Coppa UEFA 2002/03: PORTO
Inizia l’era di José Mourinho
La Coppa UEFA del 2002/03 mette contro due dei più famosi e storici club europei e due dei più interessanti giovani allenatori, José Mourinho del Porto, e Martin O’Neill del Celtic. Mourinho ha la meglio, annunciando il suo arrivo sulla ribalta europea con una emozionante vittoria ai tempi supplementari sul campo di Siviglia. Henrik Larsson vince la classifica cannonieri con undici reti, una in meno rispetto a Derlei del Porto la cui rete della vittoria è stata la prima a risolvere l’assegnazione di una Coppa UEFA con il famigerato “silver goal”. Una rete che suggella una grande stagione per la squadra di Mourinho. Il Porto infatti vince anche l’accoppiata campionato – coppa in Portogallo.
Ispirato dal regista Deco e dalle reti di Derlei, il Porto arriva facilmente ai quarti di finale. Da segnalare, fra l’altro, l’8-3 con cui liquida il Denizlispor nel quarto turno. Il Panathinaikos si rivela avversario ostico nei quarti e si impone per 1-0 in Portogallo. Nel match di ritorno gli uomini di Mourinho si impongono andando a vincere sul difficilissimo campo di Atene dopo i tempi supplementari. La Lazio, sconfitta 4-1 allo Estádio das Antas, oppone meno resistenza e il Porto si qualifica così per la finale.
Il cammino del Celtic di Martin O’Neill si rivela molto più difficile di alcuni degli avversari portoghesi. Larsson mette a segno le sue prime reti siglando una tripletta nella partita del primo turno vinta 8-1 al Celtic Park contro il FK Suduva e realizza una doppietta nel secondo turno contro i Blackburn Rovers. Gli scozzesi eliminano quindi il Celta di Vigo, con la regola dei gol in trasferta, Stoccarda, Liverpool e Boavista, raggiungendo di conseguenza la loro prima finale europea in 33 anni.

Nel suo cammino verso la finale il Porto elimina anche la Lazio
Per le italiane il bilancio abbastanza negativo. Da registrare il debutto assoluto in Europa per il Chievo Verona che però viene eliminato subito dall’esperienza della Stella Rossa. Il Parma stenta nel primo turno con il CSKA Mosca per poi venire malamente eliminato dal Wisla Cracovia (determinante il 4-1 per i polacchi nel match di ritorno). A farsi strada di più è invece la Lazio di Mancini. Superata la formalità dello Skoda Xanthi, i biancocelesti eliminano poi in successione la Stella Rossa , lo Sturm Graz, il Wisla Cracovia e il Besiktas. Il brusco risveglio avviene in semifinale dove i futuri campioni de Porto si impongono all’andata con un perentorio 4-1 chiudendo ogni strada ad un possibile recupero.
La finale si gioca in una Siviglia invasa dai tifosi scozzesi. Il caldo, l’attitudine manovriera del Porto e il timore reverenziale del Celtic fanno sì che il primo tempo passi quasi inosservato. Dal primo dei tre minuti di recupero però la partita si trasforma. Porto in vantaggio con il brasiliano Derlei, rapido a ribattere in rete un bel salvataggio di Douglas. Al ritorno in campo tre reti in 11′. Henrik Larsson non arriva all’1,80, ma per due volte salta sulla testa dei difensori portoghesi incornando su un cross di Agathe e su un angolo di Thompson. In mezzo alle due reti dello svedese arriva il secondo vantaggio del Porto con un tocco di Alenitchev. La paura di perdere frena nuovamente la gara. Cambi, lanci lunghi, errori, cartellini, fino ai supplementari. Balde si fa espellere, ma quando sembra tutto pronto per i rigori il dodicesimo gol in Uefa di Derlei spegne il sogno dei 50 mila scozzesi. Inizia così la leggenda di Mourinho che definirà l’incontro “un grande esempio per quanti amano il calcio”. E anche un esempio di quanto pericoloso sarebbe stato il Porto l’anno successivo in UEFA Champions League…