È Bierhoff la stella inattesa della squadra campione di Vogts. Nella finale entra a venti minuti dal termine e ribalta il risultato contro la Repubblica Ceca, autentica rivelazione del torneo. Sacchi cambia le carte in tavola e perde la sua ultima scommessa.
PROLOGO
Altro calcio. O nuovo, se preferite. Le regole da rispettare sono quelle del business, ci mancherebbe. Così, la Fifa decide di cambiare la formula dell’Europeo 1996, quanto basta per portare sui campi d’Inghilterra, dove andrà in scena l’atto finale, più squadre possibili, senza lasciare a casa le migliori. Otto gironi, dunque, e 48 formazioni (l’Inghilterra entra d’ufficio, da paese ospitante) impegnate nelle fasi eliminatorie. All’appuntamento inglese ne arriveranno sedici, il doppio rispetto alle fasi finali delle edizioni precedenti, e saranno divise in quattro gironi da cui usciranno le otto protagoniste dei quarti. L’idea è quella di rendere più viva e accesa la manifestazione, di assicurare spettacolo. Alla fine, tutto si risolverà in un’occasione perduta. Compresa la scelta del “golden gol”, regola già sperimentata agli Europei Under 21 del 1994, e sfruttata nel migliore dei modi dall’Italia di Cesare Maldini (trionfo sul Portogallo e “morte” della partita decretata da Orlandini con la rete del 2-1 segnata al 97′). Invece di cercare il colpo di grazia, le squadre che arriveranno ai supplementari nelle partite inglesi si studieranno con infinita prudenza, e arriveranno a giocarsi il futuro ai rigori. Insomma, non c’è molto di nuovo in Europa.
L’ITALIA DI ARRIGO
In Inghilterra arrivano tutte le favorite, compresa la Danimarca campione uscente che chiuderà presto la sua avventura. In cima alla classifica, a sentire esperti e bookmakers (che oltremanica fanno affari d’oro), la solita Germania, l’Olanda che ha qualche nuovo talento da mostrare, l’Inghilterra che se non altro gioca in casa. E naturalmente l’Italia. Che ha fatto parecchie rivoluzioni, ma si presenta pur sempre da vicecampione del mondo. Biglietto da visita significativo. La nuova Italia vorrebbe dimenticare Usa ’94, quel maledetto rigore sbagliato al “Rose Bowl” di Pasadena, che Roby Baggio sogna ancora di notte. Dimenticare, andare oltre. Cercando di vincere subito, cercando di dimostrare a tutti quello che l’Europa del pallone va dicendo da tempo: che il calcio italiano è il numero uno, che per gli altri non c’è storia.
Arrigo Sacchi affronta la lunga vigilia mordendo diplomaticamente il freno: «Sogno la vittoria, ma sognare non significa promettere». Sembra quasi voler mettere le mani avanti, il Ct, dopo la delusione americana. In quanto a esperimenti, comunque, non lesina l’impegno. Da Los Angeles a Liverpool, primo appuntamento della fase finale dell’Europeo, mette alla prova ottantanove giocatori. E il vizio (assurdo?) di cambiare in corsa non gli passerà durante la trasferta inglese.
Ma andiamo per ordine. La Nazionale azzurra che inizia il suo viaggio continentale si tuffa in un’Europa tutta nuova. Ci sono, a farle compagnia nel quarto gruppo, le nuove Repubbliche dell’ex Unione Sovietica: Ucraina, Lituania, Estonia. Ci sono la Slovenia e la Croazia, rappresentativa di un paese uscito da poco da una guerra devastante e assurda, di un popolo immerso nella ricostruzione. L’approccio non è dei migliori: pareggio sofferto (1-1) a Maribor contro la Slovenia, con debutto ufficiale di Panucci. Va meglio a Tallin, contro l’Estonia che è sinceramente poca cosa. Meglio dal punto di vista del risultato (2-0 per gli azzurri, reti di Panucci e Casiraghi), perché in quanto a gioco siamo ancora agli antipodi del bello. A Palermo arriva la prima sconfitta, contro la Croazia di Boban, Prosinecki e Suker, che segna la doppietta che condanna gli azzurri (2-1 per gli uomini di Blazevic). Resterà l’unica battuta d’arresto del girone eliminatorio, ma non l’unico cono d’ombra.
Faticosissima, per esempio, la vittoria di Udine contro una Slovenia poco più che dignitosa, che cancella solo in parte il brutto pareggio dell’andata. Trovano il ritmo negli ultimi impegni, gli uomini di Sacchi: dopo il prezioso pareggio (1-1 ) di Spalato contro i croati, l’Italia cresce quanto basta per raggiungere l’obiettivo. Battuta l’Ucraina a Bari (3-1, doppietta di Ravanelli e pennellata finale di Maldini) dopo un primo tempo in salita, sommersa di gol la Lituania a Reggio Emilia (4-0, doppietta di Zola più vivo e acceso che mai). Quella sconfitta a Spalato peserà per la classifica finale del girone: Croazia e Italia lo chiudono appaiate, con 23 punti, ma sono Boban e compagni a figurare al primo posto. Poco male, l’obiettivo era quello di staccare il biglietto per l’Inghilterra e la missione è compiuta.
