Pippo e la rivoluzione del Diavolo
Stagione 1976/77: Nella centrifuga milanese Pippo Marchioro finisce mescolato con tre ingredienti: Beethoven, la zona e la maglia numero 7 di Gianni Rivera.
Stagione 1976/77: Nella centrifuga milanese Pippo Marchioro finisce mescolato con tre ingredienti: Beethoven, la zona e la maglia numero 7 di Gianni Rivera.
La storia della breve avventura oltreoceano di Bettega. Scelse i Toronto Blizzard per gli ultimi calci, ma anche per studiare da manager.
Stagione 1964/65: il bomber Altafini sperimenta sulla sua pelle il significato del proverbio “Chi troppo vuole nulla stringe”: se si pretende troppo si finisce per restare a mani vuote…
Il divino Michel fu il trascinatore e il cannoniere di una Francia che, sino allora, aveva spesso incantato, con il suo gioco frizzante, ma vinto mai.
I due britannici diventarono subito idoli del tifo rossonero, tanto gentili e disponibili fuori dal campo tanto combattivi e pronti a dare il 101 per cento in campo: Wilkins più lento, stiloso e ragionatore, Hateley veloce, irruento e con uno stacco di testa imperioso.
Campione in carica e con un Maradona in più: l’Albiceleste era la grande favorita del Mondiale spagnolo ma naufragò clamorosamente. E non solo per colpa dei giocatori
Nata nel 1918 dalla dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico, la Cecoslovacchia visse come entità politica fino al 1992, quando venne divisa tra Repubblica Ceca e Slovacchia. Tra i momenti più alti della Nazionale: due finali mondiali (1934 e 1962), un Europeo (1976) e un oro olimpico (1980).
La Seleção: gioia di giocare, di regalare spettacolo ai tifosi e a tutti gli appassionati, senza per questo pregiudicare il risultato finale. Divertimento e successi. Una samba vincente. Ma tutto ciò viene clamorosamente a mancare ai Mondiali del 1974…
La vera svolta arriva nel 1978 quando l’industriale dei gelati Teofilo Sanson, presidente dell’Udinese, inserisce sui pantaloncini dei giocatori il suo marchio: uno schiaffo alla Federcalcio proibizionista e una breccia finalmente aperta. Nell’81-82 scendono in campo le prime maglie con la pubblicità.
L’Italia nel biennio 74-76 affrontò Polonia e Olanda nelle qualificazioni a Euro 76. Non ebbero chances ma in quella edizione, sconfitte a parte, grazie a Bernardini esordirono i futuri campioni del mondo Antognoni, Bettega, Scirea e Graziani
Vuole un diffuso stereotipo del calcio che il grande campione difficilmente diventi un grande tecnico, per l’incapacità a comprendere i problemi di tocco e di intuizione tattica dei “comuni mortali”.
Ripercorrere tutte le fasi dell’esistenza di questa nobile compagine è un po’ come assistere a una lezione di storia in cui la protagonista non può che essere Trieste. Ci sono i Tricolori che sventolano a festeggiare l’annessione della città all’Italia … Leggi tutto
Nei primi anni novanta, Del Piero militò nel Padova. Il Direttore Sportivo Aggradi, l’allenatore Sandreani e il compagno di squadra Monticone ricordano i giorni che videro sbocciare il talento del futuro Pinturicchio.
Esaminiamo qui la breve ma intensa la carriera da coach: in nove anni, un titolo mondiale, una medaglia d’argento sempre ai Mondiali, una di bronzo agli Europei e un titolo nazionale di club. Capita talvolta che i baciati in fronte … Leggi tutto
Di origini svizzere, giocatore poi dirigente del Genoa, offrì un trofeo di argento massiccio da disputarsi come una sfida cavalleresca.
Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso - Notifiche Push - Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario