L’astuzia di Peirò e la grande rimonta

La memoria va indietro al 12 maggio 1965 dove a San Siro l’Inter di Herrera compì la madre di tutte le rimonte. Clamorosa la rete del 2-0 di Joaquin Peirò, un’astuzia mai vista sui campi di calcio.


Ci sono gol che portano impresso il timbro inequivocabile della classe, altri stupiscono per la potenza che sanno esprimere, la rete realizzata da Joaquin Peirò al Liverpool il 12 maggio 1965 nella semifinale di Coppa dei Campioni non presenta alcuna di queste qualità, ma per tutti coloro che l’hanno vista nelle immagini televisive o vissuta allo stadio Meazza resterà per sempre indimenticabile.

La prodezza dell’attaccante spagnolo dell’Inter è frutto di scaltrezza e intelligenza, di rapidità e tecnica. È un gol che ha fatto discutere molto, uno di quelli che sui campi di calcio si vedono raramente. La base di partenza dell’azione è uno schema, semplice e messo in atto alla perfezione. Mario Corso esegue la rimessa laterale sulla fascia sinistra verso Peirò, il numero 9 nerazzurro, appostato vicino alla linea laterale e marcato strettamente, tocca la palla di testa indirizzandola all’indietro, verso il centrocampo, dove Sandro Mazzola attende il pallone in agguato. Il fantasista lascia rimbalzare la palla, poi lancia il compagno in profondità, lo fa senza esitazioni, con un tocco di prima, di destro, perfetto. Lo spagnolo Peirò scatta verso il fondo inseguendo il lancio e sfrutta al meglio la velocità che lo contraddistingue non consentendo il recupero al pur mobilissimo Smith. L’uscita di Lawrence, però, è ottima. Il portiere è pronto e determinato, scatta lateralmente e blocca il pallone rischiando addirittura di uscire dall’ area di rigore, ma lo fa soltanto con un piede, nel frattempo colpisce Peirò con una spallata mandandolo a terra.

L’azione pare essersi conclusa, ma qui si evidenzia tutto il genio dello spagnolo, la sua tenacia e la sua velocità trasformano il numero uno inglese in un ingenuo. Mentre il portiere Lawrence sta osservando la disposizione dei compagni prima del rinvio e fa qualche passo per avvicinarsi al limite dell’ area, lui si alza rapidamente e parte alla carica. Il portiere inglese fa rimbalzare il pallone a terra due volte, alla terza sbuca, da dietro, il piede sinistro di Peirò, che sposta abilmente il pallone, mettendolo fuori portata del portiere, poi, dopo due soli passi e prima che l’ estremo difensore possa riscattarsi con un tuffo disperato, insacca nella porta sguarnita con il destro.

È un attimo, Lawrence quasi non si rende conto dell’accaduto, i suoi compagni aggrediscono verbalmente l’ arbitro, chiedendo l’annullamento del gol senza successo. Smith e Yeats strattonano il direttore di gara accerchiato da altri quattro inglesi. Gli interisti osservano la scena, mentre Peirò non ha bisogno di attendere alcuna sentenza ed esulta tutto solo. Per l’Inter è la rete del 2-0, il conto col Liverpool è in parità dopo la sconfitta per 1-3 dell’andata.Poi Facchetti segnerà il 3-0. L’Inter è in finale.

Inter-Liverpool 3-0: la rete di Facchetti

La sfida impossibile

La sfida tra l’Inter ed il Liverpool valida per le semifinali della Coppa dei Campioni era considerata alla vigilia quasi impossibile. La pesante sconfitta per 3 a 1 subita all’andata sul campo inglese, infatti, costringeva i nerazzurri a vincere con 3 gol di scarto. All’Inter bastarono invece dieci minuti per annullare lo svantaggio iniziale. E San Siro ribollì di gioia e speranze. Corso, all’8′, realizzava una delle sue storiche punizioni a «foglia morta» e un minuto dopo Peirò inventava una rete assolutamente originale, rubando il pallone al portiere Lawrence. La sfida, a quel punto, diventava equilibrata, con gli inglesi a tratti persino padroni del campo. Al 17′ del secondo tempo, però, era Facchetti, improvvisatosi centravanti, a siglare la rete decisiva, quella del 3 a 0, che dava alla squadra nerazzurra il biglietto di accesso alla finale con il Benfica nella quale, poi, vinsero la loro seconda Coppa dei Campioni, a San Siro, con un gol di Jair.

Milano, Stadio San Siro, 12 maggio 1965 – Semifinale di ritorno di coppa Campioni (all’andata 3-1 per il Liverpool)
Inter-Liverpool 3-0
Reti: Corso all’ 8′ , Peirò al 9′ p.t.; Facchetti al 17′ s.t.
Inter: Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi; Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso. All. Herrera.
Liverpool: Lawrence; Lawler, Moran; Strong, Yeats, Stevenson; Callaghan, Hunt, St. John, Smith, Thompson. All. Shankly.
Arbitro: Ortiz de Mendebille (Spagna).

Mazzola: «Mai visto un gol simile»

«Quel gol? No, non potrei mai dimenticarlo. Ho scordato alcuni particolari, ad esempio non avrei mai detto di essere stato io a lanciare l’azione, ma quel che fece Peirò lo ricordo benissimo, anche perché non era un’azione abituale per lui. Anzi, non ricordo un suo gol simile neppure in allenamento. Quella prodezza fu importantissima, perché ci consentì di fare una partita attenta, senza scoprirci molto. Dopo meno di dieci minuti infatti eravamo 2 a 0 e ci mancava soltanto un gol».
Sandro Mazzola rievoca, insieme alla storica rete al Liverpool, anche il personaggio Peirò, uno dei suoi compagni più abili e simpatici: «Era rapido e tecnico, ma soprattutto era in possesso di un’incredibile progressione sui 30 metri. In campo era un compagno perfetto, fuori un ragazzo simpaticissimo».
Mazzola svela anche un loro piccolo segreto: «Con lui – rivela – facevamo ogni tanto una fuga. Herrera, infatti, in ritiro ci concedeva pochissimo, sul bere poi era inflessibile. Al massimo potevamo concederci un bicchiere di vino durante il pasto. Così Peirò veniva da me e mi diceva: “Cervesiña?” (birretta?). E fuggivamo insieme per una bevutina segreta».

IL PROTAGONISTA

Joaquin Peirò è nato a Madrid il 23-1-1936. Dopo aver esordito nel 1955 nell’Atletico Madrid, è acquistato dal Torino per 270 milioni. Dopo due stagioni in granata (46 presenze e 9 gol), passa all’Inter con la quale vince due scudetti (1965 e 1966), una coppa Campioni (1965) e una coppa Intercontinentale (1965). In campionato disputa complessivamente 25 partite e segna 8 gol. Ma Peirò viene soprattutto ricordato per il suo gol di astuzia nella semifinale di coppa Campioni contro il Liverpool. Chiude la carriera in Italia giocando 4 campionati con la Roma (103 presenze e 21 gol).