L’Athletic Bilbao è una di quelle squadre che hanno fatto la storia del calcio, per più motivi. Su tutti l’indole “indipendentista” che non ha mai permesso a nessuno spagnolo o straniero di vestire la maglia biancorossa della squadra maggiormente rappresentativa dei Paesi Baschi… Euskadi nella lingua madre. Solo giocatori autoctoni per l’Athletic, il cui nome tradisce comunque una venatura inglese. E un caso forse che la bandiera dei baschi sia una sorta di Union Jack rossa, bianca e verde?!
Peccato per le notizie, quasi nulle, sulla sua fondazione e sui coraggiosi pionieri che nel 1898 decisero di fondare l’Athletic Bilbao o quello che era allora. Comunque basta attendere pochi anni per sentir parlare in maniera lusinghiera di questa squadra che curiosamente inizia a riempire la bacheca con la “Copa del Re” di Spagna, la coppa nazionale spagnola appunto. Niente male per chi ha cercato sempre di staccarsi da quella che non è mai stata riconosciuta come madre patria. A oggi sono addirittura 23 le coppe di Spagna nel palmares del Bilbao.
È il 1902 quando l’Athletic partecipa all’edizione inaugurale del torneo con il nome di Vizcaya poiché la formazione è integrata da elementi del Bilbao FC e per rispetto a questi la squadra assume la parvenza di una rappresentativa regionale. È solo l’inizio, poiché nel 1903 e nel 1904 l’Athletic vince ancora la Coppa dettando subito legge nel calcio spagnolo. I talenti di quella prima vittoria sono il portiere Arena, che nel 1903 gioca però da terzino, e il centravanti Astorquia che nelle successive affermazioni del 1910 e 1911 farà addirittura il portiere: una sorta di calcio totale alla basca.
Nel primo decennio del secolo l’idolo euskadi è comunque Rafel Moreno “Pichichi“, attaccante di leggendaria intelligenza calcistica, il primo fenomeno del football spagnolo. Moreno rappresentava l’anima di quel gruppo, un leader dentro e fuori dal campo, capace di finalizzare come di suggerire la manovra. Nel 1921 la tragedia, “el Pichichi” muore improvvisamente e la sua storia si trasforma subito in leggenda tanto che da quel giorno il suo soprannome verrà utilizzato per indicare il bomber di razza, quindi il capocannoniere della futura Liga.
Gli anni ’30 sono per l’Athletic in Spagna, quello che furono per la Juventus in Italia: 4 le coppe vinte consecutivamente e 4 sono anche gli scudetti che il Bilbao si aggiudica dominando la scena spagnola senza rivali. Formidabile di quella formazione il quintetto d’attacco Lafuente-Iraragorri-Bata-Unamuno (o Aguirrezabala)-Gorostiza capace di annientare qualsiasi difesa incontrasse.
Tra il 1943 e il 1950 i baschi conquistano ancora 4 coppe di Spagna e uno scudetto grazie alle reti del potente centravanti Zarra, capace di un’incredibile elevazione. Insieme a lui la mezzala Luis Lopez Panizo e l’ala sinistra Agustin Gainza Vicandi completano una linea d’attacco di grande spessore, quest’ultimo sarà sempre presente in tutte le vittorie ottenute dall’Athletic Bilbao tra il 1943 e il 1958, davvero niente male come palmares personale. Sono anni d’oro per i biancorossi che si contendono l’alloro di miglior squadra spagnola con il mitico Real Madrid delle 5 coppe dei Campioni.
E proprio all’inizio degli anni Sessanta ecco spuntare la stella del più grande portiere spagnolo dopo Ricardo Zamora: José Angel Iribar Cortajarena (nato l’1 gennaio 1943 a Zarauz, provincia di Guipuzcoa) che difenderà per quasi vent’anni la porta della formazione basca e quella della Nazionale spagnola, conquistando il titolo europeo del ’64. Gli anni Sessanta, però, portano al Bilbao solamente una Coppa di Spagna (1969) e niente più. Questi, come già detto, sono i tempi del Real Madrid e delle altre grandi. L’ultimo scudetto risale addirittura alla stagione 1955-56.
Bisogna attendere gli anni Settanta per rivedere l’Athletic sugli scudi. Nel 1973 si aggiudica un’altra coppa del Re. Tornando a Iribar, la sua figura è legata a uno dei momenti più intensi della storia del Bilbao: la finale di Coppa Uefa nella stagione ’76-77. Il 5 maggio a Torino si apre la grande sfida. La Juventus è favorita, anche se stremata dalla sfida infinita col Torino per lo scudetto. In Europa ha fatto fuori squadre come il Manchester City e United e in panchina ha un giovane e promettente tecnico che si chiama Trapattoni. L’Athletic viene da anni di magre ed è galvanizzato dall’eliminazione del Barcellona. Iribar para di tutto e alla fine sarà 1-0 grazie al gol di Marco Tardelli. Il ritorno è infuocato: il “San Mamés” mette paura e il vantaggio bianconero è risicato. Per fortuna la Juventus trova subito il gol con Bettega per poi arroccarsi davanti a Zoff: finisce 2-1 ma la Coppa va alla Juventus. L‘Athletic Bilbao ha perso una grande occasione e si riprenderà solamente 5 stagioni più tardi quando riuscirà a conquistare due scudetti consecutivi (’82-83 e ’83-84) e la Coppa di Spagna (’84): gli ultimi fuochi e gli ultimi successi.