GIGGS Ryan: Principe di Galles

Icona, idolo, fuoriclasse di fama planetaria: la sua storia attraversa un ventennio di quella del Manchester United, di cui è stato il simbolo indiscusso. Ryan è stato la costante dei successi del club inglese in tutto il mondo, quel “Fattore G” che ha modificato geneticamente i Red Devils, rilanciandoli ai fasti di un tempo a forza di corsa, dribbling, cross e reti.

Ryan Joseph Giggs nasce il 29 novembre 1973 a Cardiff, capoluogo del Galles. È un giovedì: appena 15 giorni prima, la nazionale inglese è stata battuta per la prima volta a Wembley dall’Italia. Il gol azzurro è stato firmato da Fabio Capello, futuro c.t. dell’Inghilterra. E proprio Capello sarà un grande estimatore di Giggs: «Un fuoriclasse che avrei voluto nelle mie squadre, mi dispiace non averlo allenato».

Ryan nasce nel St. David’s Hospital e in realtà viene regolarmente registrato all’anagrafe con il cognome paterno, Wilson. Danny Wilson, classe 1955, è un giocatore di rugby del Cardiff RFC, a sua volta figlio di un matrimonio misto: padre della Sierra Leone, madre gallese. Scorre anche il sangue africano del nonno, nelle vene di Ryan. Una volta confesserà: «Da bambino ho dovuto fare i conti con il razzismo». Danny è un discreto rugbista: indosserà cinque volte la maglia della nazionale. La mamma di Ryan si chiama Lynne. Il rapporto tra i due è molto forte e a 16 anni, dopo la separazione dei genitori avvenuta nel 1987, Ryan sceglierà il cognome della madre.

L’infanzia la passa a Eli, un sobborgo di Cardiff. Va spesso a trovare i nonni materni perché può sfogarsi nella sua grande passione: il calcio. Gioca nella strada davanti alla casa dei nonni, a Pentrebane, un posto tranquillo. A 6 anni, un evento che segna la storia della famiglia: il trasferimento a Swinton, dove Danny Wilson continua l’attività di rugbista. Il figlio non segue le orme paterne: è fissato con il calcio e il suo piede sinistro comincia a farsi notare.

Ryan Giggs (sx) prima della finale del Trofeo ESFA tra Salford Schoolboys e St Helens il 18 maggio 1989 all’Old Trafford di Manchester

La prima squadra di Ryan è il Deans, dove viene allenato da un osservatore del Manchester City, Dennis Schofield, che invano lo segnala al club. Ryan passa poi ai Salford Boys e nel 1987 gioca la Granada Schools Cup ad Anfield, lo stadio del Liverpool: il giovane WilsonGiggs trascina i suoi alla vittoria sul Blackburn. Il ragazzo entra nel radar del Manchester United: Harold Wood, agente locale e steward del club, parla di Ryan ad Alex Ferguson.

Un giorno, il Salford gioca in casa dello United una gara per il campionato Under 15. Ryan firma un tripletta: Ferguson, che segue la partita da una finestra del suo ufficio, prende nota. Il 29 novembre 1987, giorno del quattordicesimo compleanno di Ryan, Ferguson si presenta a casa WilsonGiggs, accompagnato dall’osservatore Joe Brown. Il ragazzo sigla un contratto di “formazione” di due anni e nel 1988 il giovane talento del Manchester United guida la rappresentativa contro la Germania, a Wembley: è la sua prima esibizione nel tempio del calcio britannico.

A casa, la situazione è intanto precipitata. I genitori divorziano nel 1987 e nel 1989, all’età di 16 anni, Ryan Wilson diventa Ryan Giggs, in onore della madre. Il rapporto con il padre va in frantumi: tra i due cala un gelo che durerà un ventennio.

Ryan è ormai lanciato. È il miglior talento del vivaio del Manchester United. Ferguson lo fa allenare sempre più spesso con i grandi e il 29 novembre 1990 il giovane Giggs diventa professionista. Il 2 marzo 1991, Ryan debutta in Premier, contro l’Everton, sostituendo Denis Irwin: lo United perde, ma Giggs si fa notare e il 4 maggio segna la sua prima rete nel derby contro il City.

