Giovanni Arpino: Cronache Messicane

3 giugno: Riva non è Mandrake

Il pronosticò che ci include fra i favoriti dei mondiali è stato onorato dagli azzurri, ma è costato ai nostri giocatori abbastanza caro: la Svezia, sia pure tatticamente discutibile, ha lottato con una decisione che forse nessuno si aspettava, i gialloblù forti sul piano fisico hanno picchiato duro sulle caviglie dei nostri, che forse a tratti hanno avuto il torto di giocare con troppa souplesse. Resistenti e forti, Kindvall e colleghi hanno cercato di trasformare la partita in un fatto atletico, Gli svedesi hanno dedicato tre uomini a Riva, troppi anche per un campione come il Gigi nazionale. Il cannoniere del campionato ha lottato con la solita grinta, Boninsegna è stato una valida e fedele spalla, Mazzola e Domenghini sono venuti spesso dalle retrovie a dare man forte alla coppia di punta. Tre difensori si sono dimostrati molti anche per un vero campione come Riva, che ha lottato con la forza della disperazione senza riuscire mai a trovare un varco veramente pulito in cui piazzare il suo famoso sinistro. Che Gigi fosse un asso lo sapevamo prima di oggi, ma sapevamo anche che non è Mandrake e non può fare miracoli; per fortuna che in qualche modo al suo fianco (non è il momento di rifare la storia dei «perché» e di certe situazioni) è stato posto Boninsegna, ma si è visto che anche due punte sono poche contro una difesa chiusa e decisa. Gli azzurri non hanno certo giocato bene, ma con grande impegno questo sì e con un rigido rispetto delle consegne ricevute negli spogliatoi. De Sisti e Bertini non hanno quasi mai passato la metà campo come da ordini di Valcareggi e Mandelli; a far da spalla alla coppia di punta Riva-Boninsegna c’era una seconda coppia formata da Mazzola e Domenghini I nostri giocatori hanno superato bene l’handicap dell’altitudine (Toluca a quota 2680 è il più alto campo della Coppa Rimet), hanno saputo giocare alternando scatti a pause come è necessario per riprendere fiato, si sono insomma adeguati alle difficoltà ambientali, riuscendo anche a stringere i denti nel finale attorno al valido Cera, perno della difesa. Al di là del risultato un buon inizio per la nostra squadra; la Svezia ha voluto improvvisare un catenaccio gigante contro i maestri di questo gioco, e non poteva che finire male per i nostri avversari.