UN SOGNO POSSIBILE
L’Italia dell’Arrigo si ritrova nel gruppo 3, e la compagnia è quanto mai composita. C’è la tradizione, la novità, l’imprevisto. La tradizione si chiama Germania, una corazzata guidata da Berti Vogts, finalmente liberatosi del fantasma di Beckenbauer che aleggiava nello spogliatoio per voce di Lothar Matthäus, “silurato” dal Ct alla vigilia dell’appuntamento dopo una lunga ed estenuante guerra di nervi. Una Germania controcorrente, che invece dei “soliti noti”, guerrieri dalle mille sicurezze, presenta un bel pacchetto di novità. L’assenza di Matthäus, appunto; e poi giovani come Ziege, Babbel, Scholl, Bobic; ancora, la fiducia riposta in Oliver Bierhoff, un’inattesa occasione che il bomber non si lascerà sfuggire. Vogts, poi, è stato bravo a portare dalla sua parte i leader del gruppo. Klinsmann è il suo capitano, Sammer il libero preferito a Matthäus.
La novità è la Repubblica Ceca, alla sua “prima” europea dopo la scissione dell’ex Cecoslovacchia. Una squadra che arriva all’appuntamento inglese senza più l’ingombrante certezza del colosso Sparta Praga, che costituiva tradizionalmente l’ossatura della Nazionale. Il faro, adesso, è lo Slavia Praga, ma i suoi talenti sono giovani e inesperti di ribalte internazionali. Gente come Novotny, Bejbl, Suchoparek, Poborsky si è fatta notare nelle giovanili e nella galoppata del club in Coppa Uefa fino alla semifinale col Bordeaux. Ma la domanda è d’obbligo: reggerà la Repubblica Ceca il peso di una kermesse di questo livello?
L’imprevisto, infine. Si chiama Russia e si porta dietro in Inghilterra molte domande. Ha vinto a mani basse il proprio girone eliminatorio (otto vittorie, due pareggi e nessuna sconfitta) lasciandosi alle spalle Scozia e Grecia. Ma anche la squadra approdata a Usa ’94 prometteva scintille e naufragò miseramente. Oleg Romantsev, più che un Ct un “padre padrone” della Nazionale, porta con sè una rosa qualificata ma non troppo omogenea. All’ossatura dello Spartak Mosca si aggiungono avventurieri del calcio europeo come Karpin, Kanchelskis, Kirjakov, Shalimov, Kolyvanov e Simutenkov.
LE FOLLIE DI SACCHI
Alla vigilia, la Nazionale perde Ferrara: Sacchi rimedia adattando Maldini come centrale, e promuovendo titolare Apolloni. Il Ct non porta in Inghilterra Panucci e Benarrivo, uomini che col senno di poi dovrà rimpiangere. Niente Europa nemmeno per Roberto Baggio, Vialli e Signori, esclusioni che non sorprendono dal momento che hanno già sollevato un’infinità di polemiche in patria. La partenza di Liverpool, d’altronde, dà ragione al Ct. L’Italia batte la Russia col risultato di 2-1, grazie alla prima doppietta azzurra di Casiraghi. Parte in quarta asfissiando i russi col pressing, va in vantaggio, diventa quasi inguardabile dopo l’1-1 degli avversari, rinasce nella ripresa. Sacchi indovina le correzioni giuste (Donadoni per un Del Piero abulico in un ruolo di centrocampista non suo), non sbaglia una mossa. Il resto lo fanno la condizione esagerata di Casiraghi e il genio di Zola. Il gioco c’è, il Ct dice di averlo ritrovato davanti alla lavagna nell’intervallo, e aggiunge che «nel calcio ci vorrebbe il turn-over, come nel basket». Purtroppo gli succederà di esasperare il concetto molto presto.
Già dalla seconda partita, contro la Repubblica Ceca: Sacchi cambia cinque uomini, rinuncia al tandem Casiraghi-Zola, getta nella mischia Ravanelli e Chiesa, Mussi e Fuser. Ripudia, insomma, il vecchio detto «squadra che vince non si tocca». E perde la sua scommessa, così come l’Italia perde la partita. Finisce 2-1 per i cechi, che vanno in vantaggio dopo quattro minuti con Nedved. Chiesa agguanta il pari, ma Apolloni si fa espellere dopo mezz’ora di gioco per doppia ammonizione, Sacchi tarda a rinforzare la difesa con Carboni e al 35′ Bejbl chiude la partita, almeno dal punto di vista del risultato. Inutile il secondo tempo, inutile la riorganizzazione del gioco, inutili i tardivi ripensamenti del Ct (dentro Zola e Casiraghi, troppo tardi), inutili gli eroismi. Ci si gioca tutto con la Germania, che nel frattempo ha travolto la Russia (3-0), ma l’onda della polemica si è già alzata. Del Piero, escluso da Sacchi alla vigilia della sfida, la alimenta: «Non capiremo mai il mister fino in fondo: non mi ha detto nulla».
