Samoa Americane: Yes, we can!

Ecco come a squadra delle Isole Samoa Americane, la peggiore in assoluto nel ranking Fifa, ha ottenuto la prima vittoria della sua storia…


Ore 15.00 del 22 novembre 2011. Orario che al 99% degli amanti del calcio non dice o diceva nulla. Partite di cartello non ce n’erano, non si giocava in nessuna competizione rilevante. Ma, in giro per il mondo, non esiste un secondo in cui un pallone da calcio non rotoli su un campo verde. E uno di questi palloni, nella sperduta Apia, capitale delle Samoa, in un pomeriggio soleggiato e tranquillo come tanti se ne vedono da quelle parti, ha scritto un nuovo capitolo di questo leggendario sport.

La partita in questione è Samoa Americane – Tonga. Partita che difficilmente genera interesse, dato che le squadre oceaniche non sono troppo familiari col calcio, per usare un eufemismo. Ma l’importanza, almeno simbolicamente, c’è: si tratta di una partita di qualificazione alla Coppa del Mondo, che si giocherà in Brasile. Ovviamente nessuna delle due squadre approderà alla competizione, poichè in Oceania ci sarà la Nuova Zelanda che farà un sol boccone di tutte le piccole realtà isolane.

Ed ecco allora che la partita che inaugura queste qualificazioni oceaniche si presenta come una delle tante, che si sono viste nel corso degli anni. Sole accecante, campetto da oratorio, un centinaio di spettatori sugli spalti, accorsi più per la (presunta) importanza del match, che per lo spettacolo che le squadre offriranno, con un pensiero comune: il risultato già scritto.

Da quanto esiste, la nazionale di calcio delle Samoa Americane, cioè dal 1984, non ha mai vinto una gara ufficiale. Ha solamente affrontato le vicine rivali delle isole del Pacifico, più l’Australia. Ed è proprio grazie a quest’ultima che ha ottenuto un pò di popolarità, anche se molti calciatori americani samoani ne avrebbero fatto volentieri a meno. Infatti, la sconfitta per 31-0 contro i Socceroos a Coffs Harbour nel 2001 è il risultato col margine più ampio di sempre in un match ufficiale.
Per non parlare di un 13 a 0 contro Fiji e un sonante 15 a 0 contro Vanuatu. La differenza reti portata a casa dalla nazionale samoana rasenta la fantascienza con 129 reti subite e soltanto due segnate.
Ma non solo non aveva mai vinto un match (il 3-0 a Wallis e Futuna nel 1983 era un match non ufficiale), non aveva nemmeno mai pareggiato. Solo sconfitte, solo umiliazioni, solo delusioni. In totale, 19 reti segnate e 291 subite. Se non si tratta di un dato indicativo

Le Samoa Americane sono allenate da Thomas Rongen, un signore olandese di 55 anni. Thomas è di Amsterdam ed è cresciuto nel vivaio dei lancieri, nel 1979 sceglie di lasciare l’Olanda per andare a giocare a calcio negli Stati Uniti, fa una discreta carriera ed una volta appese le scarpe al chiodo decide di allenare. Nel 1996 si siede sulla panchina dei Tampa Bay Mutiny, diventando uno dei primi allenatori della storia della neonata Major Socce League e il primo ad aggiudicarsi il Coach of the year awards. La sua carriera prosegue e Thomas arriva addirittura a guidare,in due occasioni diverse (dal 2001 al 2005 e dal 2006 al 2011) la nazionale americana under 20. Nel Maggio del 2011 Rongen viene esonerato (sostituito dal mitico Tab Ramos). Non sappiamo cosa possa spingere un allenatore comunque affermato ad accettare di allenare la squadra più scarsa del mondo, certo le Samoa Americane non è che siano proprio un postaccio…..

Per Tonga sarebbe dovuta essere una passeggiata. Non che la squadra in maglia rossa sia composta da fenomeni, sia chiaro, ma il livello dei suoi calciatori è nettamente superiore a quello dei modesti avversari. E allora si gioca. Si vede il solito, grezzo, rude, ma affascinante calcio, tipico di questi paesi. Ma si vede anche qualcosa di strano: siamo al 43′, e le Samoa Americane non hanno ancora subito gol. Con ogni probabilità già questo si tratta di un record. Ma non solo, le Samoa Americane passano in vantaggio, con Ramin Ott (discutibile la parata di Felela sul suo tiro), altro record. E vanno all’intervallo in vantaggio, senza aver subito gol. Comunque finisse, questo primo tempo sarà ricordato come un primo tempo storico, un primo tempo record.
Nella ripresa aumenta la pressione per gli uomini di Thomas Rongen, i tongani vogliono evitare la figuraccia, che sarebbe storica.

Ma qualcosa va storto, terribilmente sorto. Dopo un pallone perso in maniera quasi “divertente”, il 17enne Shalom Luani sigla il 2-0, a un quarto d’ora dal termine, infortunandosi nella circostanza. Le Samoa Americane sono in vantaggio di due reti, in una gara di qualificazione ai mondiali, a poco più di 15 minuti da quello che sarebbe un traguardo storico, epico, incredibile, inimmaginabile.
Tonga però si riversa in avanti, e accorcia le distanze all’88’ con Unaloto Feao, costringendo le Samoa Americane ad un catenaccio finale per evitare quella che ormai sarebbe una beffa.

In qualche modo, con calci, scontri, agonismo, sforzi, fatica, ed un cuore immenso, ce la fanno. Le Samoa Americane, i più scarsi, i più umiliati, hanno vinto, una nuova pagina del calcio è stata scritta. Quella che è da tutti considerata la nazionale più scarsa del mondo, ha ruggito. Al fischio finale si piange, ci si abbraccia, si esulta come se la Coppa del Mondo fosse stata davvero vinta. E piane anche il centale difensivo Johnny Saelua, un ragazzotto 23enne appartenente ai fa’ afafine, ovvero un gruppo di persone considerate da alcune società polinesiane come appartenenti a un «terzo sesso». I fa’ afafine sono biologicamente maschi, ma si vestono e si comportano in un modo considerato tipicamente femminile. «Sebbene siamo parte integrante della cultura del nostro paese», ha dichiarato Saelua, «non sempre veniamo accettati. In squadra però non ho mai avuto alcun problema, tra noi c’è sempre stato un clima di reciproco e profondo rispetto»

Perchè alla fine, le Samoa Americane, il loro Mondiale l’hanno vinto davvero, in quel pomeriggio del 22 novembre, tanto normale quanto unico. Pomeriggio che verrà ricordato per sempre, in tutto il mondo del calcio.

Post Scriptum: 2 giorni dopo prendendoci gusto finiranno in pareggio contro le Isole Cook, dominando per gran parte del match e il 26 Novembre avranno addirittura la chance, battendo i cugini delle Samoa Occidentali, di qualificarsi al secondo turno. Finirà 1 a 0 per le Samoa Occidentali grazie ad un goal arrivato in extremis, ma è una sconfitta che non lascia l’amaro in bocca.

22 novembre 2011; Apia, Samoa – J.S Blatter Stadium
SAMOA AMERICANE – TONGA 2-1
Samoa Americane: 1. Nicky SALAPU, 2. Jr AMISONE (c) (Suani UELESE 84′), 3. Uasi HELETA, 4. Daru TAUMUA, 9. Ramin OTT (Tala LUVU 67′), 13. Rambo TAPUI (Diamond OTT 87′), 14. Charlie UHRLE, 16. Johnny SAELUA, 18. Justin MANA’O, 19. Rawlston MASANIA’I, 20. Shalom LUANI
Allenatore: Thomas RONGEN [NED]
Tonga: 18. Kaneti FELELA (GK), 2. Sione TOVO (Kinitoni FALATAU 58′), 4. Fineasi PALEI (Siosifa MOIMOI 79′), 5. Samisoni MAFI, 6. Folio MOEAKI (c), 7. Pio PALU (Timote MAAMALOA 65′), 8. Unaloto FEAO, 10. Malakai SAVIETI, 11. Lafaele MOALA, 15. Sione TEU, 18. Kaneti FELELA, 20. Ilalio LEAKONA
Allenatore: Chris WILLIAMS [AUS]
Arbitro: Andrew ACHARI (FIJ)
Reti: Ramin OTT (ASA) 43′, Shalom LUANI (ASA) 74′, Unaloto FEAO (TGA) 88′