GIORGIO BRAGLIA – gennaio 1977

Il Milan annaspa, Marchioro affoga: l’ex napoletano acquistato d’estate, può venire buono d’inverno come salvagente

Intervista Guerin Sportivo, gennaio 1977

MILANO
Braglia Giorgio…
«Presente, anzi assente».
– Presente o assente: si decida!
«Be’ allora… assente, purtroppo».
– Perché purtroppo?
«Perché sono presente in seno alla società, al Milan cioè, e assente, invece, dalla squadra».
– E perché tutto questo?
«Sono stato malato, e grave, pure».
– Oggi come sta?
«Sano come un pesce, così dicono almeno».
– Da quanto tempo è lontano dal Milan, da Milanello?
«Tre mesi: e sono lunghi tre mesi da passare, vero?».
– Non so, se non lo sa lei che è stato tre mesi a letto. Ma perché è stato tre mesi a letto? Lo sa che intorno al suo nome è nato un caso? Che hanno accusato Marchioro di averla, come dire, licenziato. Lei è scomparso dalla circolazione senza lasciare né traccia né indirizzo.
«Stavo male, boia di un mondo ladro, perché non mi crede?».
– Quando ha giocato la sua ultima partita in maglia rossonera?
«A momenti non lo ricordo più: ah, ecco, a settembre, in Coppa Italia a San Siro contro l’Atalanta. Da allora, fermo, neanche più un calcio al pallone. Sono stato malato».
– Qualcuno l’ha definita il malato immaginario, come quello di Molière.
«Quello di chi?»
– Di Molière, lo scrittore…
«Ah sì, no, guardi, non attacca mica con me: io sono stato male e ci sono tanti documenti e certificati medici che lo provano».
– Chi sono i medici che l’hanno curata in questi tre lunghi mesi?
«I professori del Milan, Monti e Scotti, venivano, diciamo a trovarmi una volta la settimana a Modena».

Il nuovo Milan 76/77: Morini, Capello, Braglia e Marchioro


– Modena? Che c’entra Modena? Lei non gioca nel Milan? Non abita a Milano?
«Sì, ma ho famiglia a Modena. Quando mi sono sentito male per la prima volta a Milano (tutto è cominciato con un attacco di influenza) ho continuato a frequentare Milanello. Quando hanno visto che stavo male sul serio, mi hanno consigliato di tornare a casa, a Modena appunto, e di curarmi in famiglia».
– Braglia, il mondo vuole sapere che cosa ha avuto, che malattia…
«Infezione intestinale, devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male. Ha preso un virus che mi ha debellato il fisico ».
– A suo tempo si era parlato di epatite virale, per la verità.
«Macché… infezione intestinale…».
– Comunque, tre mesi di assenza dal Milan, sono tanti. Per riportare il fisico ad uno standard di rendimento accettabile che le permetta di rientrare in squadra, lei dovrà lavorare duro, forse non ce la farà per questo campionato.
«Vuole scherzare? Sono guarito e ho una voglia matta di ricominciare. Un mese sotto il torchio e sarò in grado di scendere in campo come una volta. Ho voglia di fare grandi cose col Milan; ho voglia di fare quello che i tifosi rossoneri si aspettavano da me quando c’è stato lo scambio con Chiarugi e che io non ho potuto fare perché, come ho detto, in Coppa Italia sono stato male, ho preso quel maledetto virus».
– Considera il Milan la sua squadra del futuro o pensa che al prossimo mercato la cederanno ad altra società?
«Per ora non voglio pensarci. Ora devo pensare esclusivamente a rimettermi in sesto atleticamente e a meritarmi il posto in squadra perché voglio tornare a giocare seriamente come una volta e dare una mano veramente a questo Milan».
– Che ne ha bisogno, molto bisogno…
«Non mi fraintenda».
– Non la fraintendo.
«Be’, allora volevo dire che siccome faccio parte del Milan, voglio anch’io poter dire la mia. E siccome stavolta sto bene, sono sano, se mi diranno che non vado bene, che non gioco bene, che non assimilo, che non lego coi compagni, non potrò imputare nulla a malattie o a virus ».
– In questi tre mesi Marchioro le ha telefonato?
«Sempre. Insomma non tutti i giorni. Comunque ci sentivamo. Poi il mister era costantemente tenuto informato dai medici Scotti e Monti».
– Cosa pensa di questo Milan?
«Purtroppo ero a letto e quindi non ho potuto seguirlo molto, se non in televisione e attraverso i giornali. In tv ho visto la partita contro il Napoli e quella col Bilbao a San Siro. Certo in Coppa Uefa siamo stati sfortunati».
– Solo sfortuna?
«Diciamo che abbiamo peccato anche un po’ troppo di ingenuità».
– Al Milan è sotto accusa la difesa, definita la «banda del buco». E sotto accusa è anche il reparto punte: Calloni non segna più.
«Non posso entrare nel merito. Oggi sono guarito e perciò pronto a dare una mano ai compagni, se il Mister mi accorderà fiducia. Dicendo che il Milan ha peccato di ingenuità un paio di volte, mi pare di aver detto tutto».
– Non pensa che troverà difficoltà a «legare» subito in squadra con Calloni o con Silva o con Vincenzi?
«Non direi. Con Calloni, le poche partite che abbiamo disputato assieme sono state buone, almeno sul piano tecnico inoltre, non mi interessa con chi farò o dovrò fare ‘coppia’: tutti vanno bene. Mi preme solo una cosa: ho una voglia matta di tornare in squadra e giocare al cento per cento; non sono finito come calciatore; cose da dire ne ho ancora a iosa e sono certo che in breve meriterò la fiducia del Mister e il consenso della tifoseria. Punto e basta».