Paradossale, ma nella lunga e gloriosa storia del Glentoran, vincitore addirittura di oltre venti titoli dell’Irlanda del Nord, alcuni dei momenti più esaltanti, perlomeno nel ricordo dei tifosi, vengono da campagne europee terminate nella rituale eliminazione onorevole, o da episodi.
Intendiamoci: chiaro che il continuo proseguire della rivalità con l’odiatissimo Linfield per la supremazia della città di Belfast, e più in generale del calcio nordirlandese, sia sempre in corso, anche se i rivali hanno vinto più del doppio dei campionati (47) rispetto ai “Glens”, ma è vero che per certe squadre di caratura internazionale non amplissima alcuni ricordi possono valere più di tanti titoli.
Fondato nel 1882, quindi quattro anni prima del Linfield, e legato da sempre all’ambiente più operaio e proletario della città, il Glentoran ha conquistato il suo primo significativo successo nel 1894, quando conquistò il titolo nazionale nell’isola ancora unificata. Le rivali erano quelle che ancora si contendono il primato: Linfield appunto, ma anche Distillery e Glenavon, con occasionale comparsa del Cliftonville.
In quegli anni i giocatori più in evidenza furono il bizzarro portiere Ezekiel Johnson, capace di comparire improvvisamente nell’area avversaria per cercare la rete, o di compiere atti di vera e propria follia calcistica, o l’ala Tom Morrison, estroso corridore di fascia che, per via del carattere non proprio accomodante, fu trasferito per ben due volte agli inglesi del Burnley, club con cui, curiosamente, il Glentoran nel corso degli anni ha stabilito un canale privilegiato che ancora permane, visto che una delle recenti “leggende” rossoneroverdi, Glen Little, è stato ceduto nel 1996 proprio dagli irlandesi al Burnley.
In anni successivi a Johnson e Morrison, andò a vestire la maglia amaranto-azzurra anche Billy Emerson (1922), difensore centrale della Nazionale, e altri hanno seguito tale strada. Ma del Glentoran della prima parte del ventesimo secolo l’atleta più significativo è certamente Fred Roberts, attaccante strepitoso nato però come terzino. Alto 1,84, messosi in evidenza con i Newington Rangers (200 reti in quattro stagioni), giocò con i “Glens” per cinque anni, dal 1928 al 1933 quando fu sorprendentemente lasciato andare dal club, e in quei campionati divenne un terrore per le difese avversarie.
D’accordo che all’epoca le difese e le marcature non erano sofisticate come ora, ma è noto che i difensori non andavano certo per il sottile; eppure, contro marcatori che lo tallonavano in qualunque zona del campo, Roberts segnò 332 reti, una media di 66 a stagione, con l’exploit assoluto del 1930-31, quando ne infilò addirittura 96, battendo il record che era di Joe Bambrick, del Linfield, con 94.
Un compagno di squadra di Roberts, Fred Doherty, lo ricordò così nella sua autobiografia: «Roberts; che segnò cosi tanti gol dalla posizione di centravanti, sapeva colpire di testa in modo superbo, e una piccola zona di capigliatura in mezzo alla parte alta del capo era stata praticamente sradicata dal continuo contatto con la palla, lasciando una chiazza senza capelli che sembrava attirare magneticamente i cross dalle ali».
Una volta, su un calcio d’angolo, Roberts si avventò sulla palla con tale ferocia da trascinare essa e il portiere avversario nella porta, ma il malcapitato estremo difensore sullo slancio abbattè il palo e si fece crollare l’intera struttura in testa, portando così alla sospensione della partita, che dovette essere rigiocata qualche giorno dopo…