Colombia-URSS 4-4: la nascita dei Cafeteros

Ai mondiali del 1962, le derelitta Colombia impose un clamoroso pareggio ai quotati sovietici guidati da Yashin. Una riscossa per un intero popolo.

Il calcio in Colombia ha radici antiche, eppure per decenni la nazionale è stata una sorta di Cenerentola del calcio sudamericano. Dagli anni ’40 fino agli anni ’80, le sconfitte e le umiliazioni sembravano essere la norma per una nazione che faticava a trovare un’identità calcistica propria. Eppure, c’è un momento preciso in cui il vento ha iniziato a cambiare: il mitico pareggio per 4-4 contro l’Unione Sovietica ai Mondiali del 1962 in Cile.

I prodromi di quella storica partita raccontano tanto della mentalità dell’epoca. La Colombia si era qualificata per la prima volta alla Coppa del Mondo, un traguardo salutato con scetticismo e rassegnazione più che con orgoglio ed entusiasmo. Le aspettative erano ridotte al lumicino, come dimostra questo stralcio di un’editoriale dell’epoca: “Non siamo una potenza calcistica. Non lo siamo mai stati. La fortuna ha giocato un ruolo enorme nella nostra qualificazione“.

Persino alcuni calciatori avevano pronosticato una “spettacolare batosta” in Cile. La preparazione fu caotica, tra dimissioni dell’allenatore Pedernera e risultati disastrosi nelle amichevoli di avvicinamento al Mondiale. La stampa brasiliana non aveva potuto reperire informazioni sui convocati colombiani, inventando nomi e fotografie falsi sull’album della Coppa del Mondo.

L’entrata in campo della Colombia davanti ai soli 8000 spettatori

All’esordio Mondiale, la Colombia perse perse dignitosamente 2-1 contro l’Uruguay e il 30 maggio 1962, si ritrovò così ad affrontare nientemeno che l’Unione Sovietica, una delle grandi favorite per la vittoria finale (i sovietici erano reduci dalla vittoria di Euro 1960).

I primi 12 minuti furono un vero e proprio incubo per la Colombia. L’Unione Sovietica dilagò segnando ben tre reti, portandosi sul 3-0 in un battibaleno. A sbloccare il punteggio fu Ivanov, bravo a sfruttare una disattenzione della difesa colombiana. Chislenko raddoppiò due minuti dopo e ancora Ivanov calò il tris con una splendida giocata personale, seminando gli avversari con una serie di finte prima di battere il malcapitato portiere Sánchez.

La partita sembrava ormai compromessa e il timore di un’autentica disfatta aleggiava sui cafeteros. Ma al 22′ una scintilla di speranza si accese grazie a GermánCucaAceros, abile a beffare il “Ragno Nero” Lev Yashin con un delizioso pallonetto. Si andò al riposo sul 3-1 per i sovietici, tra le preoccupazioni dei colombiani.

Qui si racconta che nell’intervallo l’allenatore Pedernera radunò i suoi uomini e li esortò con vigore, guidandoli nell’intonare l’inno nazionale a squarciagola. Un gesto simbolico che riaccese l’ardore agonistico dei cafeteros, decisi a non arrendersi.

La sequenza di immagini del clamoroso gol su calcio d’angolo ad opera di Marcos Coll

La ripresa iniziò tuttavia in salita, con i sovietici che al 56’ allungarono ancora sul 4-1. A quel punto, però, la Colombia si ridestò e ripartì al contrattacco, fino a guadagnarsi un calcio d’angolo. Fu lì che si consumò l’azione forse più celebre della partita. Il centrocampista Marcos Coll si accinse a battere il corner con il piede destro. La sua traiettoria però fu talmente sballata che il difensore Givi Chokheli e lo stesso Yashin decisero incredibilmente di non intervenire, lasciando insaccata la sfera nell’angolino opposto. Un’autentica “rete olimpica” diretta da calcio d’angolo, un caso più unico che raro ai mondiali di calcio.

L’autorete dei sovietici galvanizzò ulteriormente i colombiani, che due minuti dopo accorciarono ancora con Antonio Rada, bravo a ribadire in rete una respinta corta di Yashin. A quel punto il pareggio sembrava a portata di mano e infatti, al 72′, gli sforzi vennero premiati: Marino Klinger ricevette palla e si involò verso la porta russa, seminando lo stesso Yashin uscito in disperata uscita prima di depositare in rete il gol del definitivo 4-4.

Le scene di giubilo che seguirono in tutta la nazione sono rimaste leggendarie. Mentre solo 8040 spettatori avevano assistito dal vivo al match, milioni di colombiani erano rimasti incollati alle radio per seguire la radiocronaca. Appresa la notizia del pareggio, scoppiarono ovunque festeggiamenti spontanei con canti, balli e sventolii di bandiere. Più che un risultato sportivo, si trattò di un autentico riscatto nazionale che scatenò l’orgoglio di un popolo abituato alle sconfitte.

Il presidente Guillermo Valencia colse l’occasione per dare una lettura politica all’evento, celebrandolo come “una vittoria della democrazia sul totalitarismo“. I giornali titolarono a tutta pagina raccontando la “follia collettiva” che aveva travolto le strade del paese. Persino nelle vignette umoristiche, la piccola Colombia sbeffeggiava il gigante sovietico, interpretando le sigle CCCP come “Contra Colombia Casi Perdemos” (quasi perdemmo contro la Colombia).

Certo, seguì poi una pesante sconfitta contro la Jugoslavia che sancì l’eliminazione dal torneo, ma a questo punto era un dettaglio. Perché i cafeteros poterono fare ritorno a casa a testa alta, accolti come eroi da folle oceaniche pronte a celebrare la prima grande impresa della loro nazionale.

Quel 4-4 avrebbe rappresentato il punto più alto del calcio colombiano per quasi trent’anni, fino all’avvento della prima vera “generazione d’oro” negli anni ’90, quella dei Valderrama, Higuita, Asprilla. Un’infinita traversata nel deserto costellata di insuccessi, interdizioni FIFA, esperimenti tattico-tecnici fallimentari e persino la rinuncia ad organizzare i Mondiali del 1986, dopo esserne stati inizialmente insigniti come paese ospitante.

03.06.62 (18.00) Arica, Estadio Carlos Dittborn
URSS-Colombia 4-4
Reti
: 1:0 Ivanov (8), 2:0 Chislenko (10), 3:0 Ivanov (12), 3:1 Aceros (21), 4:1 Ponedelnik (57), 4:2 Coll (63), 4:3 Rada (72), 4:4 Klinger (77)
URSS: Yashin, Tchokelli, Ostrovski, Voronin, Maslenkin, Netto (c), Chislenko, Ivanov, Ponedelnik, Kanevski, Meschki
Colombia: Sanchez, Alzate, J. Gonzalez, Lopez, Echeverri, Serrano, Coll (c), Aceros, Klinger, Rada, H.Gonzalez
Arbitro: Etzel Filho (Brasile)