Immortals: Domingos Da Guia


El Divino Maestro

È considerato il più grande difensore brasiliano di tutti i tempi, detto “El Divino Maestro” per la perfezione tecnica. Fisicamente statuario (era alto 1,86 per 78 chili), flessuoso nei movimenti, raffinato nel tocco e spietato nel tempismo, questo prodigio umano era nato il 19 novembre 1912. Cresciuto nel Bangu, dove aveva spopolato conquistando il posto da titolare a 17 anni, e ingaggiato dai Vasco da Gama, esordì giovanissimo in Nazionale, il 6 settembre 1931, in Brasile-Uruguay 2-0.

L’eleganza del suo gioco, efficacissimo nelle chiusure e luminoso nei disimpegni, proiettarono la fama a tutto il Sudamerica. Nel 1932 si trasferì in Uruguay, al Nacional, dove diede grande prova delle sue qualità. Tornato in patria, una sera, in un night club di Rio, una splendida donna gli fece gli occhi dolci. Il contatto fu stabilito e alcune bottiglie di champagne onorarono il fortunato incontro, facendo scivolare il campione in uno stato di sonnolenza. Quando si svegliò, qualche ora dopo, era su un aereo in volo per Buenos Aires. Due sorridenti signori gli mostrarono un contratto di ingaggio per il Boca Juniors; la cifra era talmente alta da suggerirgli semplicemente un largo sorriso di accettazione.

Divenne un idolo della folla argentina, specie con lo scudetto del 1935, poi qualche eccesso caratteriale incrinò la sua immagine. Il coinvolgimento in una rissa collettiva in campo gli procurò una lunga squalifica, consigliandogli il ritorno in patria, dove venne convocato per il Mondiale di Francia 1938. I primi due incontri lo segnalarono come uno dei più grandi giocatori del torneo. Poi, in semifinale, ecco l’Italia. Gianni Brera raccontò così il duello-chiave:

«Piola sembra un leone in gabbia. Gli dedica le sue cure il fenomenale Domingos da Guia. Costui riesce a domare qualsiasi traiettoria: uno spezzoncino di film lo illustra in momenti a dir poco preziosi: controlla un traversone con un ginocchio, nel contempo alza la palla – sempre con il ginocchio – sopra il nostro malcapitato centravanti, lo aggira, tocca di piatto al rimbalzo e serve un compagno».

Nella ripresa, Piola si fa furbo: su un cross di Biavati, punta il gomito e fa urlare di dolore Domingos, che manca il pallone, prontamente raccolto da Colaussi e fiondato in rete. Innervosito, l’asso brasiliano qualche minuto dopo atterra Piola in area, provocando il rigore che Meazza trasforma tenendosi i calzoncini con l’elastico rotto. L’Italia va in finale. Così lo ricordava Vittorio Pozzo nelle sue memorie

«Lungo, dinoccolato, velocissimo, acrobatico nei movimenti e negli interventi, passava per imbattibile, a quei tempi».

La fama del grande difensore venne solo scalfita dal mancato successo iridato. La sua carriera continuò con Flamengo e Corinthians. Lasciò la Nazionale nel 1946, a trentaquattro anni, per diventare funzionario del governo brasiliano. Suo figlio, Ademir da Guia, fu anni dopo campione a propria volta, uno dei migliori registi della gloriosa storia del Palmeiras.

Domingos da Guia
(Rio de Janeiro, 19 novembre 1912 – Rio de Janeiro, 18 maggio 2000)

StagioneSquadraPres (Reti)
1929-1932 Bangu57 (2)
1933 Nacional? (?)
1934 Vasco da Gama? (?)
1935-1937 Boca Juniors56 (0)
1937-1943 Flamengo230 (0)
1943-1947 Corinthians116 (0)
1947-1948 Bangu22 (0)
Nazionale
1931-1946 Brasile 30 (0)