1896: Udinese
La storia dell’Udinese comincia l’8 settembre 1896 con uno scudetto mai riconosciuto dalla Federazione, che sarebbe sorta solo due anni più tardi, ma del quale i friulani vanno tuttora fieri. Furono dei ragazzini ginnasti di sedici, diciassette anni, capitanati dal loro insegnante, Antonio Dal Dan a iscriversi al “Primo campionato nazionale dei giochi”, che tra le varie discipline comprendeva anche il calcio (football), in programma a Treviso dal 6 all’8 settembre e organizzato dalla Federazione italiana di Ginnastica.
La Ginnastica Udinese sconfisse la resistenza delle altre due squadre iscritte, il Turazza di Treviso e la Ginnastica di Ferrara, aggiudicandosi un gonfalone di seta ricamato a mano, in oro, che sul labaro portava la scritta: “Prima gara nazionale di giuochi ginnasti – campionato nel giuoco del calcio (Foot Ball)”. Bissantini, Chiussi, Ksnapfel, Pellegrini, Milanopulo, Del Negro, Plateo, Spivach, Dal Dan (allenatore-giocatore), Tam, Tolu: questi i protagonisti del successo. L’1 luglio del 1911 i soci della Società di ginnastica udinese si riuniscono e editano lo statuto della Società per il Gioco del calcio Udine.
La prima partita del campionato di promozione veneto-emiliano va in scena il 20 aprile 1913. Subito dopo la Grande Guerra il club cambia denominazione e diventa Associazione sportiva Udinese, che continua a navigare in prima categoria, la serie A di allora, sempre nel girone veneto-emiliano.
Nelle sue file, dal 1921-22 fino al 1936-37, si mette in luce Gino Bellotto, autentica bandiera del calcio friulano e recordman di presenze (343) con la casacca bianconera. La A.s. Udinese sfiora la Coppa Italia nel 1922, quando viene sconfitta in finaie dal Vado Ligure (1-0) con gol del mitico Felice Levratto.
Nel 1925 nasce intanto l’Associazione calcio Udinese, dalle cui fila escono grandi nomi quali Alfredo Foni e Annibale Frossi. Con l’avvento del girone unico l’Udinese tracheggia fra B e C fin oltre la fine del secondo conflitto mondiale. Nel 1950 il ritorno alla serie maggiore sotto la guida di Giuseppe Bertoli.
L’annata ’54-55 è quella del miglior piazzamento in serie A (secondo posto alle spalle del Milan), vanificato purtroppo dalla retrocessione per un illecito risalente a due stagioni prima. Raggio di Luna Selmosson, ventitreenne svedese, è la stella di quella squadra.
Negli anni Sessanta inizia il declino che la porterà anche in serie C. Nel ’77-78 i bianconeri vincono la Coppa Italia di C, il torneo anglo-italiano, ma soprattutto ritornano in B e dodici mesi più tardi in A con Massimo Giacomini, un ex giocatore friulano, in panchina. Nel 1983 il presidente Lamberto Mazza, dopo un ottimo sesto posto in campionato, regala ai tifosi friulani il numero 10 più famoso del mondo insieme all’emergente Maradona: Arthur Antunes Coimbra, per tutti Zico. La Federcalcio blocca il trasferimento e la gente del Friuli insorge, Udine scende in piazza e protesta: “o Zico o Austria” è lo slogan simbolo della querelle. Il caso alla fine si risolve per il meglio e Zico arriva a Udine. I risultati non sono quelli sperati, con il brasiliano l’Udinese non va oltre un nono posto, ma le sue magie entrano nella storia della squadra.
Inizia l’era Pozzo, l’Udinese fa l’elastico fra la B e la A e raggiunge una certa stabilità nell’ultimo lustro. Alberto Zaccheroni la porta in Coppa Uefa nella stagione ’96-97 culminata con il quinto posto in campionato. L’anno successivo c’è l’esplosione definitiva di un bomber spesso sottovalutato come Oliver Bierhoff, che timbra 27 reti e vince il titolo di capocannoniere guidando l’Udinese al terzo posto in campionato. Il tecnico romagnolo e il panzer tedesco vanno al Milan, ma i bianconeri riconquistano l’Europa guidati dal brasiliano Marcio Amoroso. Anche per lui primato nella classifica cannonieri e approdo in una grande squadra (Parma). Seguono annate intermedie condite comunque da grandissime impennate, come la storica Champions League conquistata da Spalletti (quarto posto della stagione 2004/2005) e ben preliminari con Guidolin (stagione 2010/11 e 2011/12).

L’Udinese 1896: vincitrice del primo Campionato Italiano di Calcio, mai riconosciuto dalla Federazione

L’Udinese 1922 finalista della prima edizione della Coppa Italia, vinta dal Vado di Felice Levratto