Juventus top 10 all-time

Una classifica dei migliori giocatori che hanno vestito la maglia bianconera.


10 – John Charles

Poderoso e statuario centravanti gallese, travolgente nell’azione, grande specialista nel gioco aereo, autentico sfondareti, conquista le simpatie del pubblico e della critica non solo per l’eccezionale efficacia, ma anche per il temperamento generoso e cavalleresco. Il “Gigante Buono” dà vita con Sivori a una leggendaria coppia d’attacco, essendo i due assolutamente complementari, anche nel carattere. Straordinario colpitore di testa, quando ce n’è bisogno “The King”, come lo chiamavano ai tempi del Leeds, si adatta a fare il centromediano. In bianconero gioca 150 partite, realizza 93 reti vincendo tre scudetti e due Coppe Italia.


9 – Raimundo Orsi

La più grande ala sinistra della storia bianconera: tecnica pressoché insuperabile, dribbling ubriacanti, geniali invenzioni e innato senso del gol, anche dalla bandierina. Oriundo argentino, la Juve lo acquista dall’Independiente ma deve attendere un anno prima di poterlo utilizzare. “Mumo”, che è molto superstizioso e ha il vezzo di infilare una carta, il jolly, nel calzettone della gamba sinistra prima di ogni partita, nelle sei stagioni a Torino conquista da assoluto mattatore cinque campionati consecutivi. Con la Nazionale azzurra vince il Mondiale nel 1934: suo il gol del pareggio nella finale con la Cecoslovacchia, battuta 2-1 in rimonta.


8 – Gianluigi Buffon

L’ultimo in ordine di tempo degli straordinari numeri uno che nel tempo hanno difeso la rete della Juve. Estremo difensore senza punti deboli, guascone e spericolato, nel 2001 viene acquistato dal Parma per la cifra record di 105 miliardi di lire. Un’enormità, che però non è mai stata rimpianta perché l’ex ragazzino che fino a 12 anni giocava da attaccante e che una volta scalato in porta ha avuto come idolo il camerunese Thomas N’Kono, negli anni ha ampiamente dimostrato di essere il miglior portiere in circolazione. In bianconero una valanga di scudetti (più altri due revocati); in azzurro il titolo mondiale a Germania 2006 da assoluto protagonista.


7 – Roberto Baggio

Nel 1993, quando trascina la Juventus alla conquista della Coppa Uefa, il “Divin Codino” è il numero uno al mondo e a fine anno viene premiato con il Pallone d’oro. Un giocatore unico, non un interno classico ma neppure un attaccante, tanto che Platini lo definisce un numero 9 e mezzo. Lui invece porta mirabilmente la maglia con il 10, scatenando entusiasmo e passione fra i sostenitori bianconeri come era successo a Firenze, quando scoppiò una guerriglia urbana per la sua cessione. In bianconero vince anche scudetto e Coppa Italia nel 1994-95, la stagione in cui esplode Del Piero. E lui è costretto a fare le valigie, non senza rimpianti.


6 – Gaetano Scirea

Il miglior libero di tutti i tempi dopo Franz Beckenbauer. Classe e correttezza esemplari, mai un’espulsione, un fallo cattivo, una protesta. In origine mediano, una volta interrotta l’azione avversaria rilancia con proprietà di palleggio e visione di gioco. E quando si porta nei pressi dell’area avversaria spesso lascia il segno con conclusioni secche e precise. In bianconero conquista sette scudetti, vantando anche il record di vincere tutte le cinque finali di coppa disputate: Coppa dei Campioni, Intercontinentale, Coppa Uefa, Coppa delle Coppe, Supercoppa Europea. Muore in un incidente stradale in Polonia. Campione del Mondo nel 1982.


5 – Dino Zoff

Una carriera unica per longevità e successi, da autentico monumento del calcio italiano. Estremo difensore forte fra i pali, con un senso del piazzamento fuori dal comune, capace di rendere ordinaria anche la parata più straordinaria, diventa “San Dino” per alcuni miracolosi salvataggi su tiri che paiono già in rete. Con la Juve disputa 330 partite di campionato subendo 226 reti. Vince sei campionati, due Coppe Italia e una Coppa Uefa. È l’unico calciatore italiano ad aver conquistato sia il titolo europeo, nel 1968, sia quello mondiale, nel 1982 da capitano, e in azzurro detiene il record d’imbattibilità con 1.143 minuti senza subire reti.


