Sono le “Olimpiadi con l’elmetto”, dopo il settembre nero di Monaco. Tutto è ossessivamente sotto controllo, anche se non viene evitato il primo, clamoroso boicottaggio su larga scala. Tutti i paesi africani abbandonano il villaggio olimpico per la mancata espulsione della Nuova Zelanda, rea di intrattenere rapporti sportivi con il Sudafrica razzista. La stella assoluta è la quattordicenne, minuta, rumena Nadia Comaneci, dominatrice della ginnastica, che galvanizza anche i meno appasionati della disciplina.
Il “soccer” non è molto popolare in Canada, ma per la finale allo stadio olimpico ben 71.500 spettatori assistono sotto una pioggia battente alla vittoria della Germania Est, (3-1) nei confronti della favorita Polonia. I tedeschi orientali sono già in vantaggio per 2-0 dopo 14′. Lato a inizio ripresa accorcia le distanze, ma la Polonia cede il passo, per via delle polveri bagnate del suo bomber Szarmach (6 reti). Per molti polacchi, tra i quali Deyna, sarà l’ultimo “sacrificio” da dilettanti, prima di passare al professionismo.
Invece per la Germania Est (impostasi all’attenzione due anni prima, ai Mondiali di Germania, battendo 1-0 l’Ovest di Beckenbauer e Müller) è il momento della consacrazione. Dopo un duro girone di qualificazione per arrivare a Montreal, in cui ha eliminato Cecoslovacchia, Olanda e Germania Ovest, i tedeschi orientali in Canada si impongono come l’organico più organizzato ed atleticamente preparato. Si afferma così sempre di più il non troppo spettacolare “calcio programmato”, in sintonia con la superiorità dimostrata dai tedeschi orientali nel medagliere totale.
Bronzo all’Unione Sovietica, guidata da Oleg Blochin e composta dal blocco della Dinamo Kiev, che completa il podio tutto a favore, secondo pronostico, delle potenze dell’Europa dell’Est. Quarto piazzato il Brasile, rappresentato da una formazione giovanissima e inesperta, con due futuri importanti protagonisti del nostro campionato: i difensori Junior ed Edinho.
L’Italia non partecipa nemmeno alle qualificazioni. Zambia, Nigeria e Ghana, rinunciano, per protesta contro la Nuova Zelanda, alla fase finale, riducendo ad appena tredici le partecipanti all’ultimo atto.
I RISULTATI
Gruppo A
Brasile
DDR
0:0
Brasile
Spagna
2:1
DDR
Spagna
1:0
Squadra
P.ti
Brasile
3
Germania Est
3
Spagna
0
Gruppo B
Israele
Guatemala
0:0
Francia
Messico
4:1
Messico
Israele
2:2
Francia
Guatemala
4:1
Messico
Guatemala
1:1
Francia
Israele
1:1
Squadra
P.ti
Francia
5
Israele
3
Messico
2
Guatemala
2
Gruppo C
Polonia
Cuba
0:0
Iran
Cuba
1:0
Polonia
Iran
3:2
P.ti
Polonia
3
Iran
2
Cuba
1
Gruppo D
Canada
URSS
1:2
Canada
Corea del Nord
1:3
URSS
Corea del Nord
3:0
P.ti
URSS
4
Corea del Nord
2
Canada
0
Quarti di finale
URSS
Iran
2:1
Brasile
Israele
4:1
DDR
Francia
4:0
Polonia
Corea del Nord
5:0
Semifinali
URSS
DDR
1:2
Polonia
Brasile
2:0
Finale per il 3° posto
URSS
Brasile
2:0
Finale per il 1° posto
DDR
Polonia
3:1
IL MEDAGLIERE
Medaglia
GERMANIA EST: Bernd Bransch, Jürgen Croy, Hans-Jürgen Dörner, Hans-Ulrich Grapenthin, Wilfried Gröbner, Reinhard Häfner, Gert Heidler, Martin Hoffmann, Gerd Kische, Lothar Kurbjuweit, Reinhard Lauck, Wolfram Löwe, Hans-Jürgen Riediger, Dieter Riedel, Hartmut Schade, Gerd Weber, Konrad Weise. All. Georg Buschner.
POLONIA: Jan Benigier, Lesław Ćmikiewicz, Kazimierz Deyna, Jerzy Gorgoń, Henryk Kasperczak, Kazimierz Kmiecik, Grzegorz Lato, Zygmunt Maszczyk, Piotr Mowlik, Roman Ogaza, Wojciech Rudy, Andrzej Szarmach, Antoni Szymanowski, Jan Tomaszewski, Henryk Wawrowski, Henryk Wieczorek, Władysław Żmuda. All. Kazimierz Górski.
URSS: Vladimir Astapovskij, Oleh Blochin, Leonid Burjak, Vladimir Fëdorov, Mychajlo Fomenko, Viktor Kolotov, Anatolij Kon’kov, Viktor Matvijenko, Aleksandr Minaev, Leonid Nazarenko, Volodymyr Onyščenko, Aleksandr Vladimirovič Prochorov, Davit Q’ipiani, Stefan Reško, Volodymyr Troškin, Volodymyr Veremjejev, Viktor Zvjahincev. All. Valerij Lobanovs’kyj.
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