Irrompono gli argentini
Il calcio uruguaiano e quello brasiliano, grazie ai grandi campioni che giocavano nel Peñarol e nel Santos, avevano dominato le prime quattro edizioni del torneo. Le squadre argentine, invece, non avevano dato molta importanza alla manifestazione, giocando senza la dovuta motivazione e grinta. Solo a partire dal 1963 si notò un cambiamento e l’arrivo in finale del Boca Juniors fu un chiaro segnale che la Libertadores aveva fatto breccia anche nel cuore degli argentini.
Fu grazie all’Independiente di Avellaneda che il calcio argentino poté iscrivere il suo nome nell’albo d’oro della competizione. I rossi, dal colore delle loro maglie originariamente bianche ma poi cambiate in questa tonalità in onore del Nottingham Forest protagonista di una spettacolare tournée da quelle parti nel 1905, vinsero in grande stile lasciandosi dietro il Santos, in semifinale, e il Nacional in finale.
L’Independiente non era ricco di talenti come il Peñarol e il Santos, e non metteva neppure in mostra il gioco spettacolare e offensivo prerogativa di queste due squadre. L’allenatore era Manuel Giùdice, un uomo che non amava le primedonne, contava molto sul collettivo, sul sacrificio, sulla duttilità dei suoi uomini e soprattutto sulla loro grinta. In campo la squadra era disposta magistralmente, non era mai sbilanciata, si manteneva corta e giocava sempre con un incredibile furore agonistico, cercando di essere il più concreta possibile senza lasciare spazio ai virtuosismi o alla ricerca dello spettacolo, cosa che non soddisfaceva per niente i tifosi sudamericani dal palato fine.
Protagonisti di questa edizione furono la punta Mario Rodriguez, goleador del torneo insieme al paraguaiano Mora, l’ala destra Raul Emilio Bernao e il durissimo difensore uruguaiano Tomàs Rolan, che in semifinale si incollò a Pelé e lo annullò con le buone e, più spesso, con le cattive.
Proprio il doppio confronto con il grande Santos rappresentò una formidabile sorpresa. L’Independiente inflisse due sconfitte ai campioni, rimontando addirittura due reti nel match di andata a Rio. La finale con il Nacional fu un vero e proprio combattimento, che lasciò pochissimo spazio allo spettacolo. Nei 180 minuti i tifosi videro solo una rete e tantissime botte. I “rojos” resistettero al Centenario, passando in casa con un gol del capocannoniere Rodriguez e difendendo il vantaggio affidandosi alla grande vena di Santoro.
Top: Raúl Bernao
Fin dalla nascita, il 5 novembre 1941, Raúl Emilio Bernao sapeva che il suo istinto naturale sarebbe stato quello di giocare a calcio nei campi senza erba e polverosi del suo quartiere, Sarandi. Tifoso dell’Independiente fin dall’infanzia, Bernao andava ogni domenica a vedere i suoi idoli, Michelli, Cecconato, Bonelli, Grillo e Cruz. «Mi sono sempre chiesto se un giorno avrei potuto giocare in Serie A. E questa mi apparve sempre come una prospettiva possibile perché ero abbastanza fiducioso delle mie potenzialità, anche se sapevo che sarebbe stato difficile. Benché giocassi già nelle giovanili dell’Independiente, continuavo a preferire i campetti del mio quartiere…».
Qualche anno dopo, realizzato il sogno di vestire la “camiseta roja”, il 15 luglio 1964 convinse tutti che il Maracanà era uguale a qualsiasi campetto in cui aveva giocato da bambino e che i campioni del Santos potevano essere paragonati agli avversari del suo quartiere. Guidò l’Independiente a una straordinaria rimonta (da 0-2 a 3-2) sul Santos, trampolino di lancio verso la conquista della Libertadores, siglando il gol del momentaneo pareggio su imbeccata di Mori. In Sudamerica lo chiamavano “il poeta della fascia destra”, il regno in cui sprigionava la sua classe levigata in centinaia di partite sui campetti polverosi di Sarandi.
Finale di Andata: Centenario, Montevideo, 6-8-1964 |
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Nacional – Independiente 0-0 Reti: – Nacional: Sosa, Baeza, Emilio Alvarez, Ramos, Elisio Alvarez, Méndez, Pérez, Douksas, Jaburú, Arias (Bergará), Urruzmendi. Independiente: Santoro, Zerrillo, Rolan, Ferreiro, Acevedo (Mori), Maldonado, Bernao, Mura, Suárez, M.Rodríguez, Savoy. Arbitro: Horn (Olanda) |
Finale di Ritorno: La Doble Visera, Avellaneda, 12-8-1964 |
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Independiente – Nacional 1-0 Rete: 35′ M.Rodríguez 1-0 Independiente: Santoro, Guzmán, Rolan, Ferreiro, Acevedo, Maldonado, Bernao, Prospitti, Suárez, M.Rodríguez, Savoy. Nacional: Sosa, Baeza, Emilio Alvarez, Ramos, Elisio Alvarez, Méndez, Oyarbide, Douksas, Jaburú, D.Pérez, Urruzmendi (Bergará). Arbitro: Dimas Larrosa (Paraguay) |