Coppa Intercontinentale 1989: MILAN

LA STORIA

Non è facile, per il super-Milan di Arrigo Sacchi, venire a capo del Nacional Medellin e conquistare così la seconda Coppa Intercontinentale nella storia del club rossohero. Non è facile, nonostante le diffuse ironie della vigilia sull’effettivo valore dei colombiani, che hanno dimostrato invece nella Coppa Libertadores, e confermano allo Stadio nazionale di Tokyo, di costituire una raffinata macchina da calcio.A costruirla è stato Francisco Maturana, emergente santone del calcio mondiale, molto bravo ad assemblare su valori tecnici complessivi non certo eccelsi un meccanismo modello. Perfetta espressione pratica di una teoria di calcio molto vicina a quella di Sacchi, fatta di un calcio a zona che predica gioco corto, pressing continuo e tattica del fuorigioco, per tagliare le fonti della manovra altrui.

Alla prova dei fatti il Milan, reso meno stellare dall’assenza dell’infortunato Ruud Gullit, “eroe” della finale di Coppa dei Campioni con la Steaua, inciampa nella copia di se stesso e rimane invischiato nella ragnatela dell’avversario. La partita si comprime nella metà campo, dove si affollano le due squadre, entrambe “corte”, entrambe sollecite ad avanzare in linea ad ogni tentativo di lancio in verticale dell’avversario per affermare la tattica del fuorigioco. Un guaio irrimediabile per lo spettacolo, ma soprattutto un peccato per la squadra dai valori tecnici più elevati, cioè il Milan, mentre il Nacional appare pienamente a proprio agio con la prospettiva dei calci di rigore in via di materializzazione man mano che il tempo passa senza eccessivi pericoli per l’estroso portiere Higuita.

Nella ripresa, Maturana manda in campo il gigante Uzuriaga, le cui irresistibili fughe in contropiede provocano un paio di spaventi alla retroguardia rossonera e suggeriscono prudenza alla squadra di Sacchi. Meno male per gli italiani che in difesa spadroneggia il perfetto Costacurta accanto al sempre ottimo Baresi, mentre a centrocampo Ancelotti domina la scena anche per Rijkaard, in difficoltà a scrollarsi di dosso l’asfissiante controllo degli avversari. L’unico che potrebbe uscire dal monotono copione col suo fantasioso palleggio, Donadoni, appare fuori fase, soprattutto nella misura dei lanci. Dopo venti minuti della ripresa, Sacchi azzecca la mossa vincente, facendo entrare Evani, che va a coprire la fascia sinistra, con Ancelotti a destra e Rijkaard più vivace al centro. Il Milan spinge con maggior convinzione, Simone e Massaro appaiono più pungenti.

Si va ai supplementari e la difesa del Medellin comincia a perdere qualche colpo, il Milan cerca a tutti i costi di evitare la lotteria dagli undici metri. Van Basten parte in percussione e non resta ai colombiani che stenderlo al limite dell’area. Sul pallone vanno Donadoni ed Evani. Racconterà poi quest’ultimo: «Ho visto che la barriera copriva lo spazio dove avrebbe sicuramente tirato Donadoni, così ho detto a Roby di spostarsi, che avrei provato io. E mi è andata bene». La palla, colpita perfettamente di sinistro, aggira la barriera e si spegne beffarda nell’angolino basso alla destra di Higuita, immobile. Per il Milan l’incubo è finito.

La rete di Evani

L’UOMO PIU’: Alberico EVANI

È lui il matchwinner ed è giusto che venga premiato dalla Toyota, perché sbloccare un match così chiuso a doppia mandata rappresenta una prodezza assoluta. Tra l’altro, assolutamente non casuale, visto che Alberico (con la “c”, come tiene a sottolineare, a dispetto della “g” decretatagli dall’Almanacco del Calcio) Evani ha già deciso la Supercoppa europea contro il Barcellona col tiro arcuato e potente da specialista che si ritrova. Nato a Massa il 1 gennaio 1963, motorino instancabile del centrocampo, il piccolo Evani è uno dei prodotti del tradizionalmente generoso vivaio rossonero. Ha passato una vita nel Milan e con Sacchi vive una piena valorizzazione come uomo di fascia, instancabile nella copertura ma anche tatticamente valido nei fraseggi di gioco, grazie a un sinistro di qualità. Totalizzerà anche 15 partite in Nazionale.

LA FINALE
17 dicembre 1989 – National Stadium, Tokyo
MILAN – NACIONAL 1-0
Reti
: 1-0 119′ Evani
Milan: G. Galli, Tassotti, Maldini, Fuser (65′ Evani), Costacurta, Baresi, Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Ancelotti, Massaro (69′ Simone). Allenatore: Sacchi.
Nacional Medellin: Higuita, Escobar, Gomez, Herrera, Cassiani, Pérez, Arango (46′ Restrepo), Alvarez, Arboleda (46′ Uzuriaga), Garcia, Tréllez. Allenatore: Maturana
Arbitro: Fredriksson (Svezia)