Immortals: Renato Cesarini


La “zona” intramontabile

Si giocava Italia-Ungheria al Filadelfia di Torino, il 13 dicembre 1931, per la Coppa Internazionale. All’ultimo minuto, sul 2-2, Costantino ricevette da Cesarini al limite dell’area e, come avrebbe poi ricordato quest’ultimo, titubò:

«Allora ebbi come un’ispirazione: mi buttai a corpo morto, tirai Costantino da una parte, caricandolo con la spalla come fosse un avversario, e “Faele” schizzò lontano: fintai evitando Kocsis. Io guardai verso sinistra, da dove arrivava a grandi falcate “Mumo” (l’altra ala Orsi, ndr). Accennai un passaggio all’ala; il guardiano magiaro abboccò e si sbilanciò alla sua destra, preparandosi a parare l’eventuale tiro di Orsi. Allora io tirai, assai forte, per conto mio, a sinistra del portiere. La palla gli sgusciò davanti; potè toccarla con le mani, ma, data la forza con la quale era stata battuta, non riuscì a trattenerla. Vincemmo così per 3 a 2. E non si fece neppure in tempo a rimettere il pallone al centro, poiché il cronometro svizzero del signor Mercet spaccò il 45. minuto del secondo tempo. Ebbi un mucchio di complimenti. La cosiddetta “zona Cesarini ” era stata scoperta».

Da allora, una delle emozioni più suggestive del calcio, il gol all’ultimo sospiro del cronometro, è stata indicata con quel semplice nome, zona Cesarini. L’asso argentino ricordava di aver già realizzato la stessa prodezza più d’una volta nel Chacarita Juniors di Buenos Aires e poi nella Juventus in una amichevole contro il Palermo e in Mitropa Cup a Budapest.

Ma chi era Renato Cesarini? Un artista del pallone nato 1’11 aprile 1906 a Senigallia, da dove i genitori erano presto emigrati a cercar fortuna in Argentina. Lui l’aveva trovata nel calcio, passando dal Palermo all’Alvear e poi al Chacarita Juniors e approdando giovanissimo alla Nazionale. A 23 anni emigrò alla Juventus.

Sei stagioni d’oro, cinque scudetti e tanto spettacolo: «Tripli giochetti col tacco» ricordava il compagno di squadra Ferrari, «testa “svitata”, arresti con tutte le parti del corpo, un repertorio da artista». Anche un combattente, però, senza paura dello scontro fisico, con l’unico limite della discontinuità, dovuta anche alla vita bohemienne, spesso in compagnia dell’amico Orsi, nelle notti torinesi che preferiva all’applicazione negli allenamenti.

Lasciò la Juve nel 1935, con 128 presenze e 46 reti in bianconero e 11 e 3 gol nella Nazionale azzurra. Tornò in Italia dopo la guerra a fare l’allenatore, vinse uno scudetto con la Juve nel 1960 (assieme a Carlo Parola), dopo aver segnalato al club bianconero l’asso Omar Sivori.

Renato Cesarini
(Senigallia, 11 aprile 1906 – Buenos Aires, 24 marzo 1969)

StagioneSquadraPres (Reti)
1924-1928 Chacarita Juniors82 (50)
1926 Ferro Carril Oeste1 (0)
1928 Alvear? (?)
1929 Ferrocarril Midland? (?)
1929 Chacarita Juniors11 (7)
1929-1935 Juventus128 (46)
1935-1936 Chacarita Juniors8 (3)
1936-1937 River Plate23 (7)
Nazionale:
1926 Argentina 2 (1)
1931-1934 Italia 11 (3)