Il giovane mediano che fermò Maradona

Sergio Battistini e l’amichevole Milan-Boca Juniors dove gli toccò marcare il “Pibe de oro”.

Un’amichevole può lasciare una traccia significativa nella carriera di un giocatore, specialmente se in quella partita ti capita di marcare un fuoriclasse destinato a diventare uno dei migliori giocatori della storia del calcio mondiale. Fu quel che avvenne a San Siro, l’8 settembre 1981, nella partita tra il Milan (neopromosso dalla B) e i campioni argentini in carica del Boca Juniors. Per i rossoneri fu l’ultimo test precampionato, per gli azul y oro la tappa conclusiva di un tour europeo. L’allenatore milanista Gigi Radice affidò al diciottenne Sergio Battistini la marcatura di Diego Armando Maradona, fuoriclasse indiscusso della squadra di Buenos Aires da lui condotta alla conquista del titolo nazionale Metropolitano.

Dopo il pienone nel derby di Coppa Italia, giocato due giorni prima, a San Siro gli spettatori presenti quella sera furono appena 23 mila. A convincere gli argentini fu un assegno di 120 milioni di lire. Diavolo privo dello scozzese Joe Jordan, convocato in nazionale per la partita contro la Svezia, tappa decisiva per la qualificazione al Mundial spagnolo. Dopo lo show di Maradona a beneficio dei fotografi, l’arbitro Pieri fischiò l’inizio. Battistini andò subito a francobollare il fuoriclasse del Boca.

Silvio Marzolini, allenatore degli argentini, schierò una linea offensiva dove, oltre a Maradona, erano presenti Brindisi e Perotti, con Escudero piazzato all’ala destra e Quiroz nel ruolo di interno di centrocampo. Radice rispose con Buriani e Romano sulle fasce, Moro in cabina di regia, Novellino a svariare in avanti e il giovane Mandressi unica punta di ruolo. In difesa, con Piotti tra i pali, Tassotti e Maldera terzini, agivano Collovati nel ruolo di stopper e Baresi in quello di libero, ultimo baluardo della retroguardia milanista, pronto ad agire in seconda o terza battuta per fermare le sortite del Pibe de oro.

Sergio Battistini, toscano della leva calcistica ‘63, tra i giovani più promettenti arrivati in prima squadra all’inizio degli anni 80, già utilizzato da Giacomini nel primo campionato rossonero di B, mostrò subito grinta e decisione nella marcatura di Maradona. Qualche buon numero lo fece vedere Novellino, abile a farsi largo, esibendosi in alcune buone giocate ma ricevendo scarsa collaborazione dai compagni di squadra.

Contro un avversario fin troppo trotterellante, il Milan riuscì a passare al 22’: cross di Moro per la testa di Mandressi, palla in rete con il portiere Rodriguez colto di sorpresa. Novellino salì in cattedra fornendo un assist stupendo per Mandressi, arrivato in leggero ritardo all’appuntamento con il raddoppio. Il Monzon di Montemarano, prelevato dal Milan nell’estate ’78, sembrò l’unico sudamericano in campo.

Maradona illuminò la scena con un lancio per Escudero, fermato da un fuorigioco inesistente. Poco dopo la mezzora ci provò Cordova: tiro parato da Piotti. Ad illuminare il gioco rossonero provvide ancora Novellino con una palla filtrante in area per Buriani: tiro sulle gradinate. Pannocchia ci riprovò due minuti dopo con un rasoterra bloccato da Rodriguez. Martellato da Battistini, Maradona faticò a trovare spazi.

Dopo un guizzo di Escudero, anticipato da Tassotti, il Boca trovò il pareggio al 43’: calcio di punizione dal limite di Maradona e palla deviata con un braccio da Battistini, piazzato in barriera. Niente da fare per Piotti. In avvio di ripresa il raddoppio argentino: Tassotti, dopo aver tolto palla a Maradona, sbagliava il disimpegno, offrendo a Brindisi lo spazio per disegnare un diagonale imprendibile per il portiere milanista. San Siro applaudì la finezza dell’attaccante argentino.

Nei restanti minuti, Maradona continuò ad essere controllato caparbiamente da Battistini a cui rimase il rammarico della sconfitta dopo un’ottima prestazione personale. A fine partita, il giovane astro argentino si fece fotografare con la maglia rossonera mentre il pubblico di San Siro gli tributava un lungo applauso. Maradona corse subito a stringere la mano a Battistini, offrendogli la sua maglia come premio per la bella impresa compiuta, a futura memoria di una serata indimenticabile per il giovane mediano toscano. “E’ stato un avversario leale, mi ha rispettato. Lo ringrazio”, disse il numero dieci del Boca.

Fra molti anni, quando appenderà le scarpette al fatidico chiodo, – scrisse Franco Fiocchini sul Corriere della Sera – preso dalla nostalgia del passato e in vena di ricordi, Battistini racconterà ai propri figli di una magica serata in cui riuscì ad annullare il grande Maradona”. A fine partita, il giovane mediano ricevette tanti complimenti dai compagni di squadra, dall’allenatore Radice e dai giocatori argentini. Marzolini si disse “stupito dalla naturalezza con cui Battistini aveva fermato Maradona”.

Il giovane rossonero evitò di esaltarsi. La tradizione dei grandi mediani milanisti poteva continuare: vedere Maradona “francobollato” da Battistini riportò alla mente la marcatura stretta di Trapattoni su Pelè o Radice abile a seguire Eusebio come un’ombra. Erano gli anni 60. Con grande umiltà, il diciottenne giocatore rossonero non fece accostamenti. “Paragonarmi a campioni del passato? L’unica cosa che mi accomuna a loro è lo stesso ruolo di mediano che occupo”. Il segreto per fermare il campione argentino? “Semplice, ho cercato di giocare a calcio sforzandomi di colpire il pallone e non la caviglia di Maradona. Cerco sempre di giocare così e non vedo perché avrei dovuto cambiare abitudine contro il Niño de oro”.

Capace di giocare a centrocampo e in difesa, dotato di un buon fiuto del gol, Sergio Battistini cominciò nel migliore dei modi la sua prima stagione da titolare nel Milan, in un anno che lo portò ad indossare anche la maglia azzurra della nazionale under 21 guidata da Azeglio Vicini. Una stagione che lo vide tra i pochi a salvarsi dal naufragio rossonero, con la squadra retrocessa in B dopo un clamoroso terzultimo posto. Battistini dimostrò di meritare il posto di titolare firmando anche gol pesanti soprattutto i due segnati al Cagliari. Fu tra i pochi a salvarsi nel naufragio stagionale milanista, diventando un punto fermo nel secondo campionato cadetto del diavolo.

A distanza di quasi trent’anni dalla sua esperienza con il diavolo, intervistato da MilanNews, Sergio Battistini parlò dell’annata rossonera 1981/82. “Nella stagione in cui retrocedemmo in B ci furono l’infortunio di Baresi, il cambio di allenatore e alcune incomprensioni interne. I ragazzi più giovani come me o Evani si ritrovarono davanti a una situazione davvero difficile. I tifosi? Io parlo per i miei tempi e non posso fare altro che parlar bene dei tifosi rossoneri, davvero vicini alla squadra. Ricordo in B, persino con la Cavese, erano in 50 mila. Il tifoso del Milan è molto legato alla squadra a prescindere dai risultati”.

Nell’arco della sua militanza nella prima squadra rossonera (1980-’85), Battistini non riuscì ad esprimere tutto il suo potenziale, pur avendo collezionato 201 presenze e 37 gol. Passò alla Fiorentina nell’estate ‘85, lasciando il Milan l’anno prima dell’arrivo di Silvio Berlusconi.

Testo di Sergio Taccone, autore del libro “Il Milan del Grenoli” (Assist Edizioni, prefazione di Luigi La Rocca, 2020)

Il Tabellino del match – 8 settembre 1981
MILAN-BOCA JUNIORS 1-2
Reti: 22′ Mandressi, 44′ aut. Battistini, 50′ Brindisi
MILAN: Piotti, Tassotti, Maldera III, Battistini, Collovati, Baresi (63′ Al. Minoia), Buriani, Novellino (63′ Cambiaghi), Mandressi, A. Moro (46’ Cuoghi), Romano – All.: Radice
BOCA JUNIORS: Rodriguez, Tesare, Alves, Cordoba (46′ Soares), Pascucci (16′ Benitez), Mouzo, Escudero, Quiroz (74′ Ramoa), Brindisi, Maradona, Perotti (46′ Trobbiani) – All.: Marzolini, DT: Luis Carniglia
Arbitro: Pieri di Genova
Spettatori: 23 mila spettatori