GASCOIGNE Paul: storia del calciatore hooligan

CHILDHOOD – Il piccolo Paul, secondo di quattro figli, dà i primi calci al pallone nei pressi del civico 29 di Pitt Street, quando si fa buio torna a casa, sale le scale e si ritrova in un monolocale con bagno condiviso con altre famiglie, a cena le crocchette di pesce fanno da cornice alle violenze di John, padre violento e alcolizzato. La situazione familiare non gli va giù e come se non bastasse a 10 anni Gazza incontra la signora morte da vicino, assistendo al tragico incidente dell’amico del fratellino, Steven Spraggon, investito da un camion dei gelati. Mentre il padre migra in Germania alla ricerca di un lavoro, Paul soffre, grida, piange tra le mura di casa ed inizia a frequentare le poltrone degli strizzacervelli, ha paura del buio, ruba nei negozi e stringe amicizia con le slot machine: il calcio è l’unico rifugio ed a scuola, nell’ora di geografia, Paul fa le prove dell’autografo, “diventerò un calciatore famoso” – ringhia alla professoressa.

MAGPIES – Dopo la trafila nella selezioni scolastiche, Paul stecca i provini con Ipswich, Middlesbrough e Southampton, lo tessera il Newcastle: a quindici anni fa amicizia col tecnico dello youth team, Colin Suggett, e con la bottiglia di vodka, qualcosa ci dice che non sarà l’ultimo drink. Proprio coi Magpies (le Gazze) gli affibbiano il soprannome Gazza, forse anche per quella falcata sbilenca e quella corsa un po’ sporca, quasi da volatile. Capitano della squadra giovanile, vince una FA youth Cup segnando un bellissimo gol in finale contro il Watford (‘dovrai aspettare mille anni per rivedere qualcosa di simile’, disse Charlton all’assistente Maurice Setters), poi passa in prima squadra. A St James Park resta tre anni, colleziona 107 presenze, segna 25 gol e viene eletto giovane dell’anno in Premier League nel 1987/88. Lo vuole il Manchester United, Paul si promette a Ferguson ma finisce al Tottenham per la cifra record di 2.3 milioni di sterline; Sir Alex dichiarerà poi che il rimpianto più grande in carriera sarà proprio non aver acquistato Gazza.

NOTTI MAGICHE – Sotto la guida di Terry ‘El Tel’ Vanables esplode tutto il talento di Gascoigne: i tifosi l’adorano, dopo i gol gli fanno abbracciare bambole gonfiabili e gli cantano bonariamente ‘he’s fat, he’s round, he bounces on the ground’ (è grasso, è rotondo, rimbalza sul prato), gli avversari lo odiano e dagli spalti lo insultano chiamandolo fatman, porky, gli lanciano Mars, lui scarta le confezioni e divora gli snack col sorriso, poi, mette in mostra il repertorio fatto di paurose serpentine, scaldabagni dalla distanza (come la storica punizione in semifinale di FA Cup contro l’Arsenal) e qualche bizza, come la strizzata ai gioielli dell’arbitro Courtney e qualche provocatoria annusata di ascella, impazza la Gazzamania. Bobby Robson, tecnico della nazionale inglese, lo definisce daft as a brush (pazzo come una spazzola) ma lo porta ugualmente ad Italia ’90, dove per il Baggio inglese e soci saranno lacrime contro i tedeschi in semifinale. Con gli Spurs invece arriva sesto in campionato, poi terzo e nella stagione successiva vince la FA Cup contro il Nottingham Forest ma Gazza, praticamente già della Lazio, si fa malissimo tenta

GAZZA TRA LE AQUILE – Nonostante il terribile infortunio in finale di FA Cup, la Lazio ha pazienza e acquista Gazza nell’estate 1991 per meno di otto miliardi delle vecchie lire: il 23 agosto l’aeroporto di Fiumicino è una bolgia, tifosi, giornalisti, cameramen, fotografi da ogni angolo del globo; i poliziotti manganellano i supporter più caldi mentre lui, il naughty boy diventato star da red carpet, arriva nella Città Eterna protetto da un paio di Ray-Ban e da ben 8 gorilla, poi sfreccia via sulla lunghissima Mercedes nera. Quarantasette presenze e sei gol in tre anni, il misero bottino di Gazza, che a Roma si fa notare per i colpi di testa, e non parliamo soltanto di quello andato a segno sotto la Nord nello storico derby del 29 novembre 1992. Durante la riabilitazione per il ginocchio, Paul si frattura la rotula cadendo in discoteca in seguito ad una rissa, accompagnato dall’inseparabile amico e compagno di bevute Jimmy ‘Five Bellies’ (Cinquepance) Gardner, ma è solo l’inizio.ndo di entrare duro su Gary Charles, risultato: 16 mesi di stop e tutto da rifare, legamenti del ginocchio destro compresi.

GAISCOGNATE – Cassano e Balotelli? Dilettanti. “Gascoigne, una volta, nonostante io avessi cercato di dissuaderlo, se ne andò dal ritiro la sera del sabato perché era arrivata la sua fidanzata. Il giorno dopo, il giorno della partita, ero a pranzo con una parte del mio staff e me lo vidi piombare completamente nudo al ristorante. Non nudo con gli slip e i calzini: proprio nudo. E Gazza mi disse: ‘Mister, mi hanno detto che mi voleva e non ho fatto in tempo a vestirmi’. ‘Aveva cambiato idea. Ovviamente non l’ho fatto giocare ma con uno così, a suo modo geniale, come ci si può arrabbiare?” – parole di Dino Zoff, allenatore della Lazio di allora. Sempre in biancoceleste, la squadra è in viaggio in pullman verso la Puglia, Gascoigne è seduto in testa al mezzo e legge silenzioso il Daily Mail; il pullman entra in galleria, e dopo 1 km e mezzo completamente al buio, tornata la luce tutti guardano Gazza: sta ancora leggendo il giornale, ma è completamente nudo. Per un rutto in diretta nella tribuna Vip dello stadio Olimpico fu multato dalla società, mentre con un peto in allenamento fece ridere tutta la tribunetta di sostenitori. Con Zeman al timone le cose non cambiano: Paul gli ruba il fischietto e lo mette al collo di un tacchino, nello spogliatoio minge sui compagni intenti a farsi massaggiare sul lettino e, udite udite, leggenda narra che una mattina, ore 10, Zeman entri in un bar della Capitale e vi trovi Gascoigne, faccia da clown e bicchiere di Gin in mano. Dulcis in fundo, durante una conferenza stampa un giornalista norvegese chiede al bad boy di mandare un messaggio ai popolo norvegese, la sua risposta? “Fuck off, Norway”.

CUORE & OLD FIRM – Dopo essersi rotto tibia e perone in un contrasto con l’allora primavera Alessandro Nesta, Gascoigne torna in Uk, precisamente a Glasgow, per difendere colori ed onore dei Rangers. Vince due campionati, una Scottish Cup ed una Coppa di Lega scozzese da protagonista, dopo aver perso 14 kg in un solo anno, tanto da non farsi più riconoscere da Venables, divenuto c.t. dei Tre Leoni. Oltre all’episodio dei calzettoni ‘ripieni’, Gattuso ricorda anche: ‘Gascoigne mi ha anche aiutato. Con la scusa della giacca e della cravatta, mi portò in un negozio e mi acquistò dei vestiti. Mi disse che li avrebbe pagati la società, in realtà fu lui a pagarli. Al di là degli scherzi, questo non lo dimenticherò mai’. Come quella volta che Corino, ai tempi della Lazio, diventò padre e portò a vedere ai compagni la foto del pargolo, che sparì di lì a poco. Il giorno dopo Paul si presenta a Formello t-shirt bianca con stampata la foto del bimbo e la scritta ‘Corino palle grosse’, per omaggiare la generosità del compagno sul terreno di gioco. Gascoigne fa discutere anche in Scozia: durante un Old Firm, il grande derby tra i cattolici del Celtic e Rangers, la squadra protestante, va sotto la curva dei biancoverdi e comincia a suonare un flauto fittizio: ottima idea quella di mimare la sfilata annuale dei protestanti orangisti dell’Irlanda del Nord, sugli spalti vorrebbero ucciderlo e per Gazza è in arrivo la scorta anti-minacce di morte. Meno pericoloso l’aneddoto del cartellino perso dall’arbitro Smith e raccolto dal nostro eroe, che finse di ammonire il fischietto rimediando poi, lui stesso, lo yellow card (e due turni di squalifica).

SHERYL – “Gascoigne pensava sempre al sesso, avrei potuto dire di no ma non sarebbe servito: non si sarebbe fermato. Per lui farlo anche dieci volte al giorno era normale”, parole dell’ex moglie di Gazza, Sheryl Failes, picchiata e violentata (o almeno così sostiene) dall’ex laziale, che prima del matrimonio la costrinse pure a rifarsi il seno. Il giorno delle nozze Paul arriva in frac a bordo di una Cadillac bianca lunga nove metri, accompagnato dall’immancabile Jimmy ‘Cinquepance’: 96 camere d’albergo affittate, cento invitati e conto da 100’000 sterline. La scazzottata in un hotel di Glasgow sarà il preludio della separazione dopo la nascita del figlio Regan.

DENTIST CHAIR & DIPENDENZE – Pratica in uso nei peggiori night club e riproposta da buona parte della nazionale inglese in una tournée a Hong Kong (con tanto di Boing 747 devastato dai festeggiamenti per le ventinove candeline di Gascoigne) poco prima di Euro 96′: il gran gol contro la Scozia verrà festeggiato da Gazza simulando proprio la dentist chair, peccato per l’assenza di spogliarelliste e birra in campo. Sulle pagine più nere della storia di Gascoigne leggiamo bulimia, evasioni fiscali, gin, vodka, whiskey, 4 bottiglie di brandy prima delle partite, dieta senz’acqua per 4 mesi a base di cocaina (anche 16 strisce in un giorno), dipendenza da sciroppi per la tosse (non scherziamo) e Red Bull (40-50 lattine al giorno bevute ed oltre 21’000 £ pagate alla clinica di disintossicazione), aggressione a paparazzi, tifosi investiti, paura di avere la SLA, depressione, disturbi ossessivo/compulsivi, botte alla moglie, 12 tentativi di riabilitazione dall’alcolismo falliti, risse, tentati suicidi in hotel e notti in gattabuia, curriculum che persino George Best potrebbe invidiare.

G8 MADE IN CHINA – Dopo la Scozia Paul fa visita al Middlesbrough e manca la convocazione per i Mondiali di Francia, escluso e punito dal tecnico Hoddle che non gli risparmia l’ennesima notte alcolica. Per gli inglesi sono giorni di lutto, visto il concomitante addio di Geri alle Spice Girls. Va all’Everton, poi si auto-retrocede nella serie cadetta con il Burnley dopo un pianto disperato negli spogliatoi dei Toffees: “Non posso stare in una squadra che ha cacciato Walter Smith”, disse Gazza dopo il licenziamento del coach/amico sin dai tempi dei Rangers.
Nel 2003 arrivano le offerte cinesi, dopo il provino fallito col Liaoning Bodao, va a Lanzhou, città nella quale gioca il Gansu Tianma: “In questi giorni ho mangiato di tutto: teste d’anatra, teste di pollo, zampe di gallina, pipistrelli e altre amenità. Secondo me, se continuo con questa dieta, finirò per volare”. Ad agosto G8 (deciderà di farsi chiamare così) prenderà il posto di George Weah nell’Al Jazira di Abu Dhabi. La stagione successiva invece riparte dalla quarta divisione inglese con il Boston United da allenatore-giocatore, sarà (tanto per cambiare) un fragoroso flop.
Dopo sporadiche apparizioni televisive (tra cui l’ennesimo infortunio dopo aver tentato di pattinare sul ghiaccio con Jimmy Cinquepance) ed un singolo arrivato alle posizione numero 2 nella Uk top 40, Fog on the Tyne, recentemente Gazza sembra tornato pulito: segue gli Iron Maiden, fa palestra e si dedica al calcetto con gli amici, i pochi rimasti; lontani i tempi in cui si faceva applicare 45 cm di capelli finti per assomigliare al cantante dei Simply Red (“invece sembro mia madre negli anni ’40”, disse sempre Gascoigne).

Questo è Gazza Gascoigne, ragazzone che (citando un collega), come il Ray de L’uomo che scambò sua moglie per un cappello di Oliver Sacks, colto da sindrome di Tourette, senza i suoi tic, le sue manie, i suoi colpi di testa, non sarebbe più geniale, capace di giocare ubriaco, sovrappeso, sperperare 16 milioni di euro ed avere ancora, tanto, talento da vendere, God bless you, Gazza.

Testo di Alan Bisio – www.fantagazzetta.com