La Lega di Terezin: la partita della sopravvivenza

“Il calcio era questione di piacere, e ci serviva un po’ di piacere nelle nostre vite disperate”

Il 27 settembre 1941 il capo dell’ufficio di sicurezza del Reich, l’Obergruppenfuhrer Reinhard Heydrich, assunse l’autorità sul Protettorato di Boemia e Moravia. Pochi giorni dopo, in una conferenza a Praga, annunciò che avrebbe “purificato” l’area sotto il suo controllo dagli ebrei. La sua decisione fu quella di creare un cosiddetto “ghetto di transito” da dove gli ebrei sarebbero stati infine evacuati verso est. Per questo fu scelta la città-fortezza di Terezin. Situata a 60 miglia a nord di Praga, la città offriva una serie di grandi caserme austriache del XVIII secolo ed una linea ferroviaria che avrebbe aiutato il trasporto degli ebrei da e per il ghetto.

Theresienstadt – come i tedeschi chiamavano Terezin – era un campo di concentramento “ibrido” istituito dalle SS che serviva a tre scopi primari per i nazisti: un campo collettivo per la deportazione degli ebrei ad est; un luogo di sterminio e dalle condizioni disaumane, e infine un luogo adatto a funzioni propagandistiche.

I settemila cechi che vivevano all’interno della città-fortezza furono espulsi dai nazisti nel giugno 1942 per far posto a cinquantamila ebrei internati. Durante la guerra passarono attraverso le porte del campo circa centocinquantamila persone; ottantasettemila furono deportate nei campi più a est, mentre trentaquattromila morirono.

Scomparvero più di 300 calciatori ebrei, molti morti nei campi di concentramento. Ma a Terezin il calcio prosperò ugualmente sotto forma di una specie di “Lega” che fornì un’ancora di salvezza per i cuochi, i macellai, i sarti  e tutti coloro che vi lavoravano.

Guidato dall’atleta ebreo tedesco Fredy Hirsch, un comitato di ebrei austriaci, ungheresi, cechi, francesi e danesi crearono un vero e proprio sistema di leghe di calcio nel campo. Hirsch sarebbe poi morto ad Auschwitz dopo aver creato una piccola oasi dove educava i bambini ebrei cercando in tutti i modi di isolarli dagli orrori del campo. Nella sua posizione di responsabile della sezione educazione fisica nel ghetto di Terezin, Hirsch inculcava il valore dell’autodisciplina e quello che chiamava “controllo del corpo e dello spirito”.

Con le squadre di Terzin/Theresienstadt che prendevano il nome dal lavoro che i calciatori facevano nel ghetto (ad esempio gli “Elettricisti”, i “cuochi” e i “Macellai”), si giocavano  partite di 35 minuti a sette contro sette in un ex cortile di una caserma, con migliaia di persone che guardavano dai balconi. Dodici squadre furono coinvolte nella lega, ma dall’ottobre 1943 fino all’agosto 1944 la partecipazione fu ridotta a sei. L’Albo d’Oro della Lega dice che il “Reparto per la cura dei bambini” vinse il primo titolo della Prima Lega nel 1942.

Il loro allenatore diede ad ogni membro della squadra mezzo limone a testa – un tesoro inestimabile in un posto del genere. Nel 1943 si imposero i “Macellai” tra i quali si distingueva Pavel Mahrer – un internazionale ceco di etnia ebraica che aveva giocato nel DFC Prag (un club ebraico tedesco) fino al 1936. Venne detenuto nel campo dopo l’annessione dei Sudeti, riuscì a sopravvivere all’inferno di Theresienstadt e si trasferì negli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, dove morì nel 1985.

Tra coloro che giocarono accanto a Mahrer da segnalare il portiere nazionale ceco Jirka Taussig e l’attaccante Honza Burka. Anche quest’ultimo sopravvisse agli orrori del campo e dopo la seconda guerra mondiale ricevette numerose offerte dai migliori club europei, offerte sempre rifiutate. Sua figlia Petra, nata nel 1946, diventò una campionessa del pattinaggio su ghiaccio, vincendo anche una medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1964.

Le rose delle squadre cambiavano settimanalmente, esigenze dettate dai nuovi arrivi, dai trasferimenti verso altri campi o più semplicemente da chi non ce l’aveva fatta a sopravvivere. Per chi restava, il lavoro era svolto in condizioni di schiavitù e i calciatori erano costretti a lavorare fino a 54 ore alla settimana.

Si può certamente dire che Mahrer usò il “gioco più bello del mondo” come mezzo di fuga psicologica dagli orrori del nazismo e il successo che la Lega riscuoteva si può riassumere con la finale dell’agosto 1944 giocata di fronte a circa 3.500 spettatori.

Un mese più tardi il regista tedesco Kurt Gerron, che aveva recitato con Marlene Dietrich ne L’Angelo Azzurro del 1930, fu obbligato a dirigere un film di propaganda sul campo di concentramento di Theresienstadt. La pellicola ritraeva una partita di calcio nel campo con migliaia di persone tra la folla che sorridevano e tifavano, a pochi metri da un crematorio all’apice della sua produttività (venivano inceneriti fino a 190 cadaveri al giorno). Il tutto in cambio forse dell’implicita promessa d’aver salva la vita. Gerron realizzò quindi il documentario “Theresienstadt. Ein Dokumentarfilm aus dem jüdischen Siedlungsgebiet” (in italiano: Terezin: Un documentario sul reinsediamento degli ebrei), noto anche come “Il Führer regala una città agli ebrei”.

Alla fine delle riprese Gerron venne trasferito ad Auschwitz dove fu subito ucciso con la moglie in una camera a gas, il giorno prima che Heinrich Himmler decretasse la chiusura degli impianti. Con lui vennero uccisi anche tutti i calciatori e le altre comparse che avevano preso parte al documentario.

Alla fine della seconda guerra mondiale, 17.247 persone erano sopravvissute al campo di sterminio. Nel 1955 i superstiti di Theresienstadt si incontrarono in un kibbutz di Givat Haim-Ihud in Israele, dove furono organizzate partite di calcio simili a quelle che si erano svolte nella lega di Terezin.

Oggi il Ghetto di Terezin è un museo che fa conoscere ai turisti l’orribile vita quotidiana dei prigionieri del campo. Uno dei reperti esposti è una pagina scritta a mano che descrive in dettaglio la classifica della Lega di Terezindel 1943. Il museo espone anche opere d’arte per bambini e racconta l’ascesa dell’antisemitismo nel Protettorato di Boemia e Moravia. Più recentemente le autorità calcistiche ceche hanno riconosciuto ufficialmente coloro che giocarono nel campionato di calcio di Terezin, dando alla Lega un posto ufficiale nella storia del calcio ceco.