E la sfida decisiva condanna gli azzurri, anche se sul campo non c’è sconfitta. Finisce 0-0, l’Italia surclassa sul piano del gioco la Germania, ci si mette anche il destino che dopo appena otto minuti fa sbagliare un rigore decisivo a Zola, uno dei migliori della spedizione azzurra, che nell’occasione si smarrisce (e Sacchi non sceglie di sostituirlo: ennesimo errore), e fa fare miracoli a Koepke, numero uno tedesco, anche quando la Germania resta (per più di mezz’ora) in inferiorità numerica. L’Italia chiude il girone al secondo posto a pari punti con la Repubblica Ceca, che l’ha battuta nel confronto diretto, e fa le valigie. I russi la fanno sperare fino all’ultimo: nella sfida finale contro i cechi, a Liverpool, passano dallo 0-2 al 3-2. Una vittoria degli uomini di Romantsev salverebbe la spedizione azzurra nonostante tutto. Sarebbe l’ennesimo miracolo dell’era sacchiana, ma questa volta la Misericordia gira la testa: all’88’ Smicer segna un gol storico per la Repubblica Ceca, quello del 3-3 che vale il passaggio ai quarti. Per l’Italia il viaggio europeo è terminato, e Sacchi finisce sotto il tiro incrociato delle critiche.
Il concetto è unanime: gli azzurri escono dall’Europeo a testa alta, Arrigo Sacchi no. Lui fila dritto sul banco degli imputati, per la gestione dissennata, a detta di tutti, con cui ha gestito la squadra, per come l’ha mandata allo sbaraglio nella partita apparentemente più abbordabile, e certamente più delicata. La condanna dell’uomo di Fusignano coinvolge anche Vincenzo Matarrese, presidente della Figc. Sembrano entrambi al capolinea, anche se Sacchi assicura che non si dimetterà, e gioca in difesa: «Esco dagli Europei con una sola sconfitta, questo non è un fallimento perché abbiamo giocato bene. Dimettermi? Non ci penso proprio, semmai penso al Mondiale». Non ci arriverà. L’amichevole con la Bosnia, il 6 novembre a Sarajevo, sarà il suo ultimo atto. Una sconfitta per 2-1, prima di passare il testimone nelle mani di Cesare Maldini. A risolvere il problema penserà Silvio Berlusconi, richiamando il profeta di Fusignano sulla panchina del Milan. Dove le cose, per lui, non andranno meglio.
UN’EUROPA DI RIGORE
Gli Europei vanno avanti, nonostante sul loro svolgimento sia calata, pesante, anche l’ombra del terrorismo. Alla vigilia della sfida tra Russia e Germania, il 15 giugno, un furgone-bomba piazzato dall’Ira davanti all’entrata di un supermercato non provoca una strage per chissà quale miracolo divino. I feriti sono 211, da lì in avanti il servizio di sicurezza, già attivissimo prima dell’attentato, moltiplicherà gli sforzi.
Insieme a Germania e Repubblica Ceca, protagoniste del girone dell’Italia, arrivano ai quarti di finale Inghilterra, Olanda, Francia, Spagna, Portogallo e Croazia. Se un rigore sbagliato è alla radice dell’eliminazione azzurra (proprio come nella finale di Usa ’94, a proposito di corsi e ricorsi storici), di qui in avanti i rigori decideranno spesso l’andamento del torneo. Grazie ai rigori, e alle prodezze del suo numero uno David Seaman, l’Inghilterra manda a casa la Spagna (4-2, dopo che tempi regolamentari e supplementari si erano chiusi a reti inviolate).
Stesso copione per la Francia: 0-0 contro l’Olanda in 120′, 5-4 dopo la fatidica lotteria e dopo una partita dalle emozioni inesistenti: l’unica arriva da un rigore negato agli olandesi per un fallo di mano di Desailly che per l’arbitro Lopez Nieto, e solo per lui, è avvenuto fuori dall’area. A proposito di arbitri, finisce nell’occhio del ciclone anche lo svedese Sundell, colpevole di una direzione di gara decisamente filotedesca nella sfida tra Germania e Croazia. Finisce 2-1 per Klinsmann e compagni, i croati si lamentano (a ragione) per l’espulsione di Stimac e per il successivo gol vittoria realizzato da Sammer dopo un evidente fallo di Babbel non sanzionato. Germania-Croazia è concretezza contro talento. La concretezza paga, il talento a volte viene profuso al limite dell’autolesionismo. Tradotto: la Croazia è più bella, la Germania va in semifinale. Una stilettata al cuore di Arrigo Sacchi arriva dall’ultimo quarto, in cui la Repubblica Ceca batte il Portogallo per 1-0 con un gol di Poborski. Domina il gioco dei portoghesi, ammaestrato da Rui Costa, ma i cechi vanno avanti e aggiungono rimpianti al già pesante fardello azzurro.
UN FILM GIA’ VISTO
Inghilterra-Germania è la partitissima di semifinale. La vigilia è condita di ricordi piacevoli (la finale mondiale del ’66 tra le stesse due nazioni, nello stesso storico “teatro” di Wembley) e provocazioni disdicevoli (il Daily Mirror pubblica in prima pagina un fotomontaggio che raffigura Pearce e Gascoigne con elmetto della Seconda guerra mondiale in testa, provocando lo sdegno dello stesso Ct inglese Venables). L’Inghilterra è in crescita, la Germania conta gli assenti (mancano Klinsmann e Bobic) e i favori del pronostico vanno ai padroni di casa. Invece vince proprio la Germania, dopo 120 minuti in cui le uniche emozioni si vedono ai supplementari, e dopo la solita appendice dei rigori: 1-1 la partita vera, 7-6 dopo i tiri dal dischetto).
