Un tempio sacro che, con le sue dimensioni titaniche e il suo ruggito leggendario, ha completamente ridefinito il concetto stesso di stadio calcistico.
Incastonato nel cuore di Glasgow, Hampden Park si erge come una cattedrale laica dove la devozione calcistica scozzese ha trovato il suo altare. Quando ancora il calcio muoveva i primi passi e decenni prima che diventasse una religione planetaria, le fondamenta di questa leggenda di pietra e passione erano già state gettate, testimoni di un’era in cui il pallone era più una rivoluzione culturale che un business globale.
Il Queen’s Park, club più antico di Scozia, giocava già in un piccolo stadio chiamato Hampden Park dal 1873. Questo primo impianto, situato tra il Queen’s Park Recreation Ground e Hampden Terrace, divenne presto la sede preferita per le finali della Coppa di Scozia e per le partite della nazionale. Tuttavia, nel 1883, il club dovette abbandonare questa struttura a causa dei lavori di estensione della linea ferroviaria Cathcart District Railway.
Il club si trasferì a 150 metri di distanza, in quello che divenne il “secondo” Hampden Park. Ma le ambizioni crescevano e lo spazio non era sufficiente. Quando Henry Erskine Gordon accettò di vendere un terreno di 12 acri in Somerville Drive nel 1899, il Queen’s Park iniziò a pianificare la costruzione di un nuovo stadio, quello che oggi conosciamo come Hampden Park.
La progettazione fu affidata a due figure di spicco: l’architetto James Miller, che disegnò le tribune gemelle lungo il lato sud, e Archibald Leitch, uno dei più grandi architetti della storia scozzese, responsabile di progetti notevoli come Anfield Road, Highbury e Old Trafford. Il progetto di Leitch prevedeva una capacità di 100.000 spettatori, che l’avrebbe reso il più grande stadio dell’epoca.
La nascita del colosso

Dopo più di tre anni di lavori, il “terzo” e definitivo Hampden Park venne inaugurato il 31 ottobre 1903 con una partita che vide il Queen’s Park battere il Celtic per 1-0. All’inaugurazione, lo stadio poteva ospitare già 44.000 spettatori, ma era solo l’inizio di un’espansione che avrebbe fatto la storia.
Appena un anno dopo, la capacità raggiunse gli 80.000 posti, e nella finale della Coppa di Scozia del 1904, più di 64.000 persone assistettero alla vittoria del Celtic sul Rangers per 3-2. A partire dagli anni ’20, Hampden Park divenne la sede definitiva delle finali della Coppa di Scozia, la seconda competizione più antica al mondo, iniziata nella stagione 1873-1874, preceduta solo dalla FA Cup inglese.
Durante questo periodo, Glasgow poteva vantare i tre stadi più grandi del mondo: Hampden Park, Ibrox (casa del Rangers) e Celtic Park. Ma era Hampden a dominare in termini di capacità e prestigio.
L’età dell’oro e il record mondiale

Gli anni ’10 segnarono l’inizio dell’espansione più significativa dello stadio, che superò i 120.000 posti, diventando il più grande del mondo. Nonostante un incendio nel 1914 che distrusse un padiglione, lo stadio continuò a crescere.
Il periodo di maggior splendore si verificò tra il 1927 e il 1937, quando il Queen’s Park acquisì altri 33 acri di terreno e costruì ulteriori 25.000 posti, portando la capacità a oltre 140.000 spettatori. Il 17 aprile 1937 venne stabilito il record ufficiale di pubblico per una partita tra nazionali in Europa: 149.415 persone assistettero alla vittoria della Scozia sull’Inghilterra per 3-1 nel Campionato Britannico. Si stima che altre 20.000 persone siano entrate senza biglietto!
In modo non ufficiale, Hampden Park avrebbe potuto ospitare fino a 183.388 persone nel 1937, ma la Federazione Calcistica Scozzese (SFA) permetteva un massimo di 150.000 biglietti per ragioni di sicurezza. Tanta gente e tanto fanatismo, soprattutto nei derby tra Celtic e Rangers, generavano spesso problemi di ordine pubblico, richiedendo un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine.
Gli anni della guerra

Durante la Seconda Guerra Mondiale, lo stadio ospitò poche partite e la vendita dei biglietti per le gare locali fu ridotta del 50% per paura di attacchi aerei nazisti. Un aneddoto curioso riguarda la proposta, da parte di un funzionario governativo, di utilizzare i campi di Hampden Park e del vicino Lesser Hampden per la coltivazione di verdure durante il periodo bellico. Il Queen’s Park ignorò elegantemente il suggerimento, mantenendo intatto il suo stadio.
Dopo la guerra, Hampden Park perse il titolo di stadio più grande del mondo a favore del Maracanã brasiliano, costruito per i Mondiali del 1950 con una capacità di oltre 190.000 spettatori. Inoltre, per motivi di sicurezza, la capacità dello stadio scozzese fu ridotta a 135.000.
Le notti europee

Nonostante la riduzione della capacità, Hampden Park mantenne la sua reputazione di “casa delle folle” e ospitò eventi memorabili. Nel 1953, fu scelto come sede principale della Coronation Cup, torneo organizzato per celebrare l’incoronazione della Regina Elisabetta II, vinto dal Celtic davanti a 117.000 spettatori.
Ma è il 1960 l’anno che consegna definitivamente Hampden Park alla storia del calcio mondiale. Lo stadio ospitò la finale della Coppa dei Campioni (oggi Champions League) tra Real Madrid e Eintracht Frankfurt. Un pubblico record di 127.621 persone assistette a uno degli spettacoli calcistici più impressionanti di tutti i tempi: un 7-3 per i Blancos con quattro gol di Puskás e tre di Di Stéfano. Una partita leggendaria che probabilmente non avrà mai eguali.

Gli anni ’60 videro Hampden Park ospitare altre finali europee, come quelle della Coppa delle Coppe del 1962 (Atlético Madrid–Fiorentina 1-1) e del 1966 (Borussia Dortmund–Liverpool 2-1). Nel 1967, fu teatro della prima partita della finale della Coppa Intercontinentale tra Celtic e Racing Club, vinta 1-0 dagli scozzesi davanti a oltre 100.000 persone.
Un altro record fu stabilito nella stagione 1969-1970, quando 136.000 persone si accalcarono per la semifinale di Coppa dei Campioni tra Celtic e Leeds United, registrando il pubblico più numeroso nella storia di una competizione per club organizzata dall’UEFA.
Le travi quadrate e altre curiosità
Nel 1976, Hampden Park ospitò un’altra finale di Coppa dei Campioni, questa volta tra Bayern Monaco e Saint–Étienne. I tedeschi vinsero 1-0, conquistando il terzo titolo consecutivo, ma la partita è ancora oggi oggetto di discussione tra i francesi.
Il motivo? Le porte di Hampden Park erano quadrate e in legno, un’anomalia che persistette dal 1903 fino al 1987, quando furono finalmente sostituite con le tradizionali porte ovali in metallo. I tifosi del Saint–Étienne sostengono ancora oggi che se le porte fossero state ovali, almeno uno dei due tiri che colpirono i pali durante quella finale sarebbe entrato, cambiando l’esito della partita. Nel 2013, il club francese acquistò addirittura quelle storiche porte dalla Federazione Scozzese per circa 20.000 euro, inserendole nel proprio museo.

Tra le altre curiosità, Hampden Park ha subito tre incendi nella sua storia: nel 1914, nel 1945 e nel 1968. Fortunatamente, nessuno di questi eventi ha causato vittime.
Lo stadio era famoso anche per il suo “ruggito” assordante. Questa reputazione iniziò nel 1929, quando un gol della Scozia contro l’Inghilterra all’ultimo minuto fece gridare così forte i tifosi che Alex Jackson, un giocatore scozzese infortunato ricoverato in un ospedale a circa 2 km di distanza, sentì il boato e capì che la sua squadra aveva segnato. Nei grandi incontri e nei derby tra Celtic e Rangers, il livello di decibel oscillava tra 85 e 115!
Modernizzazione e presente
Negli anni ’80, Hampden Park iniziò a “rimpicciolirsi” a causa delle crescenti misure di sicurezza imposte agli stadi britannici. La sua capacità scese a circa 81.000 spettatori nel 1984. Negli anni ’90, una vasta ristrutturazione, con la demolizione delle vecchie tribune e la costruzione di nuove con sedili conformi agli standard UEFA, ridusse ulteriormente la capacità a poco più di 50.000 posti.

Nel 1997, la Federazione Scozzese acquistò lo stadio dal Queen’s Park, che fino ad allora era rimasto un club amatoriale (si professionalizzò solo nel 2019, dopo 152 anni di amatorismo) e si trasferì nel vicino Lesser Hampden.
Nel nuovo millennio, Hampden Park ha continuato a ospitare eventi prestigiosi. Nel 2002, fu teatro della vittoria del Real Madrid nella finale di Champions League contro il Bayer Leverkusen, partita resa indimenticabile dallo spettacolare gol in volee di Zinedine Zidane. Nel 2007, il Siviglia trionfò nella finale di Coppa UEFA contro l’Espanyol. Lo stadio ha ospitato anche partite dei Giochi Olimpici di Londra 2012 e dell’Europeo 2020.
Oltre al calcio, Hampden Park ha accolto numerosi altri sport, primo fra tutti il rugby, ma anche tennis, softball e baseball. È diventato anche un importante palcoscenico per concerti, ospitando artisti del calibro di Rolling Stones, U2, Oasis, AC/DC e Beyoncé.
Oggi, Hampden Park è uno dei rari stadi con quattro stelle UEFA, dotato di moderni sistemi audio, parcheggi, cabine stampa, illuminazione e accessibilità. Pur essendo stato modernizzato, mantiene intatto il suo fascino storico, continuando a rappresentare un patrimonio sacro del calcio mondiale.
