Dapples e la sua Palla

Di origini svizzere, giocatore poi dirigente del Genoa, offrì un trofeo di argento massiccio da disputarsi come una sfida cavalleresca.

di Davide Rota

Dapples, chi era costui? Henri, Henry, o Edward? Inglese, svizzero o italiano? In molti si sono posti la domanda per anni, senza riuscire a trovare una risposta. Lo hanno cercato a Londra, in Svizzera, in Francia, quando invece, dopo aver fatto perdere le sue tracce – non si sa se abilmente o inconsciamente – era distante da Genova solo un centinaio di chilometri e si era ritirato nella verde campagna toscana dell’Alto Mugello.

L’equivoco nasce da un articolo di Vittorio Pozzo che, nel 1949, su “Il calcio Illustrato”, lo ricordava così: “Compariva di tanto in tanto il britannico Dapples, con la sua pancettina, l’uomo che doveva mettere in palio la coppa che andò famosa sotto il suo nome”.

Henri Arthur Dapples, non britannico, ma figlio del banchiere di Losanna Gustave Henri Dapples e di Marie Anne de Femex, origini ginevrine, nasce a Genova il 4 maggio del 1871. Gli zii Jean, Charles ed Eugène de Femex erano stati tra i pionieri del football a Torino. Il cognome Dapples è probabilmente originario di Apples, piccolo sobborgo di Losanna, sul Lago Lemano, nel Vodese.

La prima parte dell’esistenza del giovane Henri si divide tra gli studi di agronomia a Zurigo e qualche viaggio oltremanica dove si reca a trovare il fratello maggiore Louis, direttore della sede londinese del Crédit Lyonnais ed in seguito amministratore delegato della Nestlé, la celebre azienda dolciaria. Le notizie di quel periodo sono frammentarie, ma è proprio nella terra d’Albione che Dapples contrae quello che l’arguto giovane giornalista torinese Vittorio Pozzo definisce il “virus calcisticus”.

Tornato nella natia Genova, insieme – tra gli altri – allo spedizioniere Fausto Ghigliotti, a Giovanni Bocciardo, la cui famiglia ha un’importante conceria di pelli e a John Le Pelley, dirigente di un’azienda di forniture navali, fa parte della squadra che vince, in un solo giorno, il primo campionato italiano di calcio. E 1’8 maggio 1898. Il Genoa supera in semifinale al mattino i giovani della Ginnastica Torino e al pomeriggio l’Internazionale sempre di Torino.

Il capitano, l’uomo più esperto, si chiama James Richardson Spensley: è un medico inglese di stanza all’Albergo Unione, in piazza Campetto. Personaggio di cultura raffinata, si distinguerà come illustre egittologo, fondatore dello scoutismo in Italia e promotore di tantissime altre attività, tra le quali non mancheranno sostegno e beneficenza alle famiglie povere di Genova. Morirà all’ospedale di Magonza (Germania), a seguito delle ferite riportate in battaglia, durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1915.

Il nome di Henri Dapples accompagnerà quello del dottor Spensley nelle formazioni campioni d’Italia del 1899, 1900, 1902 e 1903: Dapples gioca in posizione di centerforward, centrattacco, ma leggermente arretrato rispetto alle due mozzali, le quali in realtà erano le due punte, come all’epoca era norma. Nel 1903, all’età di 32 anni, decide di ritirarsi ma già da tempo fa parte dei quadri dirigenziali del Genoa.

Il 29 ottobre del 1903, Dapples si impegna davanti all’assemblea dei soci a mettere in palio un prezioso trofeo: è la nascita della prestigiosa Palla Dapples. In quasi tutte le foto di squadra in cui è presente, Dapples tiene stretto a sé il pallone per cui non c’è da stupirsi se il trofeo non è la solita dea o coppa, ma un pallone d’argento di dimensioni reali che per alcuni giorni viene esposta nella vetrina di “Haas”, famoso negozio di tessuti per arredamento in via Roma, fino a che l’altra compagine cittadina, l’Andrea Doria, lancia la sfida.

La prima partita si gioca domenica 20 dicembre 1903 sul campo di Ponte Carrega, poco più a valle dell’attuale: nelle fila rossoblù due soli giocatori italiani, Edoardo Pasteur, che è comunque di origini svizzere, e Gianni Foffani; gli altri sono quasi tutti inglesi o elvetici.

La formazione dell’Andrea Doria è capitanata dal 21 enne Francesco Calì, originario di Riposto (Catania), il paese che darà i natali molti anni più tardi al cantautore Franco Battiate, ma reduce da una lunga esperienza nei collegi svizzeri e residente a Genova da alcuni anni. Con Calì I, che sarà il primo capitano della nazionale italiana nel 1910, si notano in squadra suo fratello Salvatore (Calì II), gli svizzeri Steltzer ed Amey e Giuseppe Lancerotto, che morirà prematuramente nel 1908.

Scarna la cronaca dei giornali dell’epoca, dei quali nessuno riporta i marcatori. Si sa solo che il Genoa va in vantaggio per primo e che la Doria pareggerà nella ripresa. La formula è quella del “Challenge”, ovvero con il pari che premia i detentori: per questo il prezioso trofeo resterà nella sede genoana.

Con il passare degli anni, la Palla Dapples diventa una competizione addirittura più importante del campionato nazionale a cui ambiscono le migliori squadre del calcio italiano, a quei tempi quasi tutte comprese nel triangolo industriale TorinoMilanoGenova. L’eccezione è rappresentata dalla Pro Vercelli, forza emergente ed autarchica che in questo tipo di gare si trova a suo agio grazie allo spirito combattivo dei suoi calciatori.