Non va meglio, in quanto a spettacolo, nell’altra semifinale, che se non altro porta la novità della vittoria della Repubblica Ceca. Partita brutta, tanto per cambiare. E una volta di più risolta ai rigori, segno che la formula del “golden gol” più che al rischio invita le squadre alla prudenza. Dopo i supplementari, giocati da francesi e cechi con la paura di perdere addosso, finisce 0-0. E ai rigori il peso della mancata qualificazione alla finalissima per gli uomini di Jacquet ricade sulle spalle di Pedros, che sbaglia il rigore numero sei. Non lo imita Kadlek, finisce 6-5 per gli uomini di Uhrin e gli italiani rimasti a seguire un Europeo che non è più loro hanno nuove occasioni di rimpianto. Andate a guardarla, la finalissima: mette di fronte Germania e Repubblica Ceca, ovvero le due squadre che hanno buttato fuori l’Italia di Arrigo Sacchi dal gruppo C. Fin qui, due formazioni non esattamente irresistibili. Che gli azzurri, a detta di tutti, avrebbero potuto tranquillamente domare. Se al Ct non fosse montata la fregola del cambiamento. Se, se. La storia, nel calcio come nella vita, non si scrive a forza di se. Resta un’occasione perduta, punto e basta.
EFFETTO BIERHOFF
L’ultimo atto va in scena a Wembley, tra rimorsi italiani e critiche di tutta Europa. Germania-Repubblica Ceca è il gran finale di un Europeo che di grande ha avuto davvero poco. È brutta la Germania, vecchia e bollita, decimata da infortuni e squalifiche; non è per nulla adatta al ruolo di prima della classe la Repubblica Ceca, arrivata fino in fondo con un gioco fatto di attese, coperture, ripartenze. Per dirla all’antica, di catenaccio e contropiede. Eppure riesce ancora a sognare, la squadra di Dusan Uhrin, e a sentirsi per un attimo addosso il ruolo di Cenerentola predestinata. Nonostante si ritrovino alla canna del gas, i tedeschi provano a conferire maggiore rotondita’ alla manovra, anche se non e’ facile aggirare i cavalli di frisia di Uhrin. Per mezz’ora e’ soltanto una sterile contrapposizione tra i due blocchi prima che a Kuntz si presenti per due volte nel volgere di sette minuti la possibilita’ di battere il portiere Kouba, coraggioso, e pure fortunato al 34′ , quando Hornak in rovesciata spazza via il pallone dalla rete. I ritmi sono languidi, pero’ caratterizzati dalle accelerazioni al fulmicotone dei ceki, frustate che lasciano il segno. Cosi’ Kuka e’ irresistibile nel finale del primo tempo, quando va via di forza sulla sinistra, si libera di Eilts con un cambio di marcia e costringe Koepke al salvataggio miracolo.
Paiono piu’ motivati, i ragazzi di Praga, la loro freschezza mette a nudo il passo greve di questa Germania sempre piu’ incerottata dopo che pure Eilts, uomo irrinunciabile, deve arrendersi per infortunio. Pero’ per consentirgli di rompere l’ equilibrio, serve la mano caritatevole di Pairetto, che sanziona con il rigore (trasforma Berger, con il pallone che rotola sotto il corpo di Koepke) un aggancio scorretto di Sammer su Poborsky avvenuto al di fuori dell’ area. Vogts comunque reagisce bene, pescando Bierhoff al momento giusto. L'”italiano” e’ infatti lucido sulla lunga punizione di Ziege (il suo tocco di testa finisce a bersaglio, anche in virtu’ di un “blocco” di Babbel, utile a squarciare la retroguardia ceka) e inventa il primo “Golden gol” dell’ eurostoria, nelle battute iniziali del primo tempo supplementare. Anche stavolta, pero’ , c’e’ qualcuno a spianargli la strada. E’ il meno sospettabile di tutti, Kouba, il portiere paratutto, che sul suo diagonale di sinistro si oppone a mani aperte, schiaffeggiando il suo personale sogno e quello di tutta una piccola nazione al primo grande appuntamento con la storia. Crudelta’ del calcio.
TUTTI I TABELLINI DI EURO 96
GRUPPO A |
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8 giugno 1996. Wembley, Londra Inghilterra-Svizzera 1-1 Reti: 1:0 Shearer (23), 1:1 Türkyilmaz (rig. 83) Inghilterra: Seaman, G Neville, Pearce, Ince, Adams (c), Southgate, Anderton, Gascoigne (Platt 77), Shearer, Sheringham (Barmby 70), McManaman (Stone 70) Svizzera: Pascolo, Jeanneret, Quentin, Geiger (c) (Koller 71), Henchoz, Vega, Bonvin (Chapuisat 67), Sforza, Grassi, Türkyilmaz, Vogel Arbitro: Manuel Díaz Vega (Spagna) |
11 giugno 1996. Villa Park, Birmingham Olanda-Scozia 0-0 Reti: – Olanda: van der Sar, Reiziger, de Kock, Bogarde, de Boer (c) (Winter 68), Davids, Seedorf, Witschge (Cocu 78), Taument (Kluivert 63), Bergkamp, Cruyff Scozia: Goram, McKimmie (Burley 85), Boyd, McCall, Hendry, Calderwood, Gallacher (McKinlay 56), McAllister (c), Collins, Durie, Booth (Spencer 45) Arbitro: Leif Sundell (Svezia) |
13 giugno 1996. Villa Park, Birmingham Olanda-Svizzera 2-0 Reti: 1:0 Cruyff (66), 2:0 Bergkamp (79) Olanda: van der Sar, Reiziger, Blind (c), Bogarde, de Boer (Davids 80), Winter, Seedorf (de Kock 26), Witschge, Bergkamp, Cruyff (Kluivert 84), Hoekstra Svizzera: Pascolo, Jeanneret (Comisetti 69), Quentin, Marc Hottiger, Henchoz, Vega, Sforza (c), Grassi, Chapuisat, Türkyilmaz, Vogel Arbitro: Atanas Ouzounov (Bulgaria) |
15 giugno 1996. Wembley, Londra Inghilterra-Scozia 2-0 Reti: 1:0 Shearer (53), 2:0 Gascoigne (79) Inghilterra: Seaman, Neville, Pearce (Redknapp 46, Campbell 85), Ince (Stone 79), Adams (c), Southgate, Anderton, Gascoigne, Shearer, Sheringham, McManaman Scozia: Goram, McKimmie, McKinlay (Burley 82), Boyd, McCall, Hendry, Calderwood, Collins, McAllister (c), Durie (Jess 87), Spencer (McCoist 67) Arbitro: Pierluigi Pairetto (Italia) |
18 giugno 1996. Villa Park, Birmingham Scozia-Svizzera 1-0 Reti: 1:0 McCoist (37) Scozia: Goram, Burley, Boyd, McCall, Hendry, Calderwood, T McKinlay (Booth 60), Collins, Durie, McAllister (c), McCoist (Spencer 84) Svizzera: Pascolo, Hottiger, Quentin (Comisetti 81), Vogel, Henchoz, Vega, Sforza (c), Koller (Raphaël Wicky 46), Chapuisat (Sébastien Fournier 46), Bonvin, Türkyilmaz Arbitro: Václav Krondl (Repubblica Ceca) |
18 giugno 1996. Villa Park, Birmingham Inghilterra-Olanda 4-1 Reti: 1:0 Shearer (rig. 23), 2:0 Sheringham (51); 3:0 Shearer (57), 4:0 Sheringham (62); 4:1 Kluivert (78) Inghilterra: Seaman, Neville, Pearce, Ince (Platt 68), Adams (c), Southgate, Anderton, Gascoigne, Shearer (Barmby 76), Sheringham (Fowler 77), McManaman Olanda: van der Sar, Reiziger, Bogarde, Seedorf, Blind (c), Winter, Cruyff, de Boer (Cocu 72), Bergkamp, Witschge (de Kock HT), Hoekstra (Kluivert 72) Arbitro: Gerd Grabher (Austria) |
CLASSIFICA: Inghilterra 7 punti, Olanda 4 punti, Scozia 4 punti, Svizzera 1 punto QUALIFICATE: Inghilterra e Olanda |
GRUPPO B |
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9 giugno 1996. Elland Road, Leeds Bulgaria-Spagna 1-1 Reti: 1:0 Stoichkov (rig. 65), Alfonso (74) Bulgaria: Mihaylov (c), Kischischev, Ivanov, Houbtchev, Kiriakov (Tzvetanov 72), Letchkov, Iankov, Balakov, Penev (Borimirov 77), Kostadinov (Iordanov 73), Stoitchkov Spagna: Zubizarreta (c), Belsué, Sergi, Hierro, Alkorta, Abelardo, José Luis Caminero (Donato 82), Amor (Alfonso 70), Juan Antonio Pizzi, Guerrero (Amavisca 51), Luis Enrique Arbitro: Piero Ceccarini (Italia) |
10 giugno 1996. St James´s Park, Newcastle Francia-Romania 1-0 Reti: 1:0 Dugarry (25) Francia: Lama, Thuram, Karembeu, Di Meco (Lizarazu 68), Desailly, Blanc, Deschamps (c), Zidane (Roche 80), Dugarry (Loko 68), Guérin, Djorkaeff Romania: Stelea, Petrescu (Filipescu 78), Lupescu, Popescu, Mihali, Belodedici, Munteanu, Selymes, Lacatus (Ilie 56), Hagi (c), Raducioiu (Moldovan 46) Arbitro: Heinz Hellmut Krug (Germania) |
13 giugno 1996. St James´s Park, Newcastle Bulgaria-Romania 1-0 Reti: 1:0 Stoitchkov (3) Bulgaria: Mihaylov (c), Kischischev, Ivanov, Tzvetanov, Iordanov, Letchkov (Bontcho Guentchev 90), Iankov, Balakov, Penev (Nasko Sirakov 72), Kostadinov (Borimirov 32), Stoitchkov Romania: Stelea, Petrescu, Lupescu (Gâlca 46), Popescu (Ilie 78), Daniel Prodan, Belodedici, Munteanu, Selymes, Lacatus (Moldovan 29), Hagi (c), Raducioiu Arbitro: Peter Mikkelsen (Danimarca) |
15 giugno 1996. Elland Road, Leeds Francia-Spagna 1-1 Reti: 1:0 Djorkaeff (48), 1:1 Caminero (85) Francia: Lama, Jocelyn Angloma (Roche 65), Lizarazu, Karembeu, Desailly, Blanc, Guérin (Thuram 81), Deschamps (c), Zidane, Djorkaeff, Loko (Dugarry 74) Spagna: Zubizarreta (c), Alkorta, Sergi, Hierro, Juan Manuel López, Abelardo, Caminero, Otero (Kiko 59), Alfonso (Salinas 83), Amavisca, Luis Enrique (Manjarín 55) Arbitro: Vadim Zhuk (Bielorussia) |
18 giugno 1996. St James´s Park, Newcastle Francia-Bulgaria 3-1 Reti: 1:0 Blanc (21), 2:0 Penev (aut. 63); 2:1 Stoitchkov (69), 3:1 Loko (90) Francia: Lama, Thuram, Lizarazu, Karembeu, Desailly, Blanc, Guérin, Deschamps (c), Dugarry (Loko 70), Zidane (Pedros 62), Djorkaeff Bulgaria: Mihaylov (c), Kremenliev, Ivanov, Tzvetanov, Houbtchev, Iankov (Borimirov 79), Iordanov, Balakov (Donkov 82), Letchkov, Penev, Stoitchkov Arbitro: Dermot Gallagher (Inghilterra) |
18 giugno 1996. Elland Road, Leeds Spagna-Romania 2-1 Reti: 1:0 Manjarin (11), 1:1 Raducioiu (29); 2:1 Amor (84) Spagna: Zubizarreta (c), Alkorta, Sergi, Hierro, Angel Nadal, López, Abelardo (Amor 64), Amavisca (Guerrero 72), Pizzi (Alfonso 57), Kiko, Manjarín Romania: Prunea, Petrescu, Prodan (Lupescu 86), Popescu, Gâlca, Anton Dobos, Ovidiu Stînga, Selymes, Ilie (Munteanu 66), Hagi (c), Raducioiu (Ion Vladoiu 77) Arbitro: Ahmet Çakar (Turchia) |
CLASSIFICA: Francia 7 punti, Spagna 5 punti, Bulgaria 4 punti, Romania 0 punti QUALIFICATE: Francia e Spagna |
GRUPPO C |
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9 giugno 1996. Old Trafford, Manchester Germania-Repubblica Ceca 2-0 Reti: 1:0 Ziege (26), 2:0 Möller (32) Germania: Köpke, Reuter, Ziege, Helmer, Kohler (c) (Babbel 14), Sammer, Hässler, Eilts, Kuntz (Bierhoff 83), Möller, Bobic (Strunz 65) Repubblica Ceca: Kouba, Hornak, Latal, Bejbl, Suchoparek, Kadlec (c), Frydek (Drulák 46), Nedvéd, Kuka, Nemec, Poborsky (Berger 46) Arbitro: David Elleray (Inghilterra) |
11 giugno 1996 . Anfield, Liverpool Italia-Russia 2-1 Reti: 1:0 Casiraghi (5), 1:1 Tsimbalar (21); 2:1 Casiraghi (52) Italia: Peruzzi, Mussi, Maldini (c), Di Livio (Fuser 62), Costacurta, Apolloni, Di Matteo, Albertini, Casiraghi (Ravanelli 80), Del Piero (Donadoni 46), Zola Russia: Tchertchesov, Tetradze, Bouschmanov (Yanovski 46), Kovtun, Onopko (c), Kanchelskis, Karpin (Kiriakov 63), Mostovoi, Radimov, Tsimbalar (Dobrovolski 71), Kolivanov Arbitro: Leslie Mottram (Scozia) |
14 giugno 1996. Anfield, Liverpool Repubblica Ceca-Italia 2-1 Reti: 1:0 Nedved (5), 1:1 Chiesa (18); 2:1 Bjebl (35) Repubblica Ceca: Kouba, Hornak, Latal (Nemecek 88), Bejbl, Suchoparek, Kadlec (c), Berger (Smicer 64), Nedved, Kuka, Nemec, Poborsky Italia: Peruzzi, Mussi, Maldini (c), Fuser, Costacurta, Apolloni, Donadoni, Albertini, Ravanelli (Casiraghi 58), Dino Baggio (Carboni 39), Chiesa (Zola 78) Arbitro: Antonio López Nieto (Spagna) |
16 giugno 1996. Old Trafford, Manchester Germania-Russia 3-0 Reti: 1:0 Sammer (56), 2:0 Klinsmann (77); 3:0 Klinsmann (90) Germania: Köpke, Reuter, Ziege, Helmer, Sammer, Hässler (Freund 66), Eilts, Bierhoff (Kuntz 84), Möller (Strunz 86), Klinsmann (c), Babbel Russia: Kharin, Tetradze, Nikiforov, Kovtun, Onopko (c), Kanchelskis, Tsimbalar, Mostovoi, Radimov (Karpin 46), Dmitri Khokhlov (Simoutenkov 65), Kolivanov Arbitro: Kim Milton Nielsen (Danimarca) |
19 giugno 1996. Old Trafford, Manchester Germania-Italia 0-0 Reti: – Germania: Köpke, Freund, Ziege, Strunz, Helmer, Sammer, Hässler, Eilts, Bobic, Möller (Bode 89), Klinsmann (c) Italia: Peruzzi, Mussi, Maldini (c), Fuser (Di Livio 81), Costacurta, Carboni (Torricelli 76), Donadoni, Albertini, Casiraghi, Di Matteo (Chiesa 67), Zola Arbitro: Guy Goethals (Belgio) |
19 giugno 1996. Anfield, Liverpool Repubblica Ceca-Russia 3-3 Reti: 1:0 Suchoparek (6), 2:0 Kuka (19); 2:1 Mostovoi (49), 2:2 Tetradze (54); 2:3 Beschastnikh (85), 3:3 Smicer (90) Repubblica Ceca: Kouba, Hornak, Latal, Bejbl, Suchoparek, Lubos Kubík (c), Berger (Nemecek 90), Nemec, Kuka (Smicer 69), Nedved, Poborsky Russia: Tchertchesov, Tetradze, Gorloukovitch, Yanovski, Nikiforov, Karpin (c), Radimov, Khokhlov, Tsimbalar (Shalimov 67), Simoutenkov (Mostovoi 46), Kolivanov (Beschastnikh 46) Arbitro: Anders Frisk (Svezia) |
CLASSIFICA: Germania 7 punti, Repubblica Ceca 4 puni, Italia 4 punti, Russia 1 punto QUALIFICATE: Germania e Repubblica Ceca |
GRUPPO D |
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9 giugno 1996. Hillsborough, Sheffield Danimarca-Portogallo 1-1 Reti: 1:0 B Laudrup (1), 2:0 Sá Pinto (53) Danimarca: Schmeichel, Helveg, Høgh, Rieper, Risager, Larsen (Vilfort 90), B Laudrup, Thomsen (Piechnik 83), Nielsen, M Laudrup (c), Beck Portogallo: Baía (c), Santos, Couto, Hélder, Dimas, Sá Pinto, Rui Costa, Oceano (Folha 36), Sousa (Tavares 79), João Pinto, Luis Figo (Domingos 62) Arbitro: Mario van der Ende (Olanda) |
11 giugno 1996. City Ground, Nottingham Croazia-Turchia 1-0 Reti: 1:0 Vlaovic (86) Croazia: Ladic, Stanic, Jarni, Jerkan, Stimac, Bilic, Asanovic, Prosinecki, Suker (Pavlicic 90), Boban (c) (Soldo 57), Boksic (Vlaovic 73) Turchia: Reçber, Inceefe, Özalan, Kafkas (Sancakli 88), Kerimoglu, Temizkanoglu (c), Zafer, Yalçin, Sükür, Erdem (Mandirali 82), Ercan Arbitro: Serge Muhmenthaler (Svizzera) |
14 giugno 1996. City Ground, Nottingham Portogallo-Turchia 1-0 Reti: 1:0 Couto (66) Portogallo: Baía (c), Santos, Couto, Hélder, Dimas, Sá Pinto (Cadete 65), Costa, Folha (Tavares 46), Sousa, João V Pinto (Porfírio 77), Luis Figo Turchia: Rüstü, Recep Çetin, Alpay, Vedat, Tugay, Ogün (Rahim 46), Oguz Çetin (c) (Arif 69), Sergen, Hakan, Saffet (Tolunay 63), Abdullah Arbitro: Sándor Puhl (Ungheria) |
16 giugno 1996. Hillsborough, Sheffield Croazia-Danimarca 3-0 Reti: 1:0 Suker (rig. 54), 2:0 Boban (81); 3:0 Suker 90 Croazia: Ladic, Stanic, Jarni, Jerkan, Stimac, Bilic, Asanovic, Prosinecki (Mladenovic 88), Suker, Boban (c) (Soldo 82), Vlaovic (Jurcevic 82) Danimarca: Schmeichel, Helveg (Laursen 46), Høgh, Rieper, Vilfort (Beck 59), Larsen (Stig Tøfting 69), B Laudrup, Thomsen, BS Nielsen, M Laudrup (c), Michael Schjønberg Arbitro: Marc Batta (Francia) |
19 giugno 1996. City Ground, Nottingham Portogallo-Croazia 3-0 Reti: 1:0 Luis Figo (4), 2:0 João Pinto (33); 3:0 Domingos (82) Portogallo: Baía (c), Carlos Secretário, Couto, Oceano, Hélder, Dimas, Sá Pinto (Domingos 46), Costa (Pedro Barbosa 61), Sousa (Tavares 70), João Pinto, Luis Figo Croazia: Mrmic, Pavlicic, Jarni (c), Soldo, Jurcevic, Bilic, Mladenovic (Boban 46), Prosinecki (Asanovic 46), Simic, Pamic (Suker 46), Vlaovic Arbitro: Bernd Heynemann (Germania) |
19 giugno 1996. Hillsborough, Sheffield Danimarca-Turchia 3-0 Reti: 1:0 B Laudrup (50), 2:0 A Nielsen (70); 3:0 B Laudrup (84) Danimarca: Schmeichel, Helveg, Høgh, Rieper, Schjønberg (Larsen 45), BS Nielsen, Thomsen, B Laudrup, Erik Bo Andersen (Søren Andersen), A Nielsen, M Laudrup (c) Turchia: Rüstü, Recep (Saffet 67), Alpay, Vedat, Tugay, Ogün (c), Hami, Hakan (Arif 45), Çikrikçi (Korkmaz 67), Korkut, Abdullah Arbitro: Nikolai Levnikov (Russia) |
CLASSIFICA: Portogallo 7 punti, Croazia, 6 punti, Danimarca 4 punti, Turchia 0 punti QUALIFICATE: Portogallo e Croazia |
QUARTI DI FINALE |
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22 giugno 1996. Wembley, London Inghilterra-Spagna 0-0 dts, 4-2 dcr Reti: – Sequenza rigori: Shearer 1-0, Hierro 1-0; Platt 2-0, Amor 2-1; Pearce 3-1, Belsué 3-2; Gascoigne 4-2, Nadal 4-2 Inghilterra: Seaman, Neville, Pearce, Platt, Adams (c), Southgate, McManaman (Barmby 109), Gascoigne, Shearer, Sheringham (Fowler 109), Anderton (Stone 109) Spagna: Zubizarreta (c), Belsué, Sergi, Abelardo, Nadal, Alkorta (López 72), Manjarín (Caminero 46 ), Hierro, Salinas (Alfonso 46), Kiko, Amor Arbitro: Marc Batta (Francia) |
22 giugno 1996. Anfield, Liverpool Francia-Olanda 0-0 dts, 5-4 dcr Reti: – Sequenza rigori: de Kock 0-1, Zidane 1-1; de Boer 1-2, Djorkaeff 2-2; Kluivert 2-3, Lizarazu 3-3; Seedorf 3-3, Guérin 4-3; Blind 4-4, Blanc 5-4 Francia: Lama, Thuram, Lizarazu, Karembeu, Desailly, Blanc, Guérin, Deschamps (c), Loko (Dugarry 61, Pedros 80), Zidane, Djorkaeff Olanda: van der Sar, Reiziger, Bogarde, De Kock, Blind (c), de Boer, Witschge (Youri Mulder 80), Cocu, Kluivert, Cruyff (Winter 69), Bergkamp (Seedorf 60) Arbitro: Antonio López Nieto (Spagna) |
23 Giugno 1996. Old Trafford, Manchester Germania-Croazia 2-1 Reti: 1:0 Klinsmann (rig. 20), 1:1 Suker 50; 2:1 Sammer (58) Germania: Köpke, Reuter, Ziege, Eilts, Helmer, Sammer, Babbel, Mehmet Scholl (Hässler 88), Bobic (Kuntz 46), Möller, Klinsmann (c) (Freund 39) Croazia: Ladic, Jurcevic (Mladenovic 78), Jarni, Jerkan, Stimac, Bilic, Asanovic, Stanic, Suker, Boban (c), Vlaovic Arbitro: Leif Sundell (Svezia) |
23 Giugno 1996. Villa Park, Birmingham Repubblica Ceca-Portogallo 1-0 Reti: 1:0 Poborsky (52) Repubblica Ceca: Kouba, Hornak, Latal, Bejbl, Suchoparek, Kadlec, Poborsky, Nemecek (c) (Berger 90), Nemec, Kuka, Smicer (Kubík 46) Portogallo: Baía (c), Secretário, Couto, Oceano (Folha 65), Hélder, Dimas, Sá Pinto (Domingos 46), Costa, Sousa, JV Pinto, Figo (Cadete 82) Arbitro: Heinz Hellmut Krug (Germania) |
SEMIFINALI |
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26 Giugno 1996. Wembley, London Germania-Inghilterra 1-1 dts, 6-5 dcr Reti: 1:0 Shearer (3), 1:1 Kuntz (16) Sequenza rigori: Shearer 0-1, Hässler 1-1; Platt 1-2, Strunz 2-2; Pearce 2-3, Reuter 3-3; Gascoigne 3-4, Ziege 4-4; Sheringham 4-5, Kuntz 5-5; Southgate 5-5, Möller 6-5 Germania: Köpke, Reuter, Ziege, Eilts, Helmer (Bode 110), Babbel, Sammer, Scholl (Hässler 76), Möller (c), Kuntz, Freund (Strunz 119) Inghilterra: Seaman, Platt, Pearce, Ince, Adams (c), Southgate, Anderton, Gascoigne, Shearer, Sheringham, McManaman Arbitro: Sándor Puhl (Ungheria) |
26 Giugno 1996. Wembley, London Repubblica Ceca-Francia 0-0 dts, 6-5 dcr Reti: – Sequenza rigori: Shearer 0-1, Hässler 1-1; Platt 1-2, Strunz 2-2; Pearce 2-3, Reuter 3-3; Gascoigne 3-4, Ziege 4-4; Sheringham 4-5, Kuntz 5-5; Southgate 5-5, Möller 6-5 Repubblica Ceca: Kouba, Hornak, Karel Rada, Nedved, Kadlec, Nemecek (c), Poborsky, Nemec (Kubík 84), Drulak (Martin Kotulek 70), Pavel Novotny, Smicer (Berger 46) Francia: Lama, Thuram (Angloma 83), Lizarazu, Sabri Lamouchi (Pedros 62), Desailly, Blanc (c), Roche, Guérin, Loko, Zidane, Djorkaeff Arbitro: Leslie Mottram (Scozia) |
FINALE |
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30 June 1996. Wembley, London Germania-Repubblica Ceca 2-1 – golden goal Reti: 0:1 Berger (rig. 59), 1:1 Bierhoff (73); 2:1 Bierhoff (95) Germania: Köpke, Strunz, Ziege, Eilts (Bode 46), Helmer, Babbel, Sammer, Hässler, Kuntz, Klinsmann (c), Scholl (Bierhoff 69) Repubblica Ceca: Kouba, Hornak, Nemec, Bejbl, Suchoparek, Kadlec (c), Rada, Poborsky (Smicer 88), Kuka, Berger, Nedved Arbitro: Pierluigi Pairetto (Italia) |