Borussia Mönchengladbach

Mönchengladbach è un piccolo centro della Ruhr, vicino al confine con l’Olanda. È lì che l’1 agosto 1900 viene fondato il Fußballklub Borussia 1900 M.-Gladbach. Bisogna attendere il 1960 per vedere il Borussia salire agli onori della cronaca, sono infatti i gol di Mühlhausen, Kohn e Brülls a regalargli la Coppa di Germania nel 3-2 contro il Karlsruhe. Stella di quella formazione è proprio Albert Brülls, secondo giocatore nella storia del Borussia a vestire la maglia della Nazionale dopo Heinz Ditgens (biennio ’36-38). Albert Brülls, interno destro dalle caratteristiche spiccatamente offensive, esordisce in Nazionale il 4 ottobre 1959 a Berna contro la Svizzera, segnando anche una delle quattro reti con cui i tedeschi si impongono fuori casa. Giocherà ancora 24 volte con la maglia della Germania, segnando in tutto 9 reti. Dopo i Mondiali del Cile, estate 1962, Brülls decide di lasciare per tentare l’avventura in Italia: lo acquista il Modena per 25 milioni di lire dell’epoca.

Il Borussia edizione 1920/21

Il primo maggio del 1964 la svolta, con l’ingaggio del giovane tecnico Hennes Weisweiler che vince subito il campionato regionale e porta il Borussia in Bundesliga. Fin dalle prime gare l’MG sforna prestazioni altamente spettacolari, segnando un’enorme quantità di reti, tanto da avere il primo attacco del campionato. Non servirà per vincere il titolo (non subito), ma per essere soprannominati “The Colts”, tanta la precisione e la ferocia sotto porta. Al Bokelberg le avversarie rischiano sempre la goleada, come quel 7 gennaio 1967 in cui lo Schalke 04 se ne va dopo aver preso 11 gol. Molti giocatori plasmati da Weisweiler approdano poi in Nazionale, trasformando il Borussia MG in una fabbrica di talenti come Herbert Wimmer, il mediano Rainer Bonhof e il bomber Jupp Heynckes.

Ma le vere stelle di quella squadra erano il difensore Berti Vogts e il regista Gunter Netzer (che portava il 48!). Il primo era un vero e proprio mastino, tecnicamente modesto in campo si trasformava e la marcatura a uomo sul giocatore avversario più pericoloso lo esaltava. Esemplare la finale mondiale del ’74 contro l’Olanda. Il Ct Schön non sa come fermare Cruijff. Nessuno dei tedeschi se la sente, neanche Beckenbauer vuole rischiare la faccia contro l'”Olandese volante”. Così tocca a Vogts. L’inizio è drammatico, perché da un suo fallo in area su Cruijff nasce il rigore che porta in vantaggio l’Olanda. Ma piano piano la diga si erge e gli arancioni non passano più, passa invece la Germania che vince il suo secondo titolo mondiale.

Proprio in quella manifestazione, Netzer (già passato al Real Madrid) è il grande escluso dello spogliatoio in mano a Overath e Beckenbauer. Chioma bionda, capelli fluenti, Netzer si notava soprattutto per le sue travolgenti cavalcate palla al piede, perfetto il controllo di palla, irresistibili i dribbling, lanci millimetrici e punizioni dalle traiettorie imprevedibili e liftate. Tutto questo ha fatto di Gunter Netzer un giocatore sopra la norma, dotato di una tecnica stupefacente. E’ lui la vera anima della “provinciale” Borussia MG che negli anni Settanta detta legge nella Bundesliga vincendo il titolo nel ’70 e nel ’71, precedendo entrambe le volte il Bayern Monaco di Franz Beckenbauer.

Netzer con la Coppa di Germania 1973

Da qui nasce poi la grande rivalità tra i due che verrà trasferita in Nazionale, con le conseguenze sopra ricordate. Però, questo grande giocatore non poteva non avere un’importante passerella con la Nazionale. Sono gli Europei del ’72, infatti, a consacrare Gunter Netzer di fronte alla platea internazionale, è lui che guida la Germania Ovest contro il Belgio in semifinale e contro l’Urss in finale, vinta grazie alle reti di Gerd Müller (Bayern Monaco). Un alloro che questo regista meritava, prima di arrivare alla guerra aperta contro di lui del “club Bayern” ai Mondiali del ’74. La stagione 1972-73 è l’ultima con la maglia del Borussia al quale regala la Coppa di Germania con una rete, nel 2-1 della finale contro il Colonia. Lo acquista il Real Madrid per fronteggiare l’arrivo di Cruijff al Barcellona e con i bianchi vincerà due titoli spagnoli.

Netzer fu anche protagonista del famoso Borussia MG-Inter (ottavi di Coppa Campioni ’71-72)… la partita della lattina. Infatti, quando questa colpì Boninsegna fu proprio Gunter Netzer a scagliarla con un calcio verso un poliziotto che la rimandò sugli spalti. Solo la furbizia di Sandro Mazzola permise di recuperare un fac-simile per presentare reclamo e poter cancellare l’incredibile 7-1. L’Inter vinse 4-2 a Milano e nella ripetizione di Berlino finì 0-0, con Bordon che parò anche un rigore a Sieloff. Borussia fuori, Inter in finale contro l’imbattibile Ajax.

Simonsen e soci sollevano la Coppa UEFA 1978/79

Intanto i biancoverdi di Dusseldorf continuano a far parlare di sè ma soprattutto a vincere: 3 titoli tedeschi consecutivi (’75, ’76 e ’77), 2 coppe Uefa (’75 e ’79) e una Supercoppa di Germania (’77). Gli anni Settanta rappresentano l’apice della storia di questa squadra in cui brilla la stella dell’attaccante danese Allan Simonsen che proprio nel 1975, dopo aver conquistato con i bianco-verdi scudetto e Coppa Uefa si aggiudica il “Pallone d’Oro”.

Da allora poco e niente (solo una Coppa di Germania nella stagione 1994/95) e ripetute discese in Zweite Bundesliga. E intanto i tifosi continuano a sognare le gesta di Netzer e Simonsen…