Agosto 1991: Giggs nel match tra United e Oldham Athletic

La stagione 1991-92 è quella del lancio definitivo: entra nel giro della prima squadra e nel 1992 viene votato giovane calciatore dell’anno. Ferguson protegge la sua crescita: gli vieta le interviste fino all’età di 20 anni «per evitare che finisca subito nel tritacarne mediatico». La prima esclusiva sarà concessa nel 1993 alla Bbc.

Sta cominciando il ciclo che renderà leggendaria la carriera di Alex Ferguson e farà del Manchester United uno dei club più forti e famosi al mondo. Giggs sarà uno dei simboli di questa avventura. Giggs è il vento nuovo dello United. Vince la concorrenza con Lee Sharpe, diventa un’icona dei tifosi, è il primo grande idolo di casa dai tempi di Bobby Charlton e George Best. La sua immagine conquista i giovani: i capelli arruffati, la magrezza, il talento, gli atteggiamenti da antidivo, una certa timidezza.

L’Inghilterra impazzisce per Paul Gascoigne, classico genio e turbolenza: Ryan è l’esatto contrario. Gli anni dal 1991 al 1995 sono quelli della consacrazione calcistica. I destini di Giggs e dello United sono legati in modo indissolubile. A governare tutto, Alex Ferguson.

Nel 1991 arriva il primo vero successo internazionale: il successo nella Supercoppa Europea, con i Red Devils che battono 1-0 la Stella Rossa di Belgrado. Nel 1992-93 Giggs è ormai titolare: ha spazzato via la concorrenza. Ma lui ha sempre guardato oltre, cercando di rubare i segreti ai compagni più anziani, il suo modello è Bryan Robson. Nel 1992-93 arriva la prima Premier e la stagione successiva c’è il bis, con la ciliegina della Coppa d’Inghilterra: il ciclo d’oro dello United è cominciato. Arriva anche la nazionale, in cui Giggs debutta nel 1991 contro la Germania. Ryan segna al Belgio il primo gol con la maglia dei Dragoni, il 31 marzo 1993.

Giggs con la maglia del Galles nel match del 1993 contro il Belgio

Nel campionato 1993-94, libera la sua vena realizzativa: firma 13 reti in Premier, una in Coppa d’Inghilterra, 3 in Carling Cup. Totale, 17. Il numero, da copione, non gli porta fortuna, perché l’annata successiva è tormentata da una serie di infortuni, ma nelle altre si prende una serie di rivincite: nel 1996 tornano i gol; arriva un’altra Premier e, sulla scia, la semifinale di Champions League. La stagione 1998-99 è quella del boom dello United. I Red Devils vincono campionato, Coppa d’Inghilterra, Champions League e Coppa Intercontinentale. Ryan firma un gol straordinario all’Arsenal nella ripetizione della semifinale di Coppa d’Inghilterra (ruba il pallone a Vieira, dribbla Tony Adams, Lee Dixon e Martin Keown, si presenta da solo di fronte a Seaman e lo supera in uscita infilandolo quasi all’incrocio).

Ma la vera impresa della stagione è il 2-1 sul Bayern Monaco nella finale Champions, giocata il 26 maggio 1999 e arbitrata dall’italiano Pierluigi Collina. Basler porta in vantaggio i tedeschi dopo appena 6 minuti. Lo United soffre a centrocampo, dove mancano il capitano Roy Keane e Paul Scholes, squalificati. Ryan sfiora il pareggio alla fine del primo tempo. I tedeschi partono bene nella ripresa, ma al 67’ Ferguson comincia a giocarsi le carte della panchina: fuori Blomqvist e dentro Sheringham, un attaccante puro. All’81’, un altro cambio per lo United: entra Solskjaer ed esce Andy Cole. Il Bayern cerca di amministrare il vantaggio e Hitzfeld, tecnico dei bavaresi, fa una sostituzione proprio al 90’ per guadagnare tempo: Basler va sotto la doccia, gloria per Salihamidzic. Collina concede tre minuti di recupero. C’è un corner per lo United e anche il portiere Schmeichel si lancia in attacco. Calcia David Beckham, il pallone è sfiorato da Yorke, Fink non riesce a spazzare via e Giggs prova il tiro: deviazione di Sheringham, 1-1 al 90’36”. C’è il rischio dei supplementari, ma lo United non molla. Altro corner, altra battuta di Beckham e stavolta è il norvegese Solskjaer a battere Kahn: il cronometro dice 92’17”. In meno di due minuti, lo United è diventato per la seconda volta campione d’Europa.

