JENNINGS Pat: Cuore d’Irlanda

Il nordirlandese è stato l’emblema del portiere moderno: calma olimpica, leadership silenziosa e dedizione maniacale per il ruolo.

Le Origini di un Talento Naturale

Nato a Newry, in Irlanda del Nord, il 12 giugno 1945, il piccolo Pat iniziò a muovere i primi passi nel mondo del calcio nelle file giovanili dello Shamrock Rovers, squadra di Dublino. Fin da subito, si distinse per le sue doti naturali tra i pali, mostrando una calma e una sicurezza fuori dal comune per un ragazzino.

Tuttavia, la sua passione per il pallone venne messa in discussione quando, a 16 anni, decise di intraprendere una breve parentesi nel calcio gaelico, disciplina molto popolare in Irlanda. Vestì la maglia del Newry United, con cui riuscì addirittura a conquistare una Coppa d’Irlanda juniores.

Fu proprio durante questa esperienza che alcuni osservatori del Watford, club inglese, rimasero colpite dalle sue qualità tra i pali. Senza esitare, decisero di ingaggiarlo per farne il portiere titolare della squadra per la stagione 1963-1964. Jennings, appena 18enne, non tradì le aspettative e diede prova di tutto il suo talento, attirando l’attenzione di diverse società di livello superiore.

Alla fine, fu il Tottenham a spuntarla, versando 27.000 sterline nelle casse del Watford pur di assicurarsi le prestazioni del giovane promettente estremo difensore nordirlandese. Jennings aveva appena compiuto 19 anni quando, nel 1964, si trovò catapultato nel grande calcio e nella prestigiosa realtà degli Spurs. Era l’inizio di una carriera leggendaria.

Il volo di un giovanissimo Pat Jennings, 1964

L’Ascesa al Tottenham

Inizialmente riserva, il nordirlandese scalò rapidamente le gerarchie grazie alla sua determinazione e al duro lavoro, guadagnandosi la fiducia dello staff tecnico e dei compagni. Già dalla stagione 1965-1966 iniziò a collezionare sempre più presenze, fino a diventare il titolare inamovibile degli Spurs per oltre un decennio. Le sue prestazioni impeccabili, unite a una calma olimpica e a scelte sempre lucide, lo resero un pilastro insostituibile della retroguardia del Tottenham.

Leader silenzioso e rassicurante, Jennings trasmise sicurezza a tutta la squadra, contribuendo in maniera decisiva ai successi del club. Tra i momenti più memorabili, c’è la sua unica rete segnata in carriera, nella Charity Shield del 1967, con un incredibile rinvio dalla sua area che sorprese nettamente il portiere del Manchester United, Stepney.

Negli anni ’70, Jennings visse una vera e propria golden age con il Tottenham. Arrivarono in bacheca due Coppe di Lega, nel 1971 e nel 1973, sconfiggendo rispettivamente l’Aston Villa e il Norwich in finale. Ma il momento più esaltante si presentò nel 1972, quando gli Spurs si aggiudicarono la Coppa UEFA battendo in finale il Wolverhampton e dopo aver eliminato Nantes, Rapid Bucarest, UTA Arad e Milan.

Le prestazioni di Jennings non passarono inosservate in Inghilterra, dove fu nominato due volte Giocatore dell’Anno: nel 1973 dalla stampa e nel 1976 dai calciatori stessi. Un onore che solo Peter Shilton avrebbe eguagliato in seguito tra i portieri.

Maggio 1972, il Tottenham si aggiudica la Coppa UEFA

Il Passaggio all’Arsenal

Nel 1977 si consumò uno degli episodi più controversi e discussi della sua carriera: il trasferimento dall’amata maglia del Tottenham a quella dell’acerrima rivale Arsenal. Una mossa che lasciò di stucco l’intero mondo del calcio inglese.

Le motivazioni dietro questo passaggio furono principalmente legate a valutazioni tecniche da parte del Tottenham. Nonostante Jennings fosse ancora uno dei migliori portieri in circolazione, la dirigenza degli Spurs ritenne che, a 32 anni, il nordirlandese fosse ormai sulla via del declino e non più in grado di garantire le stesse prestazioni eccellenti del passato.

L’Arsenal, dal canto suo, non esitò ad approfittare di questa sottovalutazione da parte del Tottenham, assicurandosi le prestazioni di un portiere di comprovata esperienza e qualità. Jennings accettò la sfida di indossare la maglia dei Gunners, desideroso di dimostrare a tutti che era ancora un numero uno di assoluto livello.

