1978 – Gonella: «Le polemiche? Nessuno ci sta a perdere…

L’assegnazione all’arbitro italiano della finale dei Mondiali 1978 tra Argentina e Olanda fu il coronamento di un’eccellente carriera internazionale.

Così Sergio Gonella rispose nel febbraio del 1978 a un cronista bolognese che gli anticipava la sua partecipazione al Mondiale, in programma qualche mese dopo in Argentina: «Balle di voi giornalisti, e io faccio gli scongiuri». Poco soddisfatto della replica l’intervistatore si fece audace e replicò: «Ma come, vuol darmi a intendere che non sa di essere il prescelto, di aver bruciato la concorrenza di Michelotti e Gussoni?». E lui, Gonella: «Più lei me ne parla e più io mi tocco».

Direte: ma che linguaggio per un gentleman come l’arbitro di Asti (scomparso nel 2018 alla bella età di 85 anni), ritenuto irreprensibile! Le giustificazioni non mancano. Gonella rappresentò il nostro Paese al torneo del ’78, dove diresse addirittura la finale tra Argentina e Olanda. Ma al campionato del mondo arrivò con quattro anni di ritardo. Per colpe altrui, sia chiaro.

«Io già ci speravo nel ’74. Beh, la mia presunzione fu punita, ed è per questo motivo che poi non volli credere nella designazione fino al momento dell’ufficializzazione».

Come dargli torto? Gonella era il migliore da tempo. In campo internazionale era molto apprezzato. Una riprova? Al Mondiale del ’78 arrivò con una quarantina di partite dirette all’estero.

Finale Euro 1976: Gonella tra i capitani di Germania Ovest (Beckenbauer) e Cecoslovacchia (Ondrus)

«La più importante? La finale di Coppa Europa, quando la Cecoslovacchia si impose sulla Germania Ovest ai rigori. Ma la soddisfazione più grossa l’ho avuta con la designazione per Scozia-Inghilterra, perché quelle due federazioni avevano fatto il mio nome».

Con queste credenziali Gonella si presentò in Argentina. Prima diresse Spagna-Brasile, poi fu la volta della partita conclusiva del torneo iridato. Una prestazione contestata dai tulipani, che furono sconfitti nei supplementari dopo aver concluso i 90 minuti regolamentari in parità (1-1). Gli olandesi se la presero anche con Franchi, presidente dell’Uefa e responsabile della commissione arbitrale, che spinse Gonella verso la finale. E non risparmiarono neppure un guardalinee, l’austriaco Linemayr, accusandolo di aver bloccato due pericolose discese di Rep per fuorigioco inesistenti.

Jan Poortvliet brutalizza Daniel Bertoni sotto gli occhi di Gonella

Ma perché tante polemiche nei confronti di Gonella? Ecco le accuse: «Ci ha subito innervosito facendo cambiare la fasciatura al polso destro di Van De Kerkhof, ha lasciato passare una gomitata di Passarella ai danni di Neeskens, ha regalato il terzo gol a Bertoni scattato in posizione di offside, e poi ha permesso ai sudamericani di picchiare». Di tenore compietamente avverso il parere dei vincitori. «Un digno arbitro de una gran final», titolò «La Nación» di Buenos Aires.

Sentiamo ancora i ricordi dell’arbitro italiano:

«La fasciatura di Van De Kerkhof? Ho solo applicato il regolamento dopo una segnalazione che mi fece Passarella, il capitano dell’Argentina, poco prima della partita. La gomitata di Passarella? Non mi parve volontaria. Il fuorigioco di Bertoni in occasione dell’ultima segnatura? Non l’abbiamo riscontrato né io né Linemayr per il semplice motivo che c’era un avversario fra l’attaccante e Jong-bloed, il portiere olandese. Quanto alle rudezze, ho ammonito quattro uomini, due per parte. Vuol sapere la verità? Che nessuno ci sta a perdere e che tutti vanno alla ricerca di giustificazioni. Mi chiedo cosa avrebbero detto, gli olandesi, se Rensenbrink al 90’ avesse segnato invece di colpire il palo. Avrebbero parlato ancora di mafia e di altre cosucce del genere?».