BRUNO PESAOLA – Intervista luglio 1971

Il «Petisso» è senza lavoro da sette mesi – «E’ per me una realtà nuova ma positiva: mi ha ridato il mordente» – Un giudizio critico sull’associazione degli allenatori – Per il prossimo campionato, Pesaola punta sull’Inter – La Juventus? «Speriamo che a forza di aspettare, i giovani non diventino vecchi»

Le amare confessioni di Pesaola trainer a spasso

«Quando le cose vanno bene trovi tanti “amici”, quando il vento gira a sfavore molti ti voltano le spalle, restano solo i veri amici. E’ una constatazione amara ma anche positiva». Bruno Pesaola parla lentamente, scandisce quasi le parole mentre con lo sguardo fissa il mare di Sanremo. E’ il più illustre degli allenatori disoccupati. Dopo Helenio Herrera è stato forse il tecnico più pagato in Italia. E’ uno dei più preparati, conosce a fondo il suo mestiere cui abbina notevoli qualità di psicologo. Eppure è senza lavoro da circa sette mesi, da quando la Fiorentina, nel gennaio scorso, lo sollevò dall’incarico per affidare la squadra, in difficoltà di classifica, ad Oronzo Pugliese. Pesaola non disarma: novembre non è lontano. E’ una disavventura che ogni allenatore di calcio mette in preventivo.
«Prima o poi doveva capitare» dice il «Petisso». Adesso aspetta il suo momento e nel frattempo si riposa a Sanremo. All’«Eden Rock», per mantenersi in forma, compie lunghe nuotate e gioca a ping-pong con il figlio Roberto. Il calcio resta però l’argomento principale.

— Che cosa prova un trainer quando resta inattivo per tanto tempo?
«Si sta male. Per smaltire il dispiacere cerco di occuparmi di altre cose, penso agli affari. Tutto sommato è un’esperienza utile. Dopo un decennio, nel complesso fortunato, avevo bisogno di entrare in contatto con questa realtà nuova, a me sconosciuta. Alla guida del Napoli avevo ottenuto due promozioni in serie A e vinto una Coppa Italia. Con la Fiorentina è arrivato lo scudetto. Coppa dei Campioni e Coppa delle Coppe sono le competizioni internazionali cui ho partecipato. La disoccupazione completa il bagaglio e mi rida il mordente. Sono sicuro che, trovando una società disposta a darmi fiducia, saprei trasmettere la mia carica alla squadra. Esisterebbero tutte le premesse per farla rendere al massimo».

— Le sarà difficile rientrare nel “grande giro”?
«Penso di no e comunque non c’è fretta. Non sono l’unico a spasso, ci sono altri esempi. Farò un po’ di anticamera, il rilancio arriverà».

— Ha ricevuto qualche offerta interessante?
«L’unica che potevo prendere in considerazione era quella della Roma. Le dimissioni di Marchini l’hanno fatta cadere. Con l’avvento di Anzalone alla presidenza del club giallorosso è tornato pure Helenio Herrera».

— Ha qualche rimpianto?
«Uno solo: avrei voluto svincolarmi dalla Fiorentina a cui sono legato da un contratto biennale. Non mi piace guadagnare senza lavorare. Sarò costretto a fare rispettare alla società viola l’impegno scritto che avevamo stipulato. Con le buone o con le cattive. Comunque penso che tutto si accomoderà».

Recentemente c’è stata l’assemblea annuale degli allenatori a Coverciano. Pesaola non vi ha partecipato. Perché? Ecco la risposta: «Non sono un contestatore. In realtà, non vengo mai convocato. L’associazione allenatori dovrebbe essere più costruttiva. In tutti gli altri settori del football ci sono stati risultati apprezzabili, noi tecnici siamo ancora al punto di partenza».

— Che cosa suggerisce per migliorare la situazione?
«Dovremmo essere più uniti, non solo quando va tutto bene ma anche quando ci sono problemi da risolvere. E ci vorrebbe un maggior rispetto verso i colleghi meno fortunati».

Ecco come Pesaola vede il prossimo campionato: «Avrà la fisionomia dell’anno scorso. Oltre a Milan. Inter. Juventus, Cagliari, Napoli e Roma che costituiscono il gruppo-guida ci sono Fiorentina, Torino e Bologna che possono rivelarsi squadre in grado di puntare concretamente allo scudetto. Fiorentina e Torino, in particolare, saranno due grosse sorprese».

Esaminando ad una ad una le «grandi» dopo il mercato «povero», Pesaola osserva: «Il Milan, dopo quanto è successo nell’ultimo campionato e con i rinforzi operati quest’anno, non può più concedersi il lusso di sbagliare. Gli errori dei rossoneri sono dovuti in parte al favoloso “exploit” dell’Inter. I nerazzurri restano favoriti: la squadra è forte e immutata. Per la Juventus è la stagione del la verità. I bianconeri sbaglierebbero a parlare di un altro campionato di transizione. A forza di aspettare diventano vecchi anche i giovani. Il Cagliari è nuovamente in lizza per il titolo. Vitali, che conosco bene, ha trovato la squadra adatta alle sue caratteristiche. Non è un attaccante portato al gioco manovrato. Con Riva rimesso a nuovo accanto a Vitali e con l’innesto di Poletti in difesa, Scopigno potrà impostare la formazione come vorrà. Accanto ai due stoccatori ci sono elementi che conoscono il gol».

Circa la Coppa dei Campioni, Pesaola è convinto che l’Inter possa arrivare sino in fondo come protagonista: «Tutta la “rosa” nerazzurra ha una notevole esperienza internazionale. L’Inter farà bene anche se il primo turno non è stato favorevole. All’inizio di stagione le nostre squadre non sono mai al massimo della forma e l’A.E.K. di Atene è un avversario ostico».

Parlando della Nazionale, Pesaola difende, con dei «distinguo», la linea conservatrice di Valcareggi: «Prima di rinnovare la squadra azzurra bisogna difendere la Coppa Europa che ci appartiene. Quando il torneo sarà concluso mancheranno due anni al campionato del mondo. Solo allora si potranno fare esperimenti».