Top Players: Svezia
Non è tra le nazionali big al mondo, eppure il talento non è mai mancato in terra svedese: Nordhal, Liedholm, Nordqvist e ovviamente Sua Maestà Ibrahimovic
Non è tra le nazionali big al mondo, eppure il talento non è mai mancato in terra svedese: Nordhal, Liedholm, Nordqvist e ovviamente Sua Maestà Ibrahimovic
C’è stato un tempo, breve a dire il vero, in cui l’Armenia è stata il centro calcistico dell’Unione Sovietica. In quel momento, tutti gli appassionati di calcio da Leopoli a Vladivostok conoscevano il nome dell’Ararat Yerevan.
Nel 1990 la Gialappa’s Band lanciava la trasmissione destinata a cambiare il rapporto tra la televisione italiana, il calcio e un giornalismo sportivo al tempo troppo ingessato. E’ ancora vivissimo il ricordo delle straordinarie gag di un programma che ha lanciato un’intera generazione di comici
Intervista rilasciata al Corriere della Sera nel gennaio del 1994. Il bomber friulano tra nostalgia e rimpianto rievoca i suoi anni migliori
Perché Vicini rispolverò Vialli contro l’Argentina quando la coppia Baggio-Schillaci ci aveva condotto fino alla semifinale?
Quell’anno la squadra del tecnico Gei diede spettacolo sui campi di tutta la penisola. Indimenticabile il 4-0 alla Juventus.
La Seleção: gioia di giocare, di regalare spettacolo ai tifosi e a tutti gli appassionati, senza per questo pregiudicare il risultato finale. Divertimento e successi. Una samba vincente. Ma tutto ciò viene clamorosamente a mancare ai Mondiali del 1974…
La storia dell’illecito per Atalanta-Sampdoria, durante la stagione 1972-73, che vide protagonisti l’ex allenatore bergamasco Paolo Tabanelli e il dirigente Franco Previtali Paolo Tabanelli (Faenza 16 agosto 1915 – Genova, 20 ottobre 2000), a Bergamo era di casa. Quando faceva … Leggi tutto
La pastasciutta, si sa, rappresenta una delle basi su cui è fondata la nostra Repubblica. Piatto nazionale per eccellenza, esaltato dalla dieta mediterranea, ha rischiato tuttavia di iscriversi nel libro nero delle magagne del Bel Paese, nell’ottobre 1990.
A Mexico 70, nella semifinale (già decisa) contro l’Uruguay, il Re verdeoro aggira il portiere Mazurkiewicz senza nemmeno toccare il pallone e tira. La sfera rotola lentamente, sfiora il palo, infine esce di poche… “diottrie”.
Dopo lo scisma del 1921/22, che dette vita a due campionati vinti da Novese e Pro Vercelli, i nerazzurri, arrivati ultimi, avrebbero dovuto retrocedere ma si guadagnarono la salvezza negli spareggi decisi per riunificare il torneo.
È risultato per più di cent’anni il più giovane portiere ad aver esordito nella nazionale italiana (record battuto solo nel 2016 da Gianluigi Donnarumma), ed è tuttora il più giovane estremo difensore che abbia indossato la maglia dell’Inter.
La vera svolta arriva nel 1978 quando l’industriale dei gelati Teofilo Sanson, presidente dell’Udinese, inserisce sui pantaloncini dei giocatori il suo marchio: uno schiaffo alla Federcalcio proibizionista e una breccia finalmente aperta. Nell’81-82 scendono in campo le prime maglie con la pubblicità.
Una carriera lunga e gloriosa per l’ala argentina dalle fulminanti serpentine. In Italia non sempre venne apprezzato quanto il suo valore autentico avrebbe meritato.
L’Italia nel biennio 74-76 affrontò Polonia e Olanda nelle qualificazioni a Euro 76. Non ebbero chances ma in quella edizione, sconfitte a parte, grazie a Bernardini esordirono i futuri campioni del mondo Antognoni, Bettega, Scirea e Graziani
Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso - Notifiche Push - Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario