Un viaggio suggestivo, con un’introduzione dell’autore e ben 112 cartoline, tra moltissimi stadi italiani ognuno con storia, nomi dei costruttori ed eventuali curiosità.
Uno sport, ma persino un Paese, lo si potrehbe un giorno raccontare attraverso gli Stadi. Che non sono unicamente cemento e ingegneria, piste e tribune, ma anche passione, storia, cultura. Nell’evoluzione urbanistica – da un semplice ampliamento alla nascita di un nuovo impianto – è possibile scorgere la crescita sociale dello sport, ad esempio nei tanti stadi che fiorirono nell’Italia fascista dichiaratamente rivolta alla formazione dell’uomo ginnico.
Ancora più bello, a ogni modo, è quando tutto ciò avviene non con semplici fotografie tratte dai giornali o immagini rispescate in qualche archivio comunale, bensì dalla testimonianza diretta delle cartoline. Quelle passate per mani qualsiasi e finite nell’immaginario delle persone. Perchè è proprio lì, tra gli spalti in bianco e nero o le prime raffigurazioni colorate del dopoguerra, che Tijs Tummers (olandese, apassionato di architettura sportiva, lavora per FIFPro, un’associazione internazionale di calciatori ) ha colto e fermato su carta il fascino più autentico del calcio. Imprescindibile dal suo teatro, dallo schiudersi del sipario delle curve e dei campi di gioco.
Le cartoline, tratte dalla collezione privata di Clino D’Eletto (romano, medico, con una collezione di 14mila cartoline da tutto il mondo) ci regalano alcune perle: una partita ritratta sul primo campo di Marassi, negli anni Dieci. O i passaggi che hanno portato San Siro da uno stadio da poche migliaia di persone alla Sulla del calcio. O ancora la Torino dai mille impianti: il Mussolini (più tardi Comunale), lo stadio di Corso Marsiglia, il Filadelfia, sino al Delle Alpi e all’Olimpico (già Comunale).
Un viaggio suggestivo, con un’introduzione dell’autore e ben 112 cartoline, tra moltissimi stadi italiani ognuno con storia, nomi dei costruttori ed eventuali curiosità. Si ritmano in questo modo l’Ossola di Varese o il Pirelli di Milano; il Merlo di Vigevano e il Ferruccio di Seregno. E, scendendo verso il centro-sud. il Fattori dell’Aquila posto vicino all’ Adriatico di Pescara; il Francioni di Latina con il Comunale di Frosinone, chiudendo con la Sicilia e la Sardegna. In Italia, esattamente come è facile cambiare vino e sapori nel volgere di pochi chilometri, allo stesso modo muta il panorama nel paesaggio del l’architettura sportivo. Pietre che parlano.
Tijs Tummers, Clino D’Eletto
Stadi d’Italia
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