E le sue prestazioni negli anni successivi gli diedero ampiamente ragione. Jennings divenne subito titolare indiscusso, mantenendo quel ruolo per ben otto stagioni e confermandosi uno dei migliori estremi difensori d’Inghilterra. Riuscì anche ad aggiungere al suo straordinario palmarès la FA Cup del 1979, vinta proprio contro il suo ex club, il Tottenham.

1984, a difendere i colori dell’Arsenal

La Nazionale e i Mondiali 1982

Jennings ha scritto pagine indimenticabili anche con la maglia della verde Irlanda, diventando il giocatore con più presenze (119) nella storia della sua Nazionale, pur non riuscendo a qualificarsi per i grandi tornei internazionali fino al 1982. Quell’anno la Nazionale nordirlandese si presentò in Spagna con un’inedita miscela di umiltà e fiducia nelle proprie possibilità. Guidata da talenti come Jimmy Nicholl, Gerry Armstrong e David McCreery, oltre alla baby-rivelazione Whiteside, la squadra riuscì a stupire il mondo intero.

Jennings fu protagonista assoluto nella fase a gironi. Dopo un pareggio all’esordio contro la Jugoslavia e un altro contro l’Honduras, nel quale subì la rete di Laing, Jennings e compagni centrarono l’impresa clamorosa di battere 1-0 i padroni di casa spagnoli, qualificandosi alla seconda fase.

Nei quarti di finale, Jennings cedette momentaneamente il posto a Platt, con la sfida contro l’Austria che terminò 2-2. Ma il veterano riconquistò i gradi di titolare per l’ultima gara contro la Francia. Nonostante un’ottima prova, le reti di Giresse e Rocheteau segnarono l’eliminazione dell’Irlanda del Nord, che uscì comunque a testa altissima dal torneo.

La cavalcata al Mondiale 1982 rappresentò l’apice della carriera di Jennings con la maglia della nazionale. A 37 anni, dimostrò di essere ancora un portiere di livello assoluto, capace di tenere testa alle migliori squadre del panorama mondiale con prestazioni maiuscole.

Nella magica notte di Valencia, l’Irlanda batte la Spagna. nella foto, Jennings abbraccia il compagno Jimmy Nichol

Il Mondiale del 1986 e il Ritiro

A quattro anni di distanza dall’esaltante avventura spagnola, Jennings ebbe l’opportunità di partecipare al suo secondo e ultimo Mondiale, questa volta in Messico nel 1986. Nonostante l’età ormai avanzata di 41 anni, il contributo del veterano portiere si rivelò ancora una volta fondamentale.

Nel corso delle gare di qualificazione per la fase finale, Jennings mise in mostra tutto il suo immenso bagaglio di esperienza, guidando la retroguardia nordirlandese con la solita saggezza e determinazione. La sua leadership permise alla squadra di lasciarsi alle spalle avversarie come Romania, Finlandia e Turchia, staccando il pass per il Mondiale.

Una volta giunto in Messico però, il cammino della nazionale di Jennings si rivelò molto più complicato rispetto a quattro anni prima. All’esordio arrivò solo un pareggio contro l’Algeria, mentre la Spagna si prese una rivincita schiacciante imponendosi per 2-0 nella gara successiva. Il colpo di grazia arrivò contro il Brasile, che inflisse un inequivocabile 3-0 ai nordirlandesi nell’ultima partita del girone.

Quel match, giocato allo stadio di Jalisco, rappresentò anche l’ultima apparizione in nazionale per la leggenda Jennings, che all’età di 41 anni decise di appendere definitivamente i guantoni al chiodo, chiudendo una carriera semplicemente monumentale.

Mondiali 1986: contro il Brasile di Socrates, l’ultima gara di Jennings

L’Eredità di un Gigante

Al di là dei numeri e dei trofei vinti, ciò che rende Jennings una leggenda a tutti gli effetti è stata la sua dedizione maniacale per il ruolo di portiere. La sua calma glaciale, l’eccellente senso della posizione e la capacità di prendere sempre la decisione giusta lo hanno reso un modello insuperabile per intere generazioni di giovani estremi difensori.

L’impatto di Jennings sul calcio britannico è testimoniato anche dai prestigiosi riconoscimenti ricevuti. Nel 2000 la IFFHS, la Federazione Internazionale di Storia e Statistica del Calcio, lo ha inserito al 13° posto nella speciale classifica dei migliori portieri del XX secolo. Un risultato eccezionale, considerando i tanti altri grandi nomi presenti in quella lista.

Ma il più alto onore è arrivato nel 2003, quando Jennings è stato ammesso nella Hall of Fame del calcio inglese, diventando uno dei pochi estremi difensori a ricevere questo prestigiosissimo riconoscimento. Un tributo alle sue gesta leggendarie con la maglia dei club e soprattutto con quella della sua amata Irlanda del Nord.