Celtic F.C.

La squadra cattolica di Glasgow, una vera e pro­pria provocazione in un Paese di protestanti, per molti anni ha dominato la scena del campionato scozzese con vittorie a raffica, sfornando grandi campioni. Si tratta del Cel­tic Football Club, più conosciuto come Celtic Glasgow, rivale acer­rimo dei Rangers: la parte prote­stante della città e del calcio scoz­zese, infatti le due società si sono suddivise gli allori nazionali la­sciando agli altri le briciole.

Il Celtic Glasgow è stato uno dei club fondatori della Scottish League assieme a Dumbarton, Heart of Midlothian, Rangers e Saint Mirren. Factotum della società, già in quegli anni, è Willie Maley, che tra il 1888 e il 1940 (cinquantadue primavere al servizio del club!) ricopre le cariche di tesorerie, segretario e manager.

Il Celtic nasce spinto dallo spirito caritatevole dell’alto prelato di Glasgow, l’Arcivescovo Eyre, che chiede ai responsabili della locale diocesi di mettere in piedi una squadra di calcio che possa disputare incontri per beneficenza sul modello di ciò che accadeva già da qualche tempo a Edimburgo. Della cosa si occupa nella pratica Brother Walfrid, un prete di natali irlandesi il cui vero nome è Andrew Kerins. Ed è proprio dalle origini isolane di Brother Walfrid che il Celtic trae il proprio nome.

Foto di gruppo per la stagione 1898/99

L’attivissimo «Fratello» affitta un terreno nelle vicinanze del Cimitero di Janefield per cinquanta sterline l’anno, si rimbocca le maniche e con un manipolo di volontari getta le basi per «inventarsi» un campo da gioco per la neonata compagine. Il grande giorno del debutto è all’orizzonte: il 28 maggio 1888 il Celtic, con maglia bianca a bordi verdi, si schiera per la prima volta in un incontro amichevole di fronte a duemila persone entusiaste: avversari, naturalmente, non possono che essere i Rangers… La partita finisce 5-2, ma il bello è che i componenti l’undici dei nostri eroi appartengono tutti ad altri club: il Celtic, al momento, è solamente una selezione delle forze calcistiche locali e non. Bisogna attendere l’anno successivo perché il club assuma una propria e definitiva identità.

Nella stagione 1891-92, dopo qualche affermazione in competizioni di Coppa, I biancoverdi conoscono il primo, grande momento di gloria, aggiudicandosi infatti in sequenza Glasgow Cup, Charity Cup e Scottish Cup. Tra le mille iniziative dei dirigenti c’è quella di disputare una partita (è la notte di Natale del 1893) alla luce dei riflettori: è il primo esperimento del genere, ma i tempi e la tecnica non sono ancora maturi per tali spettacolari invenzioni. Il Celtic è già uno squadrone: tra il 1893 e il 1919 vince la bellezza di quindici titoli, nove Coppe di Scozia, altrettante Glasgow Cup e sedici Charity Cup. Le idee non mancano al Celtic Park: nel 1898 l’impianto ospita il campionato del mondo di ciclismo, e parte del guadagno realizzato viene girato alle opere di carità.

Gli anni Venti, nonostante la presenza nel reparto offensivo del più tremendo bomber apparso sulle scene calcistiche britanniche, Jimmy McGrory, non sono forieri di grandissimi successi: i «cugini» protestanti dei Rangers monopolizzano il campionato, lasciando ai «Bhoys» solamente qualche briciola. Le sfide stracittadine richiamano l’attenzione dell’intera nazione: il 2 gennaio del ’39 sono 118.567 gli spettatori seduti sugli spalti dell’lbrox Park per Rangers-Celtic, l’anno precedente una folla di 92.000 tifosi aveva visto il derby giocato al Celtic Park. Nell’immediato dopoguerra McGrory assume le redini della compagine biancoverde, ma i risultati stentano ad arrivare: un solo scudetto (1954) va a rimpinguare l’albo d’oro in attesa del grande momento della riscossa.

Il Celtic 1950/51

Che arriva a partire dal 1965, quando Jock Stein, ex giocatore del club, viene assunto come team-manager. La storia cambia radicalmente volto: il Celtic riprende immediatamente la leadership nazionale presentandosi alla successiva edizione della Coppa dei Campioni in veste di pericoloso outsider. Gli scozzesi partono a spron battuto, e cammin facendo prendono coscienza delle proprie possibilità. Giunti alla finale di Lisbona dopo aver fatto fuori Zurigo, Nantes, Vojvodina Novi Sad e Dukla Praga, si trovano di fronte l’Inter di Helenio Herrera, ormai al crepuscolo della propria, magnifica traiettoria. I nerazzurri sembrano troppo forti, passano in vantaggio con Mazzola (rigore), ma dopo il raggiunto vantaggio cedono completamente sul piano fisico ai più freschi avversari. È il primo successo di una squadra britannica nel massimo torneo europeo, un sinistro campanello d’allarme per le compagini latine (sino a quel giorno dominatrici) destinate ad abbandonare il regno quasi incontrastato in Europa.

Sotto la guida di Stein il Celtic realizza un record: nove campionati consecutivi vinti tra il 1966 e il 1974, testimonianza di una superiorità inequivocabile. Quando il vecchio orso della panchina lascia la società, la vita non è più la stessa, anche se il Celtic rimane e rimarrà per sempre stabilmente tra le «grandi» di Scozia e l’«Old Firm» contro i Rangers, resta «il» derby per eccellenza. Non solo sportivo…

Il 25 maggio 1967: il momento più alto nella storia dei “Bhoys”