Olimpiadi 1924 – PARIGI

Medaglia d’Oro: URUGUAY

E l’anno di “Tarzan” Johnny Weissmuller, primo nuotatore della storia a scendere sotto il minuto nei 100 metri di stile libero, che in futuro sarà una star del cinema. Ma è il calcio che ormai compete con il ciclismo per il primato assoluto della popolarità. Nell’ottava edizione delle Olimpiadi (22 partecipanti) si registra la prima affermazione per l’Uruguay, che ha il suo cannoniere in Cea, 6 gol. Comincia così ad imporsi il calcio sudamericano. Il 9 giugno, data della vittoria degli uruguaiani in finale sulla Svizzera (3-0) viene addirittura dichiarata dal Parlamento festa nazionale.  L’Italia di Vittorio Pozzo, nominato pochi mesi prima Commissario Unico (con due collaboratori inglesi, Garbutt e Burgess, convocherà a Parigi 22 atleti) viene eliminata nei quarti di finale dagli elvetici (1-2), con qualche recriminazione.

Una delle attrazioni del torneo è Felice Levratto, ala sinistra del Vado dal tiro devastante, famoso per essere riuscito addirittura a sfondare la rete in più di un’occasione con i suoi siluri.
Levratto all’esordio in azzuro, convocato da Pozzo, è solo diciannovenne, il più giovane dei nostri, e sta prestando ancora il servizio militare: gli viene dato un permesso, negato in passato ad altri atleti, di assentarsi per ragioni sportive. E’ inesperto e un po’ provinciale, quando arriva a Parigi le sue paure si materializzano davanti alla torre Eiffel, sulla quale si rifiuta di salire. Levratto non segna in questa edizione dei Giochi, ma conferma la sua fama di grande stoccatore. Nel match valido per gli ottavi di finale con il Lussemburgo (2-0) abbatte il portiere Bausch con una fucilata del suo potentissimo sinistro, provocandogli un profondo taglio alla lingua.

Per gli azzurri nel match iniziale è arrivata l’attesa rivincita nei confronti della Spagna (1-0).
Si gioca sotto un diluvio, e la vittoria azzurra viene ottenuta grazie al più classico e clamoroso degli autogol, causato dal capitano iberico Vallana su un tiro di Baloncieri che beffa senza appello il grande Zamora. È una vittoria di prestigio, anche se risicata, in una partita dura (espulso lo spagnolo Larraza) che ci apre le porte del match col Lussemburgo. Dopo il quale arriva il match con gli svizzeri, ricco di polemiche e delusioni. Elvetici subito in vantaggio, pareggio azzurro di Della Valle dopo sei minuti.

Ecco il racconto di Vittorio Pozzo: «Poi, proprio mentre pareva che ci si dovesse nuovamente appisolare, avveniva il fattaccio, quello che doveva decidere di tutto. Si era al quarto d’ora. Un pallone, calciato troppo lungo dall’ala destra svizzera, Ehrenbolger, si avviava ad uscire dalla linea di fondo nostra. Il nostro terzino sinistro, Caligaris – per l’occasione eravamo tornati al binomio Rosetta-Caligaris – era giovane, esuberante, voglioso di lavoro allora. Tanto voglioso, che il lavoro andava a cercarlo anche dove non v’era bisogno. Quel pallone di cui abbiamo detto, egli poteva lasciarlo andar fuori per suo conto, al massimo favorirne l’uscita con una finta. Egli invece lo rincorse con una gran punta di velocità ed arrivò a fermarlo prima che varcasse la lìnea.
Lo fermò, e, girandosi per eseguire un rinvio, lo perdette a favore di Ehrenbolger che aveva seguito la sua corsa puramente “prò forma “. Duello serrato e rabbioso fra i due. Caligaris prima perse, poi vinse, poi perdette ancora, e questa volta definitivamente, e l’ala destra riuscì a mandare la palla al centro. La ricevette Abegglen che se ne stava con un braccio appoggiato al lontano montante: la ricevette, e, con un gesto della testa che parve quasi un inchino, la deviò in rete.
I nostri protestarono vigorosamente per “fuori giuoco”, ma l’arbitro olandese – coi direttori di gara olandesi raramente noi ebbimo fortuna a quei tempi -, Mutters dunque, convalidò il punto.
Io presentai ufficialmente reclamo per la Federazione Italiana, fui mandato a chiamare, fui sentito anche, ma Mutters confermò la validità del punto: ed il reclamo venne respinto. Così, un po’ stupidamente, fummo estromessi dal torneo. Se avessimo vinto quel giorno, come potevamo, saremmo andati diritti in Semifinale. Dove avremmo incontrato una Svezia tutt’altro che imbattibile. La porta della Finale – dove nessuno poteva battere l’Uruguay – avrebbe anche potuto aprirsi per noi».