L’apice della popolarità la “Dapples” lo raggiunge il 22 novembre 1908, quando al campo di Vercelli si presentano in due: la Juventus e il Milan. Il segretario della Federazione, Arturo Baraldi, mentre i 1.500 spettatori stanno per spazientirsi, fa cadere la scelta sulla Juventus, che vincerà 2-1 grazie ad un rigore di Ernesto Borel (padre dei più noti Giuseppe e, soprattutto, Felice, futuro nazionale). Infine, il 26 dicembre 1909 il Genoa supera agevolmente la modesta formazione dello Spinola (10-0) e, dopo 47 incontri, la storia si chiude.

Quando, nel 1909, il Genoa si aggiudica definitivamente il suo trofeo, Dapples è già da tempo a Grezzano, una frazione di Borgo San Lorenzo (Firenze), e risiede a Il Monte, una splendida villa di campagna donatagli dallo zio Edmond, chirurgo in pensione. Quest’ultimo, ai tempi in cui esercitava a Napoli, dopo aver visto morire la moglie senza che la medicina potesse far nulla, deluso, si era ritirato nell’Alto Mugello per dedicarsi all’agricoltura.

Alla morte dello zio Edmond, nel 1914, Henri Dapples assume le redini della fattoria insieme alla cugina Elvire e, nel 1917, sposa Henriette Dapples, detta “Lolotte”, sua cugina di secondo grado; la coppia non avrà figli.

Non lo sa ancora, ma da tempo, quello che si definiva “il più povero è più brutto dei Dapples” è malato. C’è chi dice che abbia contratto la tubercolosi; va a curarsi in una clinica di Zurigo, ma non c’è più nulla da fare. Nell’atto di morte, datato 9 maggio 1920, del Comune di Borgo San Lorenzo, dove riposa nella tomba di famiglia, Henri Dapples risulta deceduto all’età di 49 anni, per un carcinoma.

Le ultime immagini della sua breve ma dinamica esistenza lo vedono in perfetta divisa da cacciatore, sempre circondato dai suoi amatissimi cani.

Termina qui un incredibile viaggio d’altri tempi che parte da un piccolo sobborgo di Losanna, prosegue a Genova, con qualche puntatina a Londra e finisce nel verde della campagna toscana.

L’Albo d’Oro della Palla Dapples

DataIncontroVincitore
20/12/1903Genoa – Andrea Doria 1-1Genoa
26/12/1903Genoa – Andrea Doria 0-0Genoa
27/12/1903Genoa – Andrea Doria 1-0Genoa
03/01/1904Genoa – Andrea Doria 6-2Genoa
10/01/1904Genoa – Torinese 2-0Genoa
17/01/1904Genoa – Milan 2-1Genoa
21/02/1904Genoa – Juventus 2-0Genoa
13/11/1904Genoa – Juventus 1-0Genoa
27/11/1904Genoa – Andrea Doria 1-1Genoa
04/12/1904Genoa – Andrea Doria 1-0Genoa
11/12/1904Genoa – Andrea Doria 0-2Andrea Doria
09/04/1905Andrea Doria – Milan 0-1Milan
16/04/1905Milan – Andrea Doria 4-0Milan
30/04/1905Milan – Genoa 2-0Milan
12/11/1905Milan – Juventus 2-0Milan
26/11/1905Milan – US Milanese 6-0Milan
10/12/1905Milan – Juventus 3-2Milan
11/11/1906Milan – US Milanese 3-1Milan
18/11/1906Milan – US Milanese 3-1Milan
25/11/1906Milan – Ausonia 4-0Milan
02/12/1906Milan – Ausonia 5-0Milan
30/12/1906Milan – Ausonia 9-0Milan
06/01/1907Milan – AusoniaSquadre non presentate in campo
21/04/1907Milan – Torino 2-0Milan
28/04/1907Milan – Torino 3-3Milan
03/11/1907Milan – Ausonia 6-0Milan
10/11/1907Milan – Ausonia (2-0)Annullata per rottura del pallone.
08/12/1907Milan – US Milanese 1-3US Milanese
15/12/1907US Milanese – Milan 1-2Milan
22/12/1907Milan – US Milanese 2-1Milan
16/02/1908Milan – Genoa 1-0Milan
01/03/1908Milan – Genoa 2-3Genoa
08/03/1908Genoa – Milan 1-3Milan
15/03/1908Milan – Torino 2-1Milan
29/03/1908Milan – Libertas Milano 1-1Milan
26/04/1908Milan – Genoa 3-0Milan
01/11/1908Milan – Genoa 3-1Milan
08/11/1908Milan – Juventus 2-1Milan
15/11/1908Milan – Pro Vercelli 0-2Pro Vercelli
22/11/1908Pro Vercelli – Juventus 1-2Juventus
06/12/1908Juventus – Pro Vercelli 0-3Pro Vercelli
13/12/1908Pro Vercelli – Juventus 2-3Juventus
20/12/1908Juventus – Pro Vercelli 0-1Pro Vercelli
27/12/1908Pro Vercelli – Torino 2-5Torino
03/01/1909Torino – Milan 5-0Torino
21/03/1909Torino – Juventus 2-1Torino
28/03/1909Torino – Milan 2-1Torino
04/04/1909Torino – Milan 2-0 (a tav.)Torino (forfait Milan)
25/04/1909Torino – Genoa 0-1Genoa
26/12/1909Genoa – Spinola Genova 10-0Genoa
Squadre detentrici: Milan (22 volte), Genoa (13) Torino (5), Pro Vercelli (3), Juventus (2), Andrea Doria e Us Milanese (1). Ausonia, Libertas Milano, Fc Torinese e Spinola ci hanno provato, ma senza successo. Record di durata: Milan (dal 1905 al 1908 per 22 incontri).