Copa Libertadores 1970: Estudiantes

Non c’è due senza tre

Anche questa edizione della Coppa Libertadores va in scena abbastanza mutilata. Questa volta non sono le squadre a rinunciare alla competizione, bensì i giocatori uruguaiani e peruviani che, in vista del mondiale messicano attesissimo dalle nazionali latino-americane che si sono qualificate (appunto Uruguay e Perù, oltre al Brasile), sono stati requisiti dalle proprie selezioni che danno vita a un lunghissimo ritiro iniziato addirittura a gennaio, ben cinque mesi prima dell’inizio del Mondiale.

Le squadre uruguaiane (Peñarol e Nacional) e peruviane (Universitario e Defensor Arica) si presentano così al via della competizione senza i loro nazionali, mentre la Federazione brasiliana continua il boicottaggio alla Libertadores non iscrivendo il Palmeiras e il Cruzeiro. Le squadre argentine, non essendosi qualificata per il Mondiale la Selección, sono al completo e assumono subito i connotati delle favorite al titolo. Oltre alI’Estudiantes partecipano River Plate e Boca Juniors, agguerrite più che mai e pronte a detronizzare i connazionali biancorossi.

Le due sfidanti vedono però deluse le loro ambizioni perché l’Estudiantes entra nella storia della competizione diventando la prima squadra a vincere la Libertadores per tre volte consecutive. Quest’anno va anche in scena la partita nella quale vengono messi a segno il maggior numero di reti nella quarantennale storia della Libertadores: PeñarolValencia finisce infatti 11-2. Curiosamente tre giorni prima, sempre a Montevideo, la formazione venezuelana si era arresa solo per 1-0 al Nacional.

Gli uomini di Zubeldia partono dalle semifinali dove incrociano le armi con il River Plate in due incontri dal grande vigore agonistico, senza esclusione di colpi e con botte inaudite. All’andata l’Estudiantes si impone al Monumental, grazie a una rete della “BrujaVerón e a una difesa che regge benissimo l’assedio alla quale è sottoposta dagli attacchi del River. Al ritorno il compito è più agevole e il verdetto del campo dice 3-1 per i biancorossi, 1-1 per quanto riguarda gli espulsi.

In finale l’Estudiantes trova il Peñarol, o meglio il “Peñarolreservas” come tengono a precisare i media uruguaiani, vista l’assenza nelle file giallonere di ben sei nazionali. La AUF (Associación Uruguaya del Futbol) chiede alla CSF che le finali di Libertadores vengano rinviate dopo la fine del Mondiale. La richiesta però non viene accolta anche perché la Confederazione Sudamericana vuole chiudere il prima possibile questa edizione abbastanza “sui generis”.

La finale va in scena nei giorni immediatamente precedenti l’inizio del Mondiale messicano e riscuote un interesse nettamente inferiore rispetto alla altre edizioni. Il Peñarol non ha il potenziale umano per opporsi alla formazione argentina che può contare su tutti i suoi effettivi, ma combatte strenuamente con grande coraggio e nel match di La Plata capitola solo a tre minuti dalla fine infilato da un violentissimo sinistro di Togneri scoccato ben fuori dall’area di rigore.

A Montevideo l’Estudiantes gioca con grande personalità, il Peñarol è generosissimo ma è nettamente inferiore e incontra sulla sua strada la grande serata di Errea, il portiere argentino, autore di grandi interventi. Per il terzo anno consecutivo sono gli uomini di Zubeldia ad alzare il trofeo.

La rete di Togneri vale la terza Libertadores per l’Estudiantes

Top: Carlos Bilardo

Bilardo incarnava perfettamente lo stile dell’Estudiantes, una squadra che si distingueva per il suo temperamento, la sua aggressività e la sua astuzia. Grazie a queste qualità, Bilardo conquistò tre titoli sudamericani di fila con l’Estudiantes. Nato a Buenos Aires il 16 marzo del 1939, Bilardo esordì nella prima divisione argentina nel 1958, a diciotto anni, con il San Lorenzo proprio contro l’Estudiantes, subendo una sconfitta. Allora non immaginava che con la maglia di La Plata avrebbe raggiunto i vertici della sua carriera. Dal San Lorenzo si trasferì all’Espanyol e poi, nel 1965, alI’Estudiantes dove restò fino al 1971 collezionando un campionato Metropolitano, una Coppa Interamericana, una Intercontinentale e tre Libertadores.

Oltre al calcio la sua seconda grande passione fu la medicina. Bilardo infatti riuscì a laurearsi in questa disciplina alla pari del suo compagno di squadra dell’Estudiantes Horacio Madera. Terminata la camera da giocatore, Bilardo intraprese quella da allenatore, dimostrandosi ossessivo nell’analizzare le partite e molto meticoloso. Allenò il San Lorenzo e l’Estudiantes, con il quale vinse un Metropolitano, in Argentina, e il Deportivo Cali in Colombia, con il quale vinse due titoli nazionali e raggiunse la finale della Libertadores, prima squadra colombiana a riuscire nell’impresa. Dal 1983 al 1990 ha guidato la Nazionale argentina vincendo un mondiale nel ’86 e raggiungendo la finale nel 1990.

Finale di Andata – La Plata, 21/05/1970
Estudiantes – Peñarol 1-0
Rete: 87′ Togneri
Estudiantes: Errea, Pagnanini, Spadaro, Togneri, Pachamé, Solari, Bilardo, Echecopar, Conigliaro, Flores (Rudzki), Verón
Peñarol: Pintos, Soria (González), Figueroa, Peralta, Martínez, Goncalvez, Viera, Lamas (Cáceres), Acuña, E.Onega, Lamberck
Arbitro: Robles (Cile)
Finale di Ritorno – Montevideo, 27/05/1970
Peñarol – Estudiantes 0-0
Peñarol: Pintos, Soria (Speranza), Figueroa, Peralta, Martínez, Viera, Goncalvez, Lamas, E.Onega, Lamberck, Acuña
Estudiantes: Errea, Pagnanini, Spadaro, Togneri, Medina, Bilardo, Pachamé, Solari, Conigliaro (Aguilar), Echecopar (Rudzki), Verón
Arbitro: Larrosa (Paraguay)