Copa Libertadores 1968: Estudiantes

Il sessantotto degli Studenti

La Coppa Libertadores del 1968 vide il sorprendente trionfo di una squadra provinciale, senza pedigree, che non figurava nell’elenco delle grandi formazioni rioplatensi e assolutamente sconosciuta ai più alti livelli del calcio sudamericano: l’Estudiantes di La Plata. I biancorossi riuscirono in questa grande impresa lasciandosi dietro squadre fortissime e prestigiose come il Racing, vincitore della Libertadores ‘67, l’Independiente, bi-campeon nel 1964 e 1965 e il Palmeiras sconfitto in finale nello spareggio dello stadio Centenario di Montevideo.

Vinsero con uno stile personalissimo, che gli ha attirò contro grandi critiche, basato sulla preparazione atletica e tattica e impreziosito dalla presenza del talento di Juan Ramón Verón, la “Bruja” (strega), padre di Juan Sebastian futuro campione d’Italia con la Lazio. Infatti l’Estudiantes aprirà un ciclo che lo porterà alla conquista di ben tre Libertadores consecutive, ma non era amato da nessuno, anche gli stessi argentini disprezzavano questa squadra e non si identificavano con i colori di quella maglia.

Tutto ciò a causa del modo in cui la compagine di Osvaldo Zubeldia otteneva la maggior parte dei suoi successi. Con un calcio opprimente, poco spettacolare, ma soprattutto violento. Spesso gli avversari uscivano dal campo prima del tempo in barella, si poteva ritenere fortunato chi usciva sulle proprie gambe o solo con qualche ferita superficiale. Un modo di vedere il calcio che venne definito di “ruptura” rispetto ai dogmi del calcio spettacolo che il Sudamerica aveva sempre seguito prima di allora.

L’eccessiva durezza dei giocatori dell’Estudiantes causò numerose proteste in tutto il mondo, anche in Europa poiché le squadre che affrontavano i biancorossi nell’Intercontinentale subivano vere e proprie punizioni fisiche (ne sa qualcosa il Milan del ‘69), soprattutto in Sudamerica. La Federazione brasiliana addirittura decise di negare ai biancorossi il permesso di fare tournée in Brasile per monetizzare la fama derivata dai trionfi in Libertadores.

L’Estudiantes si presenta sulla ribalta di questo prestigioso torneo sorprendendo tutti gli avversari non abituati a squadre come quella di Zubeldia, il cui principio cardine era quello di distruggere il gioco altrui. Marcature asfissianti, gioco durissimo e alcune mosse che miravano a far perdere il controllo agli avversari, come il gioco ostruzionistico e le perdite di tempo, le continue proteste e simulazioni quasi grottesche con urla, cadute e rotolamenti sul terreno di gioco come colpiti a morte. Erano questi gli ingredienti principali delle partite che vedevano protagonista l’Estudiantes.

In semifinale i biancorossi se la vedono con il Racing campione uscente. Servono ben tre partite per decidere chi avanza e al termine dello spareggio, che premia l’Estudiantes per differenza reti, a dimostrazione dell’estrema violenza di questi incontri Aguirre Suàrez e Togneri dell’Estudiantes, Basile e Chabay del Racing vengono portati in galera direttamente dagli spogliatoi.

In finale l’Estudiantes affronta i brasiliani del Palmeiras. A La Plata la squadra di San Paolo va vicinissima all’impresa: a sette minuti dalla fine gli uomini di Djalma Santos sono in vantaggio 1-0, ma nel finale vengono rimontati e superati dai biancorossi che si aggiudicano il primo round. In Brasile non c’è storia e il Palmeiras con grande autorità si guadagna lo spareggio che andrà in scena a Montevideo.

Quella a cui assistono gli spettatori del Centenario non è però una partita di calcio, ma una folle caccia all’uomo perpetrata dai giocatori argentini nei confronti degli avversari. L’Estudiantes vince la Coppa mettendo in mostra il grande talento di Verón, mentre mezzo Palmeiras al rientro in patria verrà ricoverato in ospedale per le ferite riportate nella battaglia di Montevideo.

Osvaldo Zubeldía con la Copa Libertadores 1968, accanto a lui si riconoscono Juan Ramon Veron, Carlos Bilardo e Alberto José Poletti

Top: Juan Ramón Verón

Detto “la Bruja” (la strega), fu tanto importante per l’Estudiantes quanto Pelé lo fu per il Santos. Forse anche di più perché Pelé era supportato da un gruppo di calciatori molto forti e talentuosi, mentre nessun biancorosso era sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda tecnica del padre del futuro fantasista di Lazio e Inter. Verón era la stella di una squadra di onesti gregari, che sopperivano alle carenze tecniche con la grinta (eccessiva), l’impegno e la furbizia.

Nonostante ciò Verón è riuscito a portare l’Estudiantes a grandi traguardi, regalando ai tifosi biancorossi momenti indimenticabili come il gol del pareggio siglato nell’incontro di andata della finale del ‘68 contro il Palmeiras. I biancorossi erano in svantaggio 1-0 quando a sette minuti dalla conclusione la “Bruja”, con un’azione personale dalla destra si lasciò dietro quattro avversari riuscendo a battere il portiere brasiliano Waldir con grande naturalezza, in quello che viene considerato come uno dei più bei gol della storia calcistica argentina.

Finale di Andata – La Plata, 2-5-1968
Estudiantes – Palmeiras 2-1
Reti
: Servilio (P), 83′ Verón (E), 87′ Flores (E)
Estudiantes: Poletti, Fucceneco, Spadaro, Madero, Malbernat, Pachamé, Bilardo, Flores, Ribaudo (Lavezzi), Conigliaro, Verón
Palmeiras: Valdir de Moraes, Geraldo da Silva, Baldochi, Osmar, Gilberto, Ademir da Guía, Dudú, Suingue, Tupazinho, Servilio, Rinaldo
Arbitro: Marino (Uruguay)
Finale di Ritorno – São Paulo, 7-5-1968
Palmeiras – Estudiantes 3-1
Reti
: 10′ Tupazinho (P), 54′ Reinaldo (P), 68′ Tupazinho (P), 72′ Verón (E)
Palmeiras: Valdir de Moraes, Escalera, Baldochi, Osmar, Ferrari, Ademir da Guía, Dudú, Servilio (China), Tupazinho, Rinaldo, Suingue
Estudiantes: Poletti, Spadaro, Madero, Fucceneco, Pachamé, Malbernat, Bilardo, Ribaudo, Flores (Togneri), Conigliaro, Verón
Arbitro: Massaro (Cile)
Spareggio – Montevideo, 16-5-1968
Estudiantes – Palmeiras 2-0
Reti
: 13′ Ribaudo (E), 82′ Verón (P)
Estudiantes: Poletti, Aguirre Suárez, Madero, Malbernat, Pachamé, Medina, Bilardo, Flores, Ribaudo, Conigliaro, Verón
Palmeiras: Valdir de Moraes, Escalera, Baldochi, Osmar, Ademir da Guía, Ferrari, Suingue, Dudú, Tupazinho, Servilio (China), Rinaldo
Arbitro: Orozco (Peru)