Arruolato dal Ministero della Sicurezza di Stato della DDR, scelse un rischioso doppiogioco senza mai accusare nessuno.
- Testo di Sergio Taccone (autore del libro “Storie di Cuoio. Pezzi scelti di calcio”, prefazione di Darwin Pastorin, Narrazioni Sportive, 2022).
Il tenente Jorg Seidel, ufficiale del Ministero della Sicurezza di Stato della Repubblica Democratica Tedesca, la famigerata Stasi che controllava capillarmente la stragrande maggioranza dei cittadini della Germania Est, ebbe il primo contatto con Gerd Kische, difensore ventunenne dell’Hansa Rostock e già da quasi un anno nel giro della Nazionale, nel maggio 1972. A Kische venne proposto di diventare collaboratore nell’interesse dello Stato. Circa un anno dopo, Seidel incontrò nuovamente il giocatore per dare inizio alla collaborazione. Il tenente, curatore della pratica di arruolamento di Kische, non molto ferrato in materia calcistica, riportò l’appellativo scelto dal calciatore con una sola “e” iniziale: Neskens.
Il difensore dell’Hansa Rostock chiese di essere identificato con il cognome dell’olandese Johan Neeskens, tra le colonne del grande Ajax che stava dominando la scena nel calcio europeo dei primi anni 70 e punto di forza della nazionale arancione. Nella sfida mondiale del ‘74, vinta 2-0 dall’Olanda contro la DDR, Neeskens disputò una prestazione superlativa, sbloccando il risultato nel primo tempo e agendo in ogni zona del campo senza cali di intensità. Quattro anni dopo, a Rotterdam, in una partita valida per le qualificazioni all’Europeo 1980, un’autorete di Kische nei minuti iniziali sbloccò il risultato a favore degli olandesi. Il 3-0 finale venne rifinito da una doppietta nella ripresa di Ruud Geels.
Quel giorno c’era in campo anche Lutz Eigendorf, stella della Dynamo Berlino, che la Stasi avrebbe ucciso nel marzo ‘83 per la sua fuga in Occidente, con passaggio al Kaiserslautern. Dopo il crollo del Muro di Berlino e l’apertura degli archivi della Repubblica Democratica Tedesca, venne trovato un dossier contenente le ipotesi sull’omicidio del calciatore. Vari faldoni comprendenti anche progetti di eliminazioni di altre persone che avrebbero avuto a che fare con Eigendorf, incluso un soldato.
Una delle strategie della Stasi, ottimamente delineata da Florian Henckel von Donnersmarck nel film “Le vite degli altri”, consisteva nel creare falsi documenti con finalità di ricatto e depistaggio. Il potentissimo Erich Mielke, l’artefice del Ministero della Sicurezza di Stato della DDR, uno dei servizi segreti più potenti di tutti i tempi, era anche un grande appassionato di calcio, tra i promotori della nascita della Ddr-Oberliga, il massimo campionato della Germania Est.
In una intervista, rilasciata a Giovanni Tosco (Tuttosport), autore del libro “Jurgen Sparwasser. L’eroe che tradì”, l’autore dello storico gol nel derby mondiale tra le due nazionali tedesche, disputato ad Amburgo il 22 giugno ‘74, fa riferimento a Kische dopo le scoperte negli archivi della Stasi: la spia interna alla Nazionale della Germania Est sarebbe stato proprio il difensore nato il 23 ottobre 1951 a Teterow, nel circondario di Rostock, città del Meclemburgo-Pomerania Anteriore.
Sparwasser, secondo quanto dichiarato a Tuttosport, sarebbe stato da subito a conoscenza delle voci riguardanti la presenza di almeno una spia nella Fußballnationalmannschaft der DDR, scegliendo tuttavia di non indagare alla ricerca di conferme. “Anche oggi, quando mi ritrovo con i compagni dell’epoca, non ne parliamo”, ha dichiarato al quotidiano sportivo italiano l’ex mezzala del Magdeburgo.
Ad aggiungere altri particolari sui rapporti tra Kische e la Stasi è stato il giornalista Roland Reng, autore del libro “1974. Un incontro tedesco”. Secondo Reng, il difensore dell’Hansa Rostock sarebbe riuscito, con trucchi, tanta determinazione e non senza rischi molto elevati, ad ingannare il capillare apparato di spionaggio statale, scegliendo sistematicamente la via del doppiogioco, finendo per rivelare solo informazioni di scarso rilievo. Non sono stati trovati riscontri di persone finite nei guai con la Stasi a causa di delazioni o dichiarazioni di Gerd Kische. Reng ha riferito, inoltre, che il giocatore del club di Rostock venne identificato nei registri della Stasi con il nome di Neesken, senza la “s” finale.
Kische è stato uno dei difensori più forti del calcio tedesco-orientale, protagonista con la squadra nazionale della Germania Est negli anni 70. Cresciuto nel settore giovanile dell’Eintracht Teterow, dopo un anno al Post Neubrandenburg, dove debutta in prima squadra prima di compiere 18 anni, si merita le attenzioni dell’Hansa che lo preleva nell’estate 1970. Rimane a Rostock fino al 1982, un ciclo contrassegnato – dal ‘75 al 1980 – da tre retrocessioni ed altrettante immediate promozioni in Oberliga. Il miglior piazzamento di Kische con l’Hansa è stato il settimo posto nel ‘74, stagione che portò il Magdeburgo di Sparwasser a vincere sia il titolo nazionale sia la Coppa delle Coppe, battendo in finale il Milan.
L’esordio in nazionale di Kische risale al 16 agosto 1971, a Guadalajara, nell’amichevole contro il Messico vinta di misura dalla Germania Est (1-0). Le sue presenze ufficiali in nazionale saranno 59, l’ultima il 19 novembre 1980, in casa contro l’Ungheria (2-0). Dopo aver disputato da titolare i Mondiali ’74, Kische viene convocato, due anni dopo, alle Olimpiadi di Montreal dove la RDT, guidata da Georg Buschner, si aggiudica l’oro battendo la Polonia, squadra che deteneva il titolo olimpico. Il difensore giocò da titolare la finale.
Chiude la sua carriera calcistica nel Bau Rostock, lasciando il calcio giocato, dopo una stagione con il Post Neubrandenburg, con 303 presenze ufficiali in campionato e 31 reti segnate. Era il 1984. Tre anni prima si era sposato con Barbara Wieck, ex mezzofondista e medico sportivo. Dopo aver studiato ingegneria economica e lavorato nel consorzio edilizio di Rostock, l’ex nazionale della DDR ha collaborato con diverse società di costruzioni – tra Amburgo e Rostock – nel periodo post unificazione della Germania. Gerd Kische è tornato all’Hansa arrivando a ricoprire anche il ruolo di presidente e direttore sportivo (1993-’95).
- Testo di Sergio Taccone (autore del libro “Storie di Cuoio. Pezzi scelti di calcio”, prefazione di Darwin Pastorin, Narrazioni Sportive, 2022).