidate alla storica voce di Nicolò Carosio. Il proprietario di Fininvest, Silvio Berlusconi, fiutò l’affare commerciale, lanciando alcuni mesi prima la manifestazione con un massiccio battage mediatico.

Le partecipanti costituivano l’elite del calcio internazionale: il Penarol Montevideo di Cubilla, il Santos di Clerici, l’Inter di Bersellini, gli olandesi del Feyenoord ed il Milan esponevano in bacheca ben otto titoli intercontinentali. Furono i rossoneri ad aprire i giochi. Appena ritornato in serie A, mondato dalle macchie del calcio-scommesse, il club milanista ebbe la possibilità di schierare “in prestito” l’asso olandese Johan Cruijff.

COMPARSATA DI CRUIJFF

A Milanello, Cruijff venne accolto con tutti gli onori dal vicepresidente rossonero Gianni Rivera. Reduce da una stagione negli Usa, con i Washington Diplomats, l’olandese al Mundialito ’81 fece soltanto una comparsata di 45 minuti, nel match inaugurale tra Milan e Feyenoord. Pochi palloni giocati, nessuna traccia rilevante sulla partita: il grande numero 14 dell’Ajax dominatrice in Europa nei primi anni 70 rimase negli spogliatoi, sostituito nella ripresa da Francesco Romano. “Cruijff è finito?”, si chiese il Guerin Sportivo che definì la sua prova “patetica e sbiadita”, titolando il pezzo con un eloquente “Gli dei se ne vanno”.

L’INTER CONQUISTA IL TROFEO

La squadra di Bersellini, con al petto lo scudetto conquistato nella stagione precedente, due mesi prima aveva sfiorato la finale di Coppa dei Campioni, eliminata dal Real Madrid, chiudendo in campionato al quarto posto. Mazzola e Beltrami, principali collaboratori del presidente Fraizzoli, avevano operato al risparmio in sede di mercato, portando in nerazzurro l’austriaco Herbert Prohaska.

L’esordio interista al Mundialito si chiuse in parità: 1-1 contro il Penarol, reti di Altobelli e Ortiz. La stella della squadra di Montevideo, Ruben Paz, non brillò. Subito dopo arrivò la sfida con il Feyenoord, rinforzato da Krol, artefice di un grande campionato di A con il Napoli. In cattedra salì Evaristo Beccalossi che divenne l’assoluto protagonista di quella kermesse internazionale. Il Beck sbloccò la sfida contro gli olandesi, Bini mise al sicuro la vittoria.

Il successo decisivo l’Inter lo conquistò a spese del Santos. La squadra brasiliana, allenata dal gringo Sergio Clerici, ex giocatore di Lazio, Bologna e Fiorentina, aveva in Eloi il suo elemento migliore, una mezzapunta arrivata per pochi spiccioli dall’Internacional di Limeira e che nel modo di giocare ricordava Beppe Savoldi. Dopo diciotto anni trascorsi in Italia, Clerici era tornato in Brasile per assecondare la volontà della moglie ma l’attaccamento al Belpaese era rimasto intatto.

Il Santos si presentò con un organico pieno di giovani. I tempi di Pelè e Rivelino erano lontani anche se le nuove leve possedevano abilità tecniche non comuni. I nerazzurri spazzarono i brasiliani con quattro gol. Andarono in rete Bini, Oriali, Spillo Altobelli e Muraro.

Una fase di Inter-Santos 4-1

BECCALOSSI IL MIGLIORE

All’Inter rimaneva l’ultimo ostacolo, il derby, prima di alzare al cielo il trofeo. Per il Milan vincere la stracittadina, dopo un anno di purgatorio in serie B, significava chiudere nel migliore dei modi la stagione facendo un bel regalo ai tifosi rossoneri. Prima del fischio iniziale, i due presidenti, Fraizzoli e Morazzoni, premiarono Helenio Herrera e Pepe Schiaffino. In tribuna 40 mila spettatori, non male per un incontro giocato alla fine di giugno.

Fu sfida vera, con i migliori giocatori in campo. Bersellini schierò la seguente formazione: Cipollini, Bergomi, Beppe Baresi, Pasinato, Canuti, Bini, Oriali, Prohaska, Altobelli, Beccalossi, Marini. L’allenatore del Milan, Italo Galbiati, rispose con Piotti, Icardi, Minoia, Battistini, Tassotti, Franco Baresi, Romano, Novellino, Antonelli, Moro, Vincenzi. Fu quest’ultimo, dopo un quarto d’ora, a sbloccare il risultato con un preciso diagonale dalla distanza che fulminò l’esterrefatto portiere interista.