Il bronzo va alla Svezia, che ha bisogno di due partite (1-1, 3-1) per piegare l’Olanda. Gli scandinavi aprono una polemica con il CIO destinata a durare decenni, lamentandosi della proibizione di incassare somme a titolo di mancato guadagno. Questa disputa andrà avanti a lungo, creando molti equivoci e defezioni illustri, ma, molto più tardi, finalmente aprirà le porte olimpiche al professionismo. La finale, poi, sarà tutta degli assi uruguaiani.

L'Uruguay campione olimpico
L’Uruguay campione olimpico

I RISULTATI

TURNO DI QUALIFICAZIONE
Italia – Spagna 1–0
Turchia – Cecoslovacchia 2–5
Svizzera – Lituania 9–0
Stati Uniti – Estonia 1–0
Jugoslavia – Uruguay 0–7
Ungheria – Polonia 5–0
OTTAVI DI FINALE
Paesi Bassi – Romania 6–0
Francia – Lettonia 7–0
Bulgaria – Irlanda 0–1
Svizzera – Cecoslovacchia 1–1 (dts) 1-0 ripetizione
Italia – Lussemburgo 2–0
Svezia – Belgio 8–1
Uruguay – Stati Uniti 3–0
Egitto – Ungheria 3–0
QUARTI DI FINALE
Francia – Uruguay 1–5
Svezia – Egitto 5–0
Svizzera – Italia 2–1
Paesi Bassi – Irlanda 2–1 (dts)
SEMIFINALI
Svizzera – Svezia 2–1
Paesi Bassi – Uruguay 1–2
FINALE TERZO POSTO
Svezia – Paesi Bassi 1-1 (dts) 3-1
FINALE PRIMO POSTO
URUGUAY – SVIZZERA 3-0
reti: Petrone 9, Cea 65, Romano 82
IL MEDAGLIERE
ORO: URUGUAY
José Leandro Andrade, Pedro Arispe, Pedro Casella, Pedro Cea, Leónidas Chiappara, Pedro Etchegoyen, Alfredo Ghierra, Andrés Mazali, José Nasazzi,José Naya, Pedro Petrone, Ángel Romano, Zoilo Saldombide, Héctor Scarone, Pascual Somma, Humberto Tomassina, Antonio Urdinarán, Santos Urdinarán, Fermín Uriarte, José Vidal, Alfredo Zibechi, Pedro Zingone.
All.  Ernesto Fígoli.
ARGENTO: SVIZZERA
Max Abegglen, Félix Bédouret, Charles Bouvier, Walter Dietrich, Karl Ehrenbolger, Paul Fässler, Gustav Gottenkieny, Jean Haag, Marcel Katz, Edmond Kramer, Adolfo Mengotti, August Oberhauser, Robert Pache, Aron Pollitz, Hans Pulver, Rudolf Ramseyer, Adolphe Reymond, Louis Richard, Theo Schär,Paul Schmiedlin, Paolo Sturzenegger, Max Weiler.
All.  Teddy Duckworth.
BRONZO: SVEZIA
Axel Alfredsson, Charles Brommesson, Gustaf Carlsson, Albin Dahl, Sven Friberg, Karl Gustafsson, Fritjof Hillén, Konrad Hirsch, Gunnar Holmberg, Per Kaufeldt, Tore Keller, Rudolf Kock, Sigfrid Lindberg, Vigor Lindberg, Sven Lindqvist, Evert Lundquist, Sten Mellgren, Gunnar Olsson, Sven Rydell, Harry Sundberg, Thorsten Svensson, Robert Zander.
All.  József Nagy.