4 – Omar Enrique Sivori

Gli avversari non si accontenta di batterli, ma li umilia con tunnel, dribbling irridenti e reti beffarde. Sempre e unicamente con il magico piede sinistro. “El Cabezón” è costantemente sopra le righe: per i calzettoni abbassati a mo’ di sfida coi difensori rivali, per le straordinarie prodezze, per i litigi con gli arbitri, le risse con gli avversari, le frequenti squalifiche. Acquistato nel 1957 dal River Plate, l’oriundo argentino porta tesori di tecnica e fantasia, affascinando intere generazioni di tifosi. In otto stagioni realizza 135 reti in 215 partite, vincendo tre campionati e due Coppe Italia. Nel 1961 è il primo giocatore di un club italiano a conquistare il Pallone d’oro.


3 – Giampiero Boniperti

Talento sopraffino, di rara completezza tecnica e atletica, veste la maglia bianconera, l’unica della carriera, per 15 stagioni. Da giovane è un centravanti un po’ egoista e dal gol facile, capocannoniere nel 1947-48 con 27 gol. Con il passare degli anni “Marisa” (soprannome datogli dall’interista Lorenzi per i boccoli biondi e per il voler essere sempre primadonna) arretra il raggio d’azione e diventa un illuminante interno di regia. Leader nato, disputa complessivamente 462 partite con 182 reti e si ritira all’indomani dello scudetto 1961, il quinto della carriera. Ma la Juve non può fare a meno di lui. Torna come presidente e dietro la scrivania vince ben nove campionati.


2 – Michel Platini

Probabilmente neppure l’avvocato Gianni Agnelli, che lo aveva fortissimamente voluto nel 1982, pensava fosse così forte. Il francese è un fuoriclasse assoluto, capace di creare e concludere, uomo squadra e goleador, sempre con un’assoluta leggerezza. “Roi Michel” nei cinque anni in bianconero si porta a casa due scudetti, Coppa Campioni, Coppa Coppe, Coppa Italia, Intercontinentale, Supercoppa Europea e tanto altro: tre titoli consecutivi di capocannoniere pur non essendo una punta e ben tre Palloni d’oro, record condiviso con Johan Cruijff. Per lui, complessivamente, 224 presenze e 104 reti. Campione d’Europa nel 1984 con la Francia.


1 – Alessandro Del Piero

Il più umano fra gli extraterrestri della Juventus e per questo il più grande. Capace di vincere tutto, dal campionato Primavera allo scudetto, dal Torneo di Viareggio all’intercontinentale, dalla Serie B alla Champions League. Di stabilire il record di presenze e reti. Ma anche di superare momenti difficilissimi, di ritrovarsi quando ormai sembrava irrimediabilmente perso.

Alex arriva 18enne dal Padova e non ci mette molto a conquistare il posto grazie alla classe immensa che gli permette di realizzare gol indimenticabili, frutto di perfezione tecnica e balistica. La sua specialità sono le reti con improvvise conclusioni a rientrare dal vertice dell’area, mentre gli avversari si aspettano un dribbling in più o un passaggio. Nasce la “mattonella Del Piero”, ovvero il punto da cui far partire, anche da fermo, le sue imprendibili parabole.

Diventa “Pinturicchio”, strappa il posto a Roby Baggio costringendo il “Divin Codino” ad andarsene. Non ha un gran fisico, ma la tecnica e l’intelligenza sono fuori dalla norma e con lui la Vecchia Signora fa razzia di trofei. Ma quando è ormai un fuoriclasse affermato, un grave infortunio al ginocchio ne compromette la carriera. La ripresa è lunga e sofferta. Da “Pinturicchio” diventa “Godot” per la fatica a ritrovarsi. Non sembra più lui. Invece ce la fa e ritorna Del Piero.

Riprende a dare spettacolo e nella semifinale con la Germania nel vittorioso Mondiale 2006 cancella con una rete delle sue gli errori che nella finale dell’Euro 2000 avevano impedito agli azzurri di arrotondare il vantaggio sulla Francia, poi vittoriosa. Da capitano e bandiera non abbandona la barca bianconera neppure quando viene spinta nelle secche della Serie B. Anzi, da capocannoniere del torneo cadetto la riporta subito nella massima serie. A primeggiare fra i bomber ci prende gusto e si ripete anche in A.

Pure negli anni più difficili è lui il vero (e forse l’unico) punto di riferimento per il popolo bianconero. Difficile pensare a una Juve senza Del Piero, campione assoluto che nel calcio ha vinto – e avuto – tutto. Ma come nessun altro ha saputo meritarselo. Ve lo immaginate Platini o Sivori o lo stesso Boniperti giocare in Serie B? Lui lo ha fatto. Anche per questo non può che essere il numero uno.