Per tutta la prima frazione, la difesa milanista si rivelò un ostacolo difficile da superare. Tassotti e Franco Baresi dimostrarono sicurezza e personalità, ben supportati da Minoia e Icardi. I rossoneri trovarono energie impensabili, mettendo in ambasce l’Inter, favorita dai pronostici. In avvio di ripresa, un errato disimpegno difensivo milanista, diede il via all’azione del pareggio: palla da Marini ad Altobelli che superava Piotti. L’Inter prese il sopravvento.

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Novellino a terra, dietro Oriali e Beppe Baresi (da magliarossonera.it)

Quasi alla mezzora, su svarione di Evani, Oriali insaccò di prima intenzione. La situazione era ormai in mano alla squadra di Bersellini che riuscì a triplicare su rigore, ancora con Altobelli, bomber del torneo. L’estro di Prohaska, la buona vena di Spillo e la classe di Beccalossi, il miglior giocatore del Mundialito ’81, avevano portato i nerazzurri alla conquista della Coppa delle Stelle. Notevole fu anche l’apporto di Oriali (bravo a fare arretrare Novellino sulla difensiva) e Pasinato.

Per Beccalossi (definito dai brasiliani “l’unico in grado, in Italia, di poter indossare la maglia numero 10 che fu di Pelè”) si scomodarono paragoni d’altissimo livello. Schiaffino lo associò al miglior Maradona, anche se a molti l’accostamento sembrò azzardato.

Graziano Bini alzò al cielo il trofeo realizzato dall’artista Giò Pomodoro, alla squadra nerazzurra andò anche il premio di centomila dollari destinato ai vincitori del Mundialito. Reduce da alcune esibizioni in Giappone, la Beneamata chiuse nel migliore dei modi la stagione 80/81. Per Bersellini si trattò del terzo alloro conquistato sulla panchina dell’Inter, dopo la Coppa Italia (1978) e lo scudetto (1980). Il grande rammarico interista fu rappresentato dalla Coppa dei Campioni e da una finale sfuggita all’ultimo ostacolo contro il Real Madrid.

CALCIO IN TV: ALLA VIGILIA DI UNA SVOLTA EPOCALE

La Domenica Sportiva del 28 giugno ’81 ignorò a piè pari il derby del Mundialito, per non fare da grancassa a Canale 5. “Oggi è stata una domenica senza calcio”, disse serafico Beppe Viola. Vero vincitore di quel torneo fu Silvio Berlusconi, proprietario dell’emittente televisiva che aveva trasmesso la Coppa delle Stelle. In termini di immagine, infatti, il ritorno superò abbondantemente il numero di spettatori che avevano seguito le partite allo stadio.

Vittorio Moccagatta, direttore delle relazioni esterne del gruppo Fininvest, sciorinò alcune cifre. “La Copa de Oro si è chiusa, dopo aver pagato i diritti alla televisione di Montevideo, con un utile di un miliardo, nel Mundialito per clubs c’è stato il ritorno in termini di introiti pubblicitari”. Il football italiano era alla vigilia di una svolta epocale, pronto a trasformarsi sempre più in spettacolo televisivo. Nel settembre ’81, infatti, Canale 5 si assicurava i diritti televisivi delle partite casalinghe di Juventus, Roma e Inter, impegnate nelle coppe europee. Fu l’inizio della fine del monopolio Rai sul calcio.

I risultati del Mundialito
MILAN – FEYENOORD 0-0 (-)
INTER – PENAROL 1-1 (Altobelli (I.) Ortiz (P.))
PENAROL – SANTOS 1-1 (Pita (S), Abaide (P))
INTER – FEYENOORD 2-1 (Beccalossi, Bini (I) Van Deinsen (F))
FEYENOORD – PENAROL 1-0 (-)
MILAN – SANTOS 1-2 (Battistini (M); Eloi, Eloi (S))
INTER – SANTOS 4-1 (Bini, Oriali, Altobelli, Muraro (I); Toninho (S))
MILAN – PENAROL 1-0 (Vincenzi (M))
SANTOS – FEYENOORD 2-0 (Gilson, Joao Paulo (S))
MILAN – INTER 1-3 (Vincenzi (M); Altobelli, Oriali, rig. Altobelli (I))
SquadrePtiVNPGFGS
INTER7310104
SANTOS521166
MILAN311235
FEYENOORD311224
PENAROL202224
Testo di: SERGIO TACCONE, Autore di “Un biscione piccolo piccolo – 1993/94, l’Inter quasi in B vince la Coppa Uefa” (Limina, 2010) e di “Quando il Milan era un piccolo diavolo – 1980-83″ (Limina, 2009)