Dalle Coste del Devon alle spiagge di Rio: la leggenda dell’Exter City

In questi giorni soffia forte il vento sulle sempre suggestive scogliere del Devon. No, non è il classico spirare oceanico a scuotere la cittadina di Exter in questa primavera, ma è il vento della storia che finalmente è tornato ad alitare su di una realtà che poco più di 100 anni addietro scrisse letteralmente la storia.

Ma dobbiamo partire da lontano: 1914 L’Argentina è all’apice di uno splendore economico senza precedenti. Le politiche liberiste del Presidente Sanchez Pena, hanno reso il paese del futuro Papa Bergoglio una delle grandi potenze del nuovo secolo ed un vera e propria miniera d’oro per il nascente Football albiceleste. Godendo di un’ascesa clamorosa,il governo argentino inviterà la Football Association ad inviare rappresentative inglesi nel continente sudamericano al fine di far crescere il “verbo” del calcio in ogni angolo del continente.

Fiutando l’affare la Football Association scandaglia tra le proprie associate, ma ancora per motivi misteriosi, la scelta infine ricade sul piccolo e remoto Exter City, che incredulo dalla scelta, organizza un viaggio al limite della leggenda a cavallo tra Argentina e Brasile: 18 Ragazzi, tra contadini, minatori, carpentieri navali e pastori salparono il 22 maggio dal porto di Southampton a bordo della gloriosa SS Andes alla volta di Buenos Aires.

Ora, del tour argentino si sono perse praticamente tutte le testimonianze, ma quello che rimane certo è che l’Exter City raggiunse il Brasile il 9 giugno per disputare altri tre match d’esibizione prima di imbarcarsi da Rio. E qui siamo veramente nel campo della mitologia: immaginatevi all’alba del nuovo secolo 18 ragazzi pallidi, rossicci e lentigginosi abituati al vento gelido della cornovaglia che arrivano sulle spiagge dorate di Santos con un clima idilliaco. Si tuffano entusiasti nello splendido oceano e clamorosamente vengono arrestati tutti!Offesa del decoro pubblico e un “entusiasmante” viaggio nelle galere carioca.

Fortunatamente il presidentissimo Michael McGahey, lavorando di diplomazia con la Football Association riesce a tirar fuori i suoi, li fa ripulire e li mette in campo. Primo match, alla presenza di pochi intimi su un campo di Rio è un’imbarazzante amichevole contro una rappresentativa di espatriati inglesi culminata con un 3 a 0 secco.

La seconda partita a distanza di pochi giorni è contro una rappresentativa di calciatori autoctoni delle squadre di Rio de Janeiro e secondo le cronache è uno spettacolare 5 a 3 per i nostri, condito di calci, sangue e a quanto pare un signore dagli spalti avrebbe cercato di sparare all’arbitro. Siamo già ampiamente nel campo della letteratura, ma il meglio deve ancora venire.

21 Luglio, Estádio das Laranjeiras, gioiellino da 8000 posti fatto in stile vittoriano e casa della Fluminense. Davanti due squadre; i nostri ragazzi, con la divisa biancorossa a strisce orizzontali e dall’altra parte,in “total white” una selezione dei migliori talenti brasiliani di San Paolo e Rio, ovvero la prima e certificata forma di Nazionale brasiliana della Storia. Per l’occasione si racconta che fossero presenti sugli spalti oltre 10000 persone assiepate, la polizia a cavallo, dotata di preoccupanti fruste e di fatto l’aristocrazia bene del paese. Sappiamo di questo incontro grazie ai racconti del presidentissimo e soprattutto della stampa locale dell’epoca che riesce a strappare qualche fotografia di puro culto dell’incontro.

Che dire, avete in mente le giocate di fino del Real Madrid? Ecco questo non è esattamente il tono dell’incontro. I nostri amici del Devon picchiano come non ci fosse un domani su tutto quello che è a tiro, ma non riescono a veder letteralmente mai il pallone. Per la prima volta, una selezione di locali le suona di santa ragione ai maestri venuti dall’Inghilterra ed il pubblico va in delirio assoluto. Al gol del vantaggio di Oswaldo seguono 12 invasioni di campo, una rissa in campo e anche i compostissimi diplomatici arrivano alle mani. Sul terreno di gioco, Arthur Friedenreich la stella del brasile,autore(si narra) in carriera di 1329 reti, idolo di una nazione sino ai tempi di Pelè e clamoroso meticcio tedesco-brasiliano(il personaggio meriterebbe un libro a parte) in uno scontro di gioco con un “Lord” perde due incisivi ma trascina i suoi al definitivo e storico 3 a 0 finale.

Da questo match in poi nascerà la storia del Brasile calcistico, un popolo si identifica in un gioco e da qui crescerà quel movimento che cambierà la geografia calcistica per sempre. E i nostri eroi? Beh mentre erano a bordo della nave che li riporterà a casa non potevano sapere che a Sarajevo Francesco Ferdinando d’Austria veniva assassinato dando il là alla catastrofe della guerra mondiale. Partiranno tutti e 18 per il fronte francese da li a pochi anni. Molti di loro combatteranno la terribile battaglia della Somme, ma fortunatamente sopravvivranno tutti alla grande guerra,tornado alla romantica vita del calcio dell’epoca.

Nel 2004 il Brasile, guidato da Dunga ha omaggiato quell’incontro giocando un amichevole storica in Devon, al piccolo St. James Park e, il 21 luglio 2014, a cento anni esatti da quell’esperienza unica, l’Exter City torna in quello stesso identico stadio in Brasile per un’amichevole commovente contro la Fluminense. Quel giorno è probabile che nessuno cercherà di portarsi via gli incisivi dell’avversario, ma il biancorosso del Devon tornerà a risplendere, onorando la memoria di quei ragazzi che non sapevano avrebbero scritto la Storia.