Per salire sul tetto del mondo, dopo il passaggio a vuoto della sconfitta in Supercoppa con la Lazio, bisogna aspettare il 30 novembre 1999, quando lo United supera 1-0 il Palmeiras nella finale di Tokyo. Il gol è di Roy Keane, ma il migliore in campo è un gallese: Giggs. Alle porte del terzo millennio. Ryan è una stella del calcio mondiale.

Giggs nella sfida contro il Palmerias, Coppa Intercontinentale 1999

Il 2000 si apre nel migliore dei modi: lo United si conferma campione in Premier. Per Giggs, è il sesto successo nel campionato inglese. Nel nuovo decennio Ryan comincia a raccogliere i frutti di una carriera di successo allo United. Nel 2002, firma il gol numero 100 in campionato. Nel 2003, arriva l’ottava Premier e nel maggio 2004 un’altra Coppa d’Inghilterra, la quarta della serie per il gallese. Nel novembre 2003, Ryan è protagonista di una rissa in campo con i giocatori dell’Arsenal, ma se la cava con una multa di 7.500 sterline. In questo periodo è nervoso: la prova televisiva mette in evidenza una gomitata in faccia al russo Evseev in una partita con la nazionale e viene squalificato per due turni.

Gli anni dal 2004 al 2006 sono vissuti in penombra. Lo United perde qualche colpo, travolto dal ciclo dell’Arsenal e dall’ascesa del Chelsea del miliardario Abramovich, ma nella stagione 2006-2007 i Red Devils ricominciano a vincere. Arrivano la nona Premier della coppia FergusonGiggs e l’8 dicembre 2007 Ryan realizza al Derby County il gol numero 100 in Premier League. La cavalcata dei record continua con la centesima presenza in Champions il 20 febbraio 2008 e l’11 maggio 2008 eguaglia il primato di presenze nello United, detenuto da Bobby Charlton: 758.

Giggs non si ferma più: 10 giorni dopo, i Red Devils vincono la Champions League, battendo 6-5 ai rigori il Chelsea nella finale di Mosca. Giggs fa in pieno il suo dovere: si presenta sul dischetto nella lotteria finale e buca Cech. Il 2008 è un anno magico: i Red Devils vincono anche il campionato, il decimo per Giggs, mentre il 21 dicembre arriva il Mondiale per club. Il Manchester United supera 1-0 la LDU Quito, gol di Rooney, ma stavolta Ryan non partecipa in prima persona al trionfo.

Non è presente neppure in panchina. Ferguson ha cominciato a ringiovanire lo United: lo scozzese arruola Nani e Anderson. Sir Alex cambia anche ruolo a Giggs: lo sposta verso il centro: «Ryan ha 35 anni e non può reggere gli stessi ritmi di quando ne aveva 25. In questa posizione continuerà a fare grandissime cose». Conquistata l’undicesima Premier della carriera nel maggio 2009 e celebrate le 800 presenze con lo United il 29 aprile 2009 (1-0 all’Arsenal), il 30 settembre 2009 Giggs festeggia il gol numero 150, contro i tedeschi del Wolfsburg, con la maglia dei Red Devils.

30 settembre 2009: Giggs festeggia il gol numero 150, contro i tedeschi del Wolfsburg, con la maglia dei Red Devils

Ma intanto Ryan ha dato l’addio alla nazionale. Il congedo arriva il 2 giugno 2007, a Cardiff, contro la Repubblica Ceca. È una partita che sul piano tecnico conta poco più di zero, ma il Millennium Stadium è pieno per tributare l’omaggio al più grande campione della storia calcistica gallese di tutti i tempi: quando Giggs saluta il suo popolo con le lacrime agli occhi, tutto il pubblico è in piedi ad applaudire. Ryan, abituato a controllare le sue emozioni, è commosso. Lo applaudono anche gli avversari: Giggs non appartiene solo al calcio britannico, ma a tutti coloro che amano questo sport. Il Galles è stato la sua casa, ma anche la sua prigione: giocare in una nazionale di medio cabotaggio gli ha impedito di partecipare a Mondiali ed Europei. Si è consolato con lo United, ma sarebbe stato bello vedere il suo piede sinistro in una competizione come la Coppa del Mondo.

Nella stagione 2009-10 lo United deve inchinarsi di fronte al Chelsea di Ancelotti, ma si prende subito la rivincita, illuminando il campionato successivo. La squadra di Ferguson viene eliminata nella semifinale di Coppa d’Inghilterra dai cugini del City guidati da Roberto Mancini, ma approda alla finale di Champions contro il Barcellona. Giggs è straordinario nella semifinale con i tedeschi dello Schalke 04. Segna e firma l’ennesimo assist della stagione europea: alla fine saranno ben 5. Giggs non accusa il peso degli anni ed è lo stesso gallese a rivelare uno dei suoi segreti: «Pratico lo yoga. Mi fa stare benissimo».

La grande sfida è in programma a Wembley, un’occasione d’oro per lo United per conquistare il quarto titolo europeo in casa. Ma Ferguson conosce il valore del Barcellona, una delle squadre più forti della storia del calcio e poi Londra non è Manchester: «Vorrei il sostegno di tutti, ma le divisioni tra club sono troppo forti e non penso che i tifosi inglesi si schiereranno compatti dalla nostra parte». Il 28 maggio 2011 non c’è tifo che tenga: lo United deve inchinarsi di fronte alla grandezza del Barcellona e perde 1-3. Giggs gioca da titolare. Non è il solito Giggs e non è solo colpa del Barcellona: sulla sua vita privata si sta per scatenare il finimondo.

Giggs con la moglie Stacey Cooke

Il gallese ha provato a fermare i primi rumors circolati su Twitter. La Gran Bretagna sta per essere travolta dallo scandalo delle intercettazioni e dei ricatti che coinvolge, nel ruolo di vittime, pezzi grossi della politica, dello sport e dello spettacolo. La questione-Giggs approda persino nel Parlamento inglese come simbolo di quanto sta accadendo, ma alla fine emerge tutto e anche qualcosa di più. Viene alla luce una lunga relazione extraconiugale con Imogen Thomas, uno dei prodotti del Grande Fratello in salsa britannica. Ma le rivelazioni più scottanti sono altre: emerge un altra storia con Natasha, moglie del fratello Rhodri. Persino la madre di Natasha insinua che Ryan avrebbe cercato di conquistarla. C’è molta spazzatura, ma il poco di verità basta e avanza per mettere a soqquadro la vita di Ryan.

Dall’oblio ventennale, emerge anche la voce del padre Danny, che si dice «dispiaciuto per quanto sta accadendo». L’unico silenzio, pesantissimo, è quello di Stacey Cooke, la moglie di Giggs, sposata il 7 settembre 2007 dopo una lunga relazione. I due sono fotografati in vacanza, al mare, con i figli Liberty Beau (nata nel 2003) e Zachary Joseph (nato nel 2006). Giggs salva il matrimonio, ma il rapporto con il fratello va in frantumi e nel gennaio 2012 Rhodri dichiara: «Ryan è un calciatore fantastico, ma come uomo non vale nulla».

Giggs intanto continua a giocare. Il contratto con lo United scade nell’estate 2012 e Ferguson lo invita a giocare un altro anno, bloccando la federazione gallese che vuole offrirgli la panchina della nazionale dopo il suicidio di Gary Speed. Ryan aspetta. Vuole pensarci bene, ma di una cosa è sicuro: «Quando smetterò con lo United, smetterò per sempre».

Maggio 2014: l’ultimo match di Giggs

E l’addio avviene il 19 maggio 2014, tramite una lettera pubblicata sul sito del suo club: Giggs annuncia il ritiro dal calcio giocato; poco più di un anno prima aveva lasciato il Manchester United un’altra figura storica del club, l’allenatore Alex Ferguson (venendo sostituito da Moyes assistito da Giggs), che sedeva sulla panchina dei Red Devils ininterrottamente dal 1986.

Ryan Giggs, 20 anni vissuti in copertina, è questo, ma non solo. Ha collezionato una serie impressionante di trofei: 13 Premier League, 4 Coppe d’Inghilterra, 10 Supercoppe (la Community Shield), 4 Coppe di Lega (Carling Cup), 2 Champions League, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, una Coppa Intercontinentale, una Coppa